2021-04-01
«Pfizer efficace per gli adolescenti»
La società annuncia la copertura al 100% nella fascia 12-15 anni. L'Ema difende Astrazeneca dopo lo stop di Berlino agli under 60: «Nessun rischio legato all'età».La buona notizia che il vaccino di Pfizer e Biontech contro il Covid-19 è efficace nei giovani dai 12 ai 15 anni è arrivata, prima della pubblicazione in riviste scientifiche, in un comunicato aziendale, ma rende concreta la speranza di poter archiviare, nel prossimo anno scolastico, la didattica a distanza (Dad). Ieri le aziende, come ormai prassi in pandemia, hanno anticipato i dati dello studio realizzato su 2.260 adolescenti americani che dimostrano un'efficacia del 100% del prodotto: nessun infetto tra i vaccinati, contro i 18 registrati nel gruppo di controllo. Il vaccino è stato «ben tollerato», hanno dichiarato le aziende, tanto che i ragazzi hanno evidenziato effetti collaterali simili a quelli osservati negli adolescenti più grandi - il vaccino è già autorizzato per gli over 16 anni - e negli adulti. La possibilità di immunizzare in modo sicuro i più giovani è fondamentale per porre fine alla pandemia. Gli adolescenti, anche se hanno meno probabilità di ammalarsi, possono trasmettere il virus. In vista di ottenere al più presto l'autorizzazione all'impiego anche nei più piccoli, Pfizer presenterà «nelle prossime settimane» i dati all'Agenzia del farmaco americana (Fda) ed europea (Ema). L'obiettivo dichiarato dai vertici della multinazionale è di iniziare a vaccinare i ragazzi dai 12 ai 15 anni «prima dell'inizio del prossimo anno scolastico» in America. Il Regno Unito però potrebbe iniziare già ad agosto l'immunizzazione dei ragazzini tra i 12 e i 18 anni, ma con il prodotto di Astrazenca, appena saranno disponibili i dati. Israele e San Marino sono già partiti a vaccinare con il prodotto Pfizer, rispettivamente, 600 ragazzi tra i 12 e i 16 anni e 700, tra i 16 e i 18 anni. Saranno inesorabilmente più lunghi i tempi per i 10.000 bambini e adolescenti italiani, non solo per i tempi di autorizzazione delle Agenzie (Ema e Aifa), ma anche perché le dosi «dedicate» ai più giovani, secondo il cronoprogramma di Pfizer, non saranno pronte fino alla fine del 2021. Gli studi procedono a ritmi serrati. La scorsa settimana, Pfizer e Biontech hanno lanciato una sperimentazione globale sul vaccino Covid-19 su 4.500 bambini di età compresa tra 6 mesi e 11 anni. Moderna, all'inizio di marzo, ha annunciato l'avvio di uno studio su 6.750 bambini di età compresa tra 6 mesi e 12 anni. Stesso discorso per Johnson&Johnson, che sta verificando la possibilità di somministrazione sui ragazzi dai 12 ai 17 anni e che tra qualche mese conta di espandere le analisi anche agli under 12. Intanto, in risposta alla Germania che prevede la somministrazione del vaccino di Astrazeneca solo alle persone con più di 60 anni, l'Ema ieri, in una nota, ha nuovamente ribadito che non c'è nessun rischio specifico legato all'età, sesso o una precedente storia medica di disturbi della coagulazione per gli eventi molto rari di trombosi insolite associate a un basso numero di piastrine registrate dopo la somministrazione del vaccino. L'Agenzia europea non ne sconsiglia l'impiego nemmeno in gravidanza ma, come per gli altri prodotti, invita a valutarne l'impiego con il proprio medico. «Un nesso causale» degli eventi rari di trombosi, «in persone vaccinate con Vaxzevria (nuovo nome del vaccino di Astrazeneca, ndr), non è dimostrato ma è possibile, e ulteriori analisi sono in corso» ha dichiarato l'Ema. «Sulla base di tutti i dati attualmente disponibili», il comitato di farmacovigilanza (Prac) dell'Agenzia, «dovrebbe emettere una raccomandazione aggiornata» su Vaxzevria durante la sua riunione plenaria del 6-9 aprile.
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
Continua a leggereRiduci