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2022-06-24
La riforma di Zingaretti vieta il 90% del gioco legale. In bilico 7.000 lavoratori
Nicola Zingaretti (Ansa)
Una modifica alle legge della Regione Lazio guidata da Nicola Zingaretti che regola le attività di gioco legale, come le slot machine o le video lottery, può spazzare via la quasi totalità delle attività legali del settore, con il rischio di spianare la strada al gioco online o, peggio ancora, alle bische gestite dalla criminalità organizzata. Il cui interesse per il comparto è cristallizzato in un passaggio della relazione al Parlamento della Direzione investigativa antimafia sul primo semestre 2021: «I sodalizi mafiosi, ampliando l’utilizzo della tecnologia, sono consacrati al cosiddetto gaming e betting, rispettivamente il settore del gioco d’azzardo e delle scommesse, ove imprenditori riconducibili alla criminalità organizzata, grazie alla costituzione di società sedenti nei paradisi fiscali, creano un circuito parallelo a quello legale, che consente di ottenere smisurati guadagni ed, in particolare, di riciclare, in maniera anonima, cospicue quantità di denaro».
circuiti paralleli
Circuiti paralleli dunque, accessibili da chiunque, minorenni e ludopatici compresi, dove si può giocare senza alcuna limitazione, con le regole sui pagamenti delle vincite che vengono aggirate attraverso l’uso (anche per l’acquisto dei crediti per giocare) di criptovalute come il bitcoin. Transazioni che aggirano di fatto il blocco che alcune banche attivano sulle carte di credito dei loro clienti, impedendo loro il gioco online oltre una certa soglia di spesa. Secondo alcuni studi sulle conseguenze del provvedimento della Regione, verrebbe interdetto il 92,2% del territorio di Roma al gioco legale e il 99,7% del territorio di Frosinone. Ma uno studio relativo proprio al territorio della Regione Lazio della Società italiana di psichiatria evidenzia come per la maggioranza dei giocatori patologici e per un terzo dei medici l’allontanamento delle attività di gioco non costituisce un deterrente. Sul piano sociale la normativa confina e aumenta l’offerta di gioco nelle zone periferiche, ad alta densità abitativa, con una probabile influenza negativa sui giocatori normalmente residenti nelle zone stesse.
Esattamente quello che potrebbe avere come conseguenza la norma approvata dal Consiglio Regionale del Lazio all’interno del cosiddetto collegato al bilancio, che - salvo ulteriori proroghe - dovrebbe entrare in vigore dal prossimo 28 agosto e porterà all’applicazione retroattiva della norma già prevista per le nuove aperture, ovvero alla chiusura di tutte quelle attività «ubicate a un raggio inferiore a 500 metri da aree sensibili, quali istituti scolastici di qualsiasi grado, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente dai giovani, centri anziani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale o luoghi di culto». La norma non riguarda solo le sale slot, ma qualsiasi attività, come bar e tabaccherie, che ha al suo interno macchine per il gioco legale, che finora erano regolamentate sulla base della distanza e non del raggio di 500 metri. Queste dovranno quindi riconsegnare al gestore le famigerate macchinette, regolamentate nell’uso da tutta una serie di limitazioni, a partire dall’inserimento della tessera sanitaria che impedisce il gioco ai minorenni.
Come se non bastasse il rischio di consegnare i giocatori alla criminalità organizzata, la norma che porterà all’eliminazione di oltre il 90% delle macchine da gioco legali avrà anche ricadute pesantissime sull’occupazione, con circa 7.000 posti di lavoro a rischio. Secondo le stime infatti, l’80% delle attività della Regione Lazio con offerta di gioco chiuderebbe (passando da 4.977 ad 803 esercizi) e il 74% dei dipendenti del settore si troverebbe disoccupato e a rischio di finire reclutato da realtà illegali. Il provvedimento della Regione Lazio sarebbe dovuto entrare in vigore un anno fa, ma a causa della prolungata chiusura delle attività di gaming imposta dalle misure di contenimento della pandemia è slittata all’agosto di quest’anno.
il tesoro
Nel frattempo però, a mar zo il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha annunciato che «la legge delega sul riordino dei giochi è pronta. È la proposta del governo che il Parlamento potrà eventualmente modificare, ma è pronta. È stata trasmessa dal Mef alla presidenza del Consiglio per essere inserita nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri». Con la conseguenza che la norma votata nel Lazio potrebbe a breve essere superata dalla riforma complessiva studiata dal Mef, che prevede un ridimensionamento dell’offerta tramite una ridistribuzione generale sul territorio nazionale dei punti in cui si trovano la macchine per il gioco, mettendo insieme la salvaguardia della legalità e la tutela dei soggetti affetti da dipendenza. Ma senza una nuova proroga che tenga conto dei tempi della riforma nazionale, il danno sarà fatto.
