2023-09-17
«Una linea che unisce il fitness al lusso»
Philipp Plein e Carmine Rotondaro (Getty Images)
Lo stilista Philipp Plein e il suo business advisor Carmine Rotondaro hanno appena inaugurato il primo negozio «Plein Sport» in Italia all’Oriocenter: «Ci rivolgiamo a un pubblico sportivo e casual, che vuole essere alla moda anche in palestra. I capi restano di prestigio, ma a prezzi meno elitari». Expect the Unexpected. Aspettare l’inaspettato. Philipp Plein ha così abituato i suoi migliaia di fan. Sì uno stilista, un designer, un innovatore digitale nella moda, il primo a entrare nel metaverso con un investimento rilevante di quasi 2 milioni di euro. Soprattutto un creatore, un visionario, un artista che sa esplorare tanti mondi. «Firts rule: no rules», dice, un mantra che applica a 360° al suo modo di fare moda . L’occasione per incontrarlo, l’apertura a Oriocenter (il più grande mall italiano con 11 milioni di visitatori all’anno) del primo spazio in Italia di Plein Sport, 140 metri quadri nello stile inconfondibile di Philipp Plein: pareti e pavimento neri, specchi, acciaio. Dentro i quali trovare le sneakers iconiche, le collezioni uomo e donna, gli orologi e gli ultimissimi occhiali prodotti da De Rigo. La testa di tigre, ma anche le sue graffiate, girano su tutto. «Un animale forte e coraggioso», sottolinea. Accanto a lui anche Carmine Rotondaro, business advisor del gruppo Philipp Plein. «Plein Sport è un progetto estremamente ambizioso e da un punto di vista tecnico e di design il prodotto è pienamente in linea con le necessità di marca e di mercato», racconta alla Verità Plein, ceo del gruppo Philipp Plein (Philipp Plein, Billionaire, Plein Sport), il marchio fondato 25 anni fa a Lugano dall’omonimo designer tedesco. La prima linea di sportswear di lusso al mondo ha fatto subito parlare di sé grazie a un motor home di Formula Uno specchiato, acquistato dallo stilista e riconvertito per farne uno shop on the road. Una scelta non scontata. PP: «Oggi siamo dentro al futuro del retail. Parliamo sempre dell’online ma questo è il futuro per i negozi. Si tratta di un pop up store che viaggerà per tutta Italia, da Monza a Rimini fino a Napoli, e in Europa, si potrà comprare tutto quello che c’è dentro».In cosa si differenzia Plein Sport dagli altri marchi sportivi? PP: «Ci rivolgiamo a un pubblico sportivo casual ma con i codici del lusso, semplici ma sofisticati. Un approccio molto diverso. Quando abbiamo pensato a questa linea ci siamo chiesti quale sport potevamo andare a servire individuando il fitness, la palestra, orfana di un marchio che si identificasse negli allenamenti sportivi più praticati, è lo sport più diffuso che ci sia» Il fruitore della palestra vuole distinguersi? PP: «Certamente. Vuole essere bella o bello, essere alla moda anche quando si allena. Plein Sport è funzionale, versatile e progettato per supportare uno stile di vita dinamico, moderno e orientato al benessere. E ti porta nel futuro del fitness. Ogni elemento è progettato in modo unico, combinando tecnologia, stile e comfort». In effetti, Philipp Plein rappresenta un vero e proprio stile di vita. PP: «La differenza principale è che io sono il brand e se non fosse così Philipp Plein non avrebbe questo successo. Non offriamo semplicemente una linea di moda, ma uno stile di vita, fatto di sport, musica, entertainment e lusso. Il nostro è un brand molto inclusivo, mi piace coinvolgere i miei clienti nella mia vita, su Instagram per esempio condivido molti momenti della mia routine lavorativa e personale. Quest’approccio è stato in parte la chiave del mio successo». Un salto non da poco da Philipp Plein prima linea e Plein Sport. CR: «Vero, qui abbiamo il denim, la pelle, gli Svarowski e tutto quello che è il mondo eccentrico di Plein. Abbiamo snaturato, dato a questo brand un twist completamente diverso senza andare a richiamare le caratteristiche principali di Philipp Plein. Altro elemento è il prezzo. Nel nostro portfolio di marchi questo completa l’offerta perché Plein Sport entra in un segmento di prezzo che non stiamo coprendo e si apre così a un’audience molto più ampia». Cambia il cliente con questa linea? CR: «Il comparto lusso del marchio Philipp Plein ovvero Philipp Plein prima linea ha i limiti del suo essere super lusso con un prezzo medio molto elevato, uno stile riconoscibile molto presente e questo limita la platea da un punto di vista finanziario perché non tutti possono permetterselo. Plein Sport ha possibilità fisica di espansione. Una volta che hai aperto negozi nelle vie più prestigiose del mondo con Philipp Plein, non ne puoi aprire in strade secondarie. Mentre questa linea ti offre la possibilità di un segmento merceologico, di un mercato retail, di una espansione sconosciuta da un marchio di lusso». Collezioni meno d’impatto? CR: «No, la cifra stilistica è inconfondibile. Certo, chi non ama la giacca di Philipp Plein tempestata di pietre magari indossa volentieri certi capi di Plein Sport, proposte di funzionalità molto più polarizzante, meno elitarie». Sono previste altre aperture? CR: «Duecento nell’arco di tre o cinque anni e la scelta dei centri commerciali è strategica perché stiamo mirando a un target consumer ben più ampio con un potere di spesa diverso. Una trentina nel mondo entro la fine dell’anno». Il segreto di un tale successo? CR: «Il nostro gruppo ha sempre investito nelle tecnologie digitali in tempi non sospetti. Plein fa il 56% del suo business online, non sono molti i marchi della moda che arrivano a certe cifre e questo è il risultato di investimenti poderosi e oculati. Creare le piattaforme digitali, migliorarle, svilupparle, promuoverle quando ancora il digitale della moda doveva ancora dare dei risultati, è stata un investimento coraggioso».
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