2022-07-02
Persino la Cgil attacca Zingaretti: «A rischio migliaia di posti di lavoro»
Nicola Zingaretti (Imagoeconomica)
I sindacati contro la legge regionale sul «distanziometro» per le sale da gioco legali.Sul provvedimento che salvo proroghe, entrerà in vigore tra un mese mettendo in ginocchio il settore del gioco legale, la Regione Lazio guidata da Nicola Zingaretti è sempre più isolata. Adesso, a scendere in campo accanto alle imprese del settore che da mesi denunciano sia i rischi occupazionali, sia quelli di un’esplosione incontrollata del gioco illegale, sono anche i sindacati. A partire da quello politicamente più vicino al governatore ed ex segretario del Pd: la Cgil. I delegati di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs hanno infatti inviato una lettera alla Regione Lazio in cui hanno denunciato come la chiusura delle attività del gioco legale «incentiverebbe l’incremento di occupazione precaria, incerta e illegale in un sistema già messo a dura prova dalle chiusure protratte legate alla pandemia da Covid-19 negli anni 2020 e 2021». Con stime sui posti di lavoro persi che in alcuni casi, allargando la valutazione all’indotto, vanno addirittura oltre quelle calcolate dalle imprese del settore.Ad esempio, secondo Ahana Serafimof di Filcams Cgil Roma e Lazio, «le aziende si troverebbero ad avviare procedimenti di licenziamento per la chiusura delle filiali sul territorio che nella nostra regione sono molte, vista la presenza delle sedi centrali di diverse aziende del settore. Abbiamo stimato tra i 12 e i 16.000 lavoratori nel Lazio, tra diretti e indotto». Le conclusioni della sindacalista non lasciano appello al provvedimento votato dal Consiglio Regionale del Lazio: «È certamente necessario mettere ordine in un settore che ha luci ed ombre, ma il distanziometro è un provvedimento che lo ridimensiona drasticamente senza approfondirne in nessun modo le criticità e senza valutare le ripercussioni che avrebbe sull’occupazione». Nelle valutazioni che La Verità ha avuto modo di consultare e raccontato una settimana fa, emergeva che la norma che porterà all’eliminazione di oltre il 90% delle macchine da gioco legali metterebbe a rischio 7.000 posti di lavoro a rischio. Secondo le stime infatti, l’80% delle attività della Regione Lazio con offerta di gioco chiuderebbe, passando da 4.977 a 803 esercizi, e il 74% dei dipendenti del settore si troverebbe disoccupato e a rischio di finire reclutato dalle realtà illegali che operano nel settore. A dar manforte ai sindacati, in una inedita identità di vedute, anche la Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi di Confcommercio, il cui consigliere nazionale, Emmanuele Cangianelli, ha dichiarato: «Il 28 agosto nella Regione Lazio entrerà in vigore una legge che rischia di portare alla chiusura oltre 5.000 punti gioco tra sale specializzate, bar e tabacchi con ricadute occupazionali per quasi 13.000 lavoratori». Cangianelli, che è il presidente di Egp, organizzazione di categoria degli Esercenti di giochi pubblici, ha poi ricordato i criteri del provvedimento, che avrà effetto sostanzialmente retroattivo, visto che riguarda anche le attività esistenti: «La nuova norma di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo patologico prevede che i punti di gioco legale debbano avere una distanza di 500 metri dai luoghi sensibili come scuole, chiese e ospedali, pena la chiusura. La legge non solo riguarda l’apertura di nuove sale da gioco, ma si estende anche ai punti già aperti e autorizzati, inclusi quelli dei piccoli esercenti come bar e tabacchi». Per il consigliere Fipe «la legge è pericolosa perché potrà avere effetti tanto sulle sale specializzate, che ovviamente dovrebbero interrompere le loro attività, quanto sugli esercizi che hanno altre attività principali, che contribuiscono con l’offerta di gioco a far quadrare i conti». Come i bar di prossimità, che spesso hanno una clientela abituale ed essendo legati al territorio sono anche un argine agli eccessi dei clienti con problemi di ludopatia.
Edoardo Raspelli (Getty Images)
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