Sale il contrabbando di sigarette «Pesano le tasse sul tabacco»
Tra i tanti fenomeni preoccupanti che sono cresciuti per gli effetti collaterali della pandemia c’è anche quello del consumo di sigarette di contrabbando. Uno studio realizzato da Kpmg per conto di Philip Morris international relativo al consumo di sigarette illecite mostra infatti che nei Paesi dell’Unione europea il consumo complessivo di sigarette provenienti da fonti illecite è aumentato di circa il 3,9% , pari a circa 1,3 miliardi di sigarette, raggiungendo i 35,5 miliardi di sigarette illegali consumate negli Stati membri dell’Ue. Un dato in controtendenza rispetto all’andamento generale del mercato delle sigarette, visto che il consumo totale è diminuito nello stesso periodo. La crescita sarebbe originata principalmente dai blocchi alle frontiere delle merci provenienti dall’estero, quando veniva comprensibilmente data priorità ai materiali necessari al contrasto dei contagi. Una condizione che però è in larga misura venuta meno durante il 2021, sulla quale si erano però già innestate le organizzazioni criminali, che si sono specializzate nella produzione di sigarette contraffatte direttamente all’interno dei confini dell’Ue, in fabbriche clandestine dove il rispetto degli standard normativi e qualitativi previsti dalle normative sono una pura utopia, con tutte le conseguenze del caso per i rischi sanitari.
Secondo il documento di Kpmg, l’aumento del consumo illecito nell’Ue è stato in gran parte originato dalla crescita di circa il 33% del consumo di sigarette contraffatte in Francia, che l’anno scorso ha raggiunto gli 8 miliardi di sigarette. Nel complesso, la Francia rimane il principale mercato europeo per il consumo di sigarette illecite nell’Ue, con un totale di 15,1 miliardi di sigarette illecite consumate nel 2021, pari al 29% del consumo totale di sigarette nel Paese, oltre il doppio rispetto al 13% del 2017.
Dati che, come ha evidenziato Gregoire Verdeaux, senior vice president, relazioni esterne di Philip Morris, «dovrebbero rappresentare un campanello d’allarme». Secondo il manager emergerebbe che «nei Paesi con un alto livello di tasse sui prodotti del tabacco, come la Francia, il risultato sia stato una crescita dei consumi illeciti e una diminuzione marginale dei fumatori adulti di sigarette tradizionali». Proprio la strada che, secondo quanto risulta alla Verità, intendono intraprendere le istituzioni italiane, con il ministero dell’Economia e quello della Salute che hanno allo studio interventi per aumentare l’imposizione non solo sulle sigarette, ma anche sui nuovi device elettronici. Una scelta che potrebbe avere ricadute anche sull’inflazione, visto che il tabacco fa parte del paniere di beni che la determinano, con il rischio quindi che qualsiasi aumento dei prezzi dei prodotti del tabacco possa anche contribuire alla sua ulteriore crescita. Con il rischio che si inverta la controtendenza italiana sul consumo di sigarette di contrabbando rispetto al dato europeo. Nello studio di Kpmg infatti, l’Italia emerge come un Paese virtuoso, con un consumo di 1,4 miliardi di sigarette illecite (-0,8 miliardi rispetto al 2020) e pari al 2,2% nel 2021 (-1,2 punti percentuali rispetto al 2020). Ma a preoccupare le imprese del settore è soprattutto la sostanziale equiparazione nel nostro Paese delle cosiddette sigarette elettroniche a quelle tradizionali. I nuovi device infatti per adesso sembrano immuni al mercato di contrabbando, e nei Paesi dell’Ue in cui si è scelto di applicare ai dispositivi elettronici e alle relative ricariche una politica fiscale differenziata la diminuzione di fumatori tradizionali è stata incoraggiante.
