Nel 2018 gli atti e le minacce verso persone di religione ebraica sono aumentati del 74%: 541 contro i 317 del 2017. Il dato è contenuto in un bilancio comunicato dal ministero dell'Interno di Parigi. Crescono le minacce dell'estremismo di sinistra.Il caso ha voluto che queste cifre siano state diffuse proprio all'indomani di due atti vandalici che hanno scandalizzato la Francia. Tra domenica e lunedì, a Parigi, sono state disegnate delle svastiche sui ritratti di Simone Weil riprodotti su due buche per le lettere. Simon Weil, era sopravvissuta alla Shoah, è stata anche il primo presidente del Parlamento europeo, nonché ministro francese all'origine della legge sull'aborto. Mentre a Sainte-Geneviève-des-bois, vicino a Parigi, degli sconosciuti hanno segato gli alberi piantati in ricordo di Ilan Halimi ucciso nel 2006. Aveva solo 26 anni ed era stato rapito dalla "gang dei barbari", una banda di sbandati con simpatie islamiste che lo aveva torturato per giorni in una cantina, fino a lasciarlo in fin di vita sul ciglio di una strada. E ancora, nel weekend sulla vetrina di una delle paninoteche parigine, della catena Bagelstein, è apparsa la parola “Juden" (ebreo in tedesco, ndr) scritta in giallo. Un sinistro ricordo delle persecuzioni naziste. A queste persecuzioni era scampata Mireille Knoll. Quando era bambina era riuscita a evitare la retata del Vel d'Hiv' (velodromo d'inverno, ndr), la più importante e tragica di quelle compiute dai nazisti e dai collaborazionisti francesi. Purtroppo, il 23 marzo 2018, il corpo della donna è stato trovato senza vita e massacrato da coltellate nell'appartamento della casa popolare dell'11° arrondissement di Parigi, nel quale viveva. Dopo mesi di indagini, gli inquirenti hanno ritenuto che la motivazione antisionista avesse animato i sospetti autori dell'omicidio: Yacine M., 27 anni e Alex C., 21 anni. Il primo era stato condannato nel 2017 per aggressione sessuale ai danni della figlia minorenne della badante di Mireille Knoll. Il secondo è senza domicilio fisso, noto alla polizia per aggressioni e furti. Circa un anno prima dell'assassinio dell'anziana donna, nel ventesimo arrondissement di Parigi è stata ammazzata Sarah Halimi, una sessantacinquenne di religione ebraica. Il presunto assassino si chiama Kobili Traoré. Le Monde del 27 febbraio 2018 scriveva: «Al grido di 'Allah Akbar', inframmezzato d'insulti e versetti del Corano, il giovane uomo l'aveva riempita di colpi sul balcone, prima di defenestrarla. 'Ho ucciso sheitan' (il demonio in arabo) aveva urlato».Nel corso degli anni, in Francia, la lista dei reati a sfondo antisemita non ha smesso di allungarsi. Oltre ai numerosi atti vandalici ai cimiteri ebraici non si possono dimenticare le stragi della scuola ebraica di Tolosa, compiuta da Mohamed Merah nel 2012, ma anche quella del Hypercacher di Parigi provocata da Amedy Coulibaly.Gli eventi di questi ultimi giorni, in particolare quello del Bagelstein, sono stati collegati da alcuni a gruppi deviati dei gilet gialli. Il primo ad avanzare dei sospetti è stato il disegnatore Joan Sfar. Ma la tesi non ha convinto nemmeno i proprietari della paninoteca che hanno presentato denuncia alle autorità competenti. Va detto comunque che in questi tre mesi di protesta, si sono effettivamente viste apparire scritte antisemite e croci celtiche. A una rotonda vicino a Lione è stato fotografato uno striscione con scritto «Macron = Drahi = Attali = Banche = Media = Sion» (Patrick Drahi è il presidente della holding media Altice che possiede tra l'altro Libération, L'Express, BFM TV, e la Radio RMC, ndr). Se gruppuscoli di estrema destra antisionisti sembrano essersi infiltrati tra i gilet gialli, anche dei gruppuscoli di estrema sinistra sono sospettati di antisemitismo a margine delle manifestazioni in giallo. D'altra parte in Francia sono molto attivi da tempo bygruppi che sostengono il boicottaggio di Israele. Invitato al giornale radio delle 13:00 di France Inter di oggi, il sociologo Michel Wieviorka - direttore dell'ufficio studi all'École des Hautes Études en Sciences Sociales - ha ricordato che «l'antisemitismo di oggi in Francia ha più fonti». «All'interno di popolazioni discendenti dall'immigrazione c'è quello che chiamiamo il 'nuovo antisemitismo', ma c'è anche un vecchio antisemitismo, le cui fonti sono politiche, di estrema destra». Per il sociologo c'è «anche l'antisemitismo di estrema sinistra che trova la sua fonte nell'idea che gli ebrei siano collegati ai soldi, al potere».Il quadro dell'odio anti ebraico in Francia non è affatto rassicurante. Le autorità dovranno probabilmente scegliere di punire più pesantemente ogni tipo di antisemitismo, smettendola di “comprendere" certe tendenze soprattutto a sinistra. Come dimenticare ad esempio i fatti del luglio 2014? In confronto le parole anti ebraiche di qualche gilet gialli deviato, sembrano inezie. Come ricordava ieri in una tribuna, su Le Figaro, la saggista Barbara Lefebvre «nelle manifestazioni dell'estate 2014 si è sentito più frequentemente scandire "morte agli ebrei" e ci sono state più aggressioni, di quante se ne siano viste in margine delle manifestazioni (dei gilet gialli, ndr) o sulle rotonde». La via d'uscita non è dietro l'angolo. Il cammino è ancora lungo ma, nell'immediato c'è da sperare che l'appello della rabbina Delphine Horvilleur, sia accolto dai francesi. Che ci sia una “reazione nazionale" e che sugli striscioni dei gilet gialli, nell'atto XIV di sabato 16 febbraio, appaia la scritta «Not in my name». Non in mio nome.
Claudio Durigon (Ansa)
Il sottosegretario leghista: «Le critiche di Pd e M5s sono staccate dalla realtà. Se Landini continua con le sue uscite, governeremo altri dieci anni. Adesso le aziende devono fare la loro parte e alzare i salari».
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