2019-05-05
Philip Morris porta la sigaretta senza fumo negli Stati Uniti
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Per André Calantzopoulos, ceo di Philip Morris International, la decisione «è un importante passo avanti per i circa 40 milioni di uomini e donne americani fumatori. Alcuni smetteranno. La maggior parte non lo farà, e per loro Iqos offre un'alternativa senza fumo rispetto al continuare a fumare». In soli due anni, spiega l'amministratore delegato del gruppo, 7,3 milioni di persone nel mondo hanno abbandonato le sigarette e sono passati completamente a Iqos.Iqos è il primo sistema di sigarette senza combustione a ricevere il via libera alla commercializzazione negli Usa: si spalancano così per la multinazionale le porte del più grande mercato al mondo dopo la Cina. Philip Morris ha già siglato accordi distributivi in esclusiva per per il mercato nordamericano con Altria, che partirà con la commercializzazione a breve, a partire da Atlanta.Lo scorso 30 aprile, dopo circa due anni di verifica, la Food and drug administration, l'organo statunitense che valuta i prodotti alimentari e farmaceutici che possono essere somministrati ai cittadini, ha dato l'autorizzazione alla vendita delle sigarette con il sistema Iqos, dimostrandone la loro efficacia come fattore decisivo per il passaggio dalle sigarette tradizionali a quelle senza combustione. Rimane però l'obbligatorietà di messaggi sulla eventuale pericolosità del prodotto. La notizia ha fatto valore in Borsa il titolo Gima TT, controllata del gruppo bolognese Ima, numero uno nelle macchine automatiche per il packaging dei prodotti derivati dal tabacco. Philip Morris dovrà rivedere in rialzo le stime di produzione per questo prodotto in gran parte dei suoi stabilimenti compreso quello italiano di Crespellano, vicino Bologna, il più grande al mondo per la produzione di questa tipologia di prodotto con i suoi 110.000 metri quadrati.L'avvio della penetrazione di Iqos negli Usa rappresenta una buona notizia per Philip Morris e per Gima Tt», commentano gli analisti di Equita, «in quanto dà maggiore visibilità alle crescite del consumo di Iqos. Chiaramente occorrerà verificare il successo di Iqos negli Usa, dove il mercato dei prodotti di nuova generazione è dominato da Juul e dal vaping».«La decisione della Fda di autorizzare l'immissione in commercio di Iqos negli Stati Uniti rappresenta un passaggio fondamentale nel processo di sostituzione delle sigarette tradizionali con prodotti senza combustione a beneficio della salute pubblica», ha commentato Marco Hannappel, amministratore delegato di Philip Morris Italia, gruppo che punta ad arrivare nel 2025 al 40% di fumatori «senza fumo» nel nostro Paese (sono 12 milioni in totale). «Il rigoroso processo scientifico portato avanti in questi anni dalla Fda», ha aggiunto Hannappel, «rappresenta un esempio di come attori diversi, nel rispetto dei propri ruoli, possano lavorare insieme per risolvere un problema come quello del fumo e ci stimola ad andare avanti in questa direzione per continuare a mettere a disposizione della comunità scientifica e degli enti regolatori ulteriori evidenze a supporto dei prodotti alternativi, come Iqos, contribuendo ad alimentare il dibattito sulla riduzione del danno».Per André Calantzopoulos, ceo di Philip Morris International, la decisione «è un importante passo avanti per i circa 40 milioni di uomini e donne americani fumatori. Alcuni smetteranno. La maggior parte non lo farà, e per loro Iqos offre un'alternativa senza fumo rispetto al continuare a fumare». In soli due anni, spiega l'amministratore delegato del gruppo, 7,3 milioni di persone nel mondo hanno abbandonato le sigarette e sono passati completamente a Iqos.Il via libera al dispositivo di Philip Morris International che scalda il tabacco in modo elettronico anziché bruciarlo, dopo un processo di analisi della Fda iniziato nel 2017, rappresenta un'occasione d'espansione nel mercato statunitense: con 40 milioni di fumatori si prevedono delle prospettive di espansione che potrebbe portare alla produzione di circa 250 miliardi di stick all'anno. L'ok della Fda è un gran risultato per la multinazionale, che dal 2008 ha investito più di 4,5 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo di nuovi prodotti. Da sottolineare il dato delle vendite dei prodotti a tabacco riscaldato: oggi sono effettuate in 46 Paesi e ipotizzate in espansione fino a 100 miliardi di unità nel 2021L'autorità statunitense ha ritenuto di avere evidenza del fatto che l'aerosol prodotto da Iqos, che secondo quanto verificato dalla Fda contiene meno sostanze chimiche tossiche rispetto al fumo di sigaretta e molte delle tossine identificate sono presenti a livello inferiore sempre rispetto al fumo di sigaretta, viene quindi considerato uno strumento adeguato ai fini della protezione della salute pubblica. «Si tratta di una decisione attesa», secondo Riccardo Polosa, direttore del Coehar, centro per la riduzione del danno da fumo dell'università degli Studi di Catania. Il professore ha spiegato che «i prodotti per la riduzione del rischio sono per definizione meno dannosi delle sigarette convenzionali. Averlo dimostrato con studi di qualità rafforza la mia convinzione che la strada delle nuove tecnologie è l'unica percorribile per risolvere la piaga del tabagismo in tempi rapidi». Per Umberto Tirelli, oncologo dell'Istituto nazionale tumori di Aviano e collaboratore della Verità, «questo è un dato molto importante per il nostro ministero della Salute e per gli altri ministeri europei perché, dopo accurate valutazioni scientifiche sulla base della documentazione presentata da Philip Morris, la Fda ha evidenziato inferiori e più bassi livelli di sostanze tossiche, anche cancerogene, rispetto alle sigarette tradizionali. Questo risponde alla logica del principio di riduzione del danno. Nostro dovere di oncologi continua ad essere quello di far smettere o non iniziare a fumare, ma qualora non si riuscisse o non si volesse smettere bisogna dire che esistono alternative come Iqos, in linea con quanto detto dalla Fda».
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)