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Riduci
Il Lazio estende retroattivamente la norma che bandisce le sale scommesse quasi ovunque. Settore in rivolta. Il rischio è quello di facilitare le bische clandestine.Tabacco: secondo uno studio, aumento del 3,9% nell’Ue. Speranza pensa di alzare ancora l’imposizione.Lo speciale contiene due articoli.Una modifica alle legge della Regione Lazio guidata da Nicola Zingaretti che regola le attività di gioco legale, come le slot machine o le video lottery, può spazzare via la quasi totalità delle attività legali del settore, con il rischio di spianare la strada al gioco online o, peggio ancora, alle bische gestite dalla criminalità organizzata. Il cui interesse per il comparto è cristallizzato in un passaggio della relazione al Parlamento della Direzione investigativa antimafia sul primo semestre 2021: «I sodalizi mafiosi, ampliando l’utilizzo della tecnologia, sono consacrati al cosiddetto gaming e betting, rispettivamente il settore del gioco d’azzardo e delle scommesse, ove imprenditori riconducibili alla criminalità organizzata, grazie alla costituzione di società sedenti nei paradisi fiscali, creano un circuito parallelo a quello legale, che consente di ottenere smisurati guadagni ed, in particolare, di riciclare, in maniera anonima, cospicue quantità di denaro».circuiti paralleliCircuiti paralleli dunque, accessibili da chiunque, minorenni e ludopatici compresi, dove si può giocare senza alcuna limitazione, con le regole sui pagamenti delle vincite che vengono aggirate attraverso l’uso (anche per l’acquisto dei crediti per giocare) di criptovalute come il bitcoin. Transazioni che aggirano di fatto il blocco che alcune banche attivano sulle carte di credito dei loro clienti, impedendo loro il gioco online oltre una certa soglia di spesa. Secondo alcuni studi sulle conseguenze del provvedimento della Regione, verrebbe interdetto il 92,2% del territorio di Roma al gioco legale e il 99,7% del territorio di Frosinone. Ma uno studio relativo proprio al territorio della Regione Lazio della Società italiana di psichiatria evidenzia come per la maggioranza dei giocatori patologici e per un terzo dei medici l’allontanamento delle attività di gioco non costituisce un deterrente. Sul piano sociale la normativa confina e aumenta l’offerta di gioco nelle zone periferiche, ad alta densità abitativa, con una probabile influenza negativa sui giocatori normalmente residenti nelle zone stesse. Esattamente quello che potrebbe avere come conseguenza la norma approvata dal Consiglio Regionale del Lazio all’interno del cosiddetto collegato al bilancio, che - salvo ulteriori proroghe - dovrebbe entrare in vigore dal prossimo 28 agosto e porterà all’applicazione retroattiva della norma già prevista per le nuove aperture, ovvero alla chiusura di tutte quelle attività «ubicate a un raggio inferiore a 500 metri da aree sensibili, quali istituti scolastici di qualsiasi grado, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente dai giovani, centri anziani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale o luoghi di culto». La norma non riguarda solo le sale slot, ma qualsiasi attività, come bar e tabaccherie, che ha al suo interno macchine per il gioco legale, che finora erano regolamentate sulla base della distanza e non del raggio di 500 metri. Queste dovranno quindi riconsegnare al gestore le famigerate macchinette, regolamentate nell’uso da tutta una serie di limitazioni, a partire dall’inserimento della tessera sanitaria che impedisce il gioco ai minorenni. Come se non bastasse il rischio di consegnare i giocatori alla criminalità organizzata, la norma che porterà all’eliminazione di oltre il 90% delle macchine da gioco legali avrà anche ricadute pesantissime sull’occupazione, con circa 7.000 posti di lavoro a rischio. Secondo le stime infatti, l’80% delle attività della Regione Lazio con offerta di gioco chiuderebbe (passando da 4.977 ad 803 esercizi) e il 74% dei dipendenti del settore si troverebbe disoccupato e a rischio di finire reclutato da realtà illegali. Il provvedimento della Regione Lazio sarebbe dovuto entrare in vigore un anno fa, ma a causa della prolungata chiusura delle attività di gaming imposta dalle misure di contenimento della pandemia è slittata all’agosto di quest’anno. il tesoroNel frattempo però, a mar zo il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha annunciato che «la legge delega sul riordino dei giochi è pronta. È la proposta del governo che il Parlamento potrà eventualmente modificare, ma è pronta. È stata trasmessa dal Mef alla presidenza del Consiglio per essere inserita nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri». Con la conseguenza che la norma votata nel Lazio potrebbe a breve essere superata dalla riforma complessiva studiata dal Mef, che prevede un ridimensionamento dell’offerta tramite una ridistribuzione generale sul territorio nazionale dei punti in cui si trovano la macchine per il gioco, mettendo insieme la salvaguardia della legalità e la tutela dei soggetti affetti da dipendenza. Ma senza una nuova proroga che tenga conto dei tempi della riforma nazionale, il danno sarà fatto.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/la-riforma-di-zingaretti-vieta-il-90-del-gioco-legale-in-bilico-7-000-lavoratori-2657556852.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="sale-il-contrabbando-di-sigarette-pesano-le-tasse-sul-tabacco" data-post-id="2657556852" data-published-at="1656065274" data-use-pagination="False"> Sale il contrabbando di sigarette «Pesano le tasse sul tabacco» Tra i tanti fenomeni preoccupanti che sono cresciuti per gli effetti collaterali della pandemia c’è anche quello del consumo di sigarette di contrabbando. Uno studio realizzato da Kpmg per conto di Philip Morris international relativo al consumo di sigarette illecite mostra infatti che nei Paesi dell’Unione europea il consumo complessivo di sigarette provenienti da fonti illecite è aumentato di circa il 3,9% , pari a circa 1,3 miliardi di sigarette, raggiungendo i 35,5 miliardi di sigarette illegali consumate negli Stati membri dell’Ue. Un dato in controtendenza rispetto all’andamento generale del mercato delle sigarette, visto che il consumo totale è diminuito nello stesso periodo. La crescita sarebbe originata principalmente dai blocchi alle frontiere delle merci provenienti dall’estero, quando veniva comprensibilmente data priorità ai materiali necessari al contrasto dei contagi. Una condizione che però è in larga misura venuta meno durante il 2021, sulla quale si erano però già innestate le organizzazioni criminali, che si sono specializzate nella produzione di sigarette contraffatte direttamente all’interno dei confini dell’Ue, in fabbriche clandestine dove il rispetto degli standard normativi e qualitativi previsti dalle normative sono una pura utopia, con tutte le conseguenze del caso per i rischi sanitari. Secondo il documento di Kpmg, l’aumento del consumo illecito nell’Ue è stato in gran parte originato dalla crescita di circa il 33% del consumo di sigarette contraffatte in Francia, che l’anno scorso ha raggiunto gli 8 miliardi di sigarette. Nel complesso, la Francia rimane il principale mercato europeo per il consumo di sigarette illecite nell’Ue, con un totale di 15,1 miliardi di sigarette illecite consumate nel 2021, pari al 29% del consumo totale di sigarette nel Paese, oltre il doppio rispetto al 13% del 2017. Dati che, come ha evidenziato Gregoire Verdeaux, senior vice president, relazioni esterne di Philip Morris, «dovrebbero rappresentare un campanello d’allarme». Secondo il manager emergerebbe che «nei Paesi con un alto livello di tasse sui prodotti del tabacco, come la Francia, il risultato sia stato una crescita dei consumi illeciti e una diminuzione marginale dei fumatori adulti di sigarette tradizionali». Proprio la strada che, secondo quanto risulta alla Verità, intendono intraprendere le istituzioni italiane, con il ministero dell’Economia e quello della Salute che hanno allo studio interventi per aumentare l’imposizione non solo sulle sigarette, ma anche sui nuovi device elettronici. Una scelta che potrebbe avere ricadute anche sull’inflazione, visto che il tabacco fa parte del paniere di beni che la determinano, con il rischio quindi che qualsiasi aumento dei prezzi dei prodotti del tabacco possa anche contribuire alla sua ulteriore crescita. Con il rischio che si inverta la controtendenza italiana sul consumo di sigarette di contrabbando rispetto al dato europeo. Nello studio di Kpmg infatti, l’Italia emerge come un Paese virtuoso, con un consumo di 1,4 miliardi di sigarette illecite (-0,8 miliardi rispetto al 2020) e pari al 2,2% nel 2021 (-1,2 punti percentuali rispetto al 2020). Ma a preoccupare le imprese del settore è soprattutto la sostanziale equiparazione nel nostro Paese delle cosiddette sigarette elettroniche a quelle tradizionali. I nuovi device infatti per adesso sembrano immuni al mercato di contrabbando, e nei Paesi dell’Ue in cui si è scelto di applicare ai dispositivi elettronici e alle relative ricariche una politica fiscale differenziata la diminuzione di fumatori tradizionali è stata incoraggiante.
Due bambini svaniti nel nulla. Mamma e papà non hanno potuto fargli neppure gli auguri di compleanno, qualche giorno fa, quando i due fratellini hanno compiuto 5 e 9 anni in comunità. Eppure una telefonata non si nega neanche al peggior delinquente. Dunque perché a questi genitori viene negato il diritto di vedere e sentire i loro figli? Qual è la grave colpa che avrebbero commesso visto che i bimbi stavano bene?
Un allontanamento che oggi mostra troppi lati oscuri. A partire dal modo in cui quel 16 ottobre i bimbi sono stati portati via con la forza, tra le urla strazianti. Alle ore 11.10, come denunciano le telecamere di sorveglianza della casa, i genitori vengono attirati fuori al cancello da due carabinieri. Alle 11.29 spuntano dal bosco una decina di agenti, armati di tutto punto e col giubbotto antiproiettile. E mentre gridano «Pigliali, pigliali tutti!» fanno irruzione nella casa, dove si trovano, da soli, i bambini. I due fratellini vengono portati fuori dagli agenti, il più piccolo messo a sedere, sulle scale, col pigiamino e senza scarpe. E solo quindici minuti dopo, alle 11,43, come registrano le telecamere, arrivano le assistenti sociali che portano via i bambini tra le urla disperate.
Una procedura al di fuori di ogni regola. Che però ottiene l’appoggio della giudice Nadia Todeschini, del Tribunale dei minori di Firenze. Come riferisce un ispettore ripreso dalle telecamere di sorveglianza della casa: «Ho telefonato alla giudice e le ho detto: “Dottoressa, l’operazione è andata bene. I bambini sono con i carabinieri. E adesso sono arrivati gli assistenti sociali”. E la giudice ha risposto: “Non so come ringraziarvi!”».
Dunque, chi ha dato l’ordine di agire in questo modo? E che trauma è stato inferto a questi bambini? Giriamo la domanda a Marina Terragni, Garante per l’infanzia e l’adolescenza. «Per la nostra Costituzione un bambino non può essere prelevato con la forza», conferma, «per di più se non è in borghese. Ci sono delle sentenze della Cassazione. Queste modalità non sono conformi allo Stato di diritto. Se il bambino non vuole andare, i servizi sociali si debbono fermare. Purtroppo ci stiamo abituando a qualcosa che è fuori legge».
Proviamo a chiedere spiegazioni ai servizi sociali dell’unione Montana dei comuni Valtiberina, ma l’accoglienza non è delle migliori. Prima minacciano di chiamare i carabinieri. Poi, la più giovane ci chiude la porta in faccia con un calcio. È Veronica Savignani, che quella mattina, come mostrano le telecamere, afferra il bimbo come un pacco. E mentre lui scalcia e grida disperato - «Aiuto! Lasciatemi andare» - lei lo rimprovera: «Ma perché urli?». Dopo un po’ i toni cambiano. Esce a parlarci Sara Spaterna. C’era anche lei quel giorno, con la collega Roberta Agostini, per portare via i bambini. Ma l’unica cosa di cui si preoccupa è che «è stata rovinata la sua immagine». E alle nostre domande ripete come una cantilena: «Non posso rispondere». Anche la responsabile dei servizi, Francesca Meazzini, contattata al telefono, si trincera dietro un «non posso dirle nulla».
Al Tribunale dei Minoridi Firenze, invece, parte lo scarica barile. La presidente, Silvia Chiarantini, dice che «l’allontanamento è avvenuto secondo le regole di legge». E ci conferma che i genitori possono vedere i figli in incontri protetti. E allora perché da due mesi a mamma e papà non è stata concessa neppure una telefonata? E chi pagