2025-07-30
Inchiesta Pesaro, tutti i murales pagati in anticipo
L'ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci (Ansa)
Oltre ai pasticci sul «cascone» di Rossi, altre tre commesse comunali presentano stranezze. E le opere sono state celebrate prima ancora di essere approvate.A Pesaro l’inchiesta sull’ex sindaco Matteo Ricci sembra raccontare una messinscena permanente. I muri si colorano prima che qualcuno ordini i lavori. Gli artisti dipingono senza sapere (almeno formalmente) chi li abbia incaricati. I pagamenti partono con largo anticipo, come se il Comune fosse un mecenate previdente. Le determine, invece, arrivano dopo. Sono almeno tre i casi di testacoda burocratico documentati. Partiamo dal primo caso. Manca pochi giorni alle elezioni comunali. E il Comune di Pesaro, come se nulla fosse, liquida in un colpo solo 43.188 euro per la «manutenzione straordinaria di cento murales cittadini». Una pioggia di denaro pubblica a favore dell’associazione culturale Stella polare dell’indagato Stefano Esposto. C’è, però, un dettaglio che stona: i lavori dovrebbero durare due anni, dal 2024 al 2025. Ma il pagamento è bonificato all’inizio dei lavori. Il capolavoro si chiama Colori di resilienza. L’importo viene reperito immediatamente, con fondi destinati alla «manutenzione straordinaria dei fabbricati comunali». Il tutto senza che sia mai stato presentato un elenco preciso delle opere da restaurare. In Commissione consiliare, a chi chiede quali siano i murales da sistemare, il dirigente comunale Eros Girardi (indagato) avrebbe fatto riferimento ad «appunti» mai depositati ufficialmente. I cento murales non erano menzionati, né nella determina, né nel progetto. E i presenti si sono chiesti come potesse essere stata verificata l’esecuzione della manutenzione. Non è un caso isolato. Il 17 giugno 2021 la città inaugura in pompa magna un murale dedicato alle vittime del Covid, realizzato sulla cinta muraria della caserma Aldo Del Monte. Una cerimonia carica di retorica, corredata di comunicati stampa e foto in posa. Quel 17 giugno non è solo il giorno dell’inaugurazione. È anche il giorno in cui viene firmata la determinazione numero 1413, con cui il Comune affida ufficialmente l’incarico all’associazione Opera maestra (anch’essa presieduta da Esposto), per un importo totale di 21.960 euro (18.000 più Iva). Stessa data per il preventivo, che sarebbe arrivato via Pec (due giorni prima, invece, via posta ordinaria). Cronologia a parte, il punto è che l’opera era già pronta, come nel caso del casco di Valentino Rossi. Fotografata, pubblicizzata, celebrata. Un classico esempio di burocrazia postuma. Nell’avviso di garanzia vengono evidenziati i «profili di illegittimità nella procedura di affidamento». Per il murale dedicato ai caduti del Covid è stato disposto il solito affidamento diretto, che secondo i pm avrebbe bypassato il principio di rotazione previsto dal Codice degli appalti.Il Comune, evidentemente, aveva fretta. Talmente tanta da rovesciare l’intero iter amministrativo: prima si inaugura, poi si approva, e solo dopo si preparano le carte. Stessa sceneggiatura nel luglio 2023. L’area portuale si colora grazie a un nuovo murale. L’iniziativa viene celebrata, documentata, fotografata. Ma la determinazione di affidamento (numero 1837) porta la data del 20 luglio e certifica che «la realizzazione del progetto si svolgerà nel mese di luglio». Insomma: l’atto amministrativo arriva quando l’opera è già in corso. L’importo complessivo dell’intervento ammonta a 75.000 euro (61.475 più Iva), erogati, anche in questo caso, all’associazione Stella polare.L’imbarazzante cortocircuito cronologico è stato più volte stigmatizzato dalla consigliera comunale di Fdi, Serena Boresta, la quale rimarca un’ulteriore stranezza negli affidamenti: «Il murale in zona porto è stato realizzato da Hazul, noto artista portoghese, quello della caserma Del Monte dall’artista milanese Antonio Cammarano. Il casco di Rossi è stato costruito da Riccardo Sivelli e il murale di Liliana Segre è stato affidato a David Vecchiato. Per mesi ci siamo, dunque, domandati per quale recondita ragione il Comune non avesse affidato questi lavori direttamente agli artisti esecutori delle opere preferendo l’intermediazione delle due associazioni culturali sotto inchiesta. A questa domanda non abbiamo avuto risposta alcuna».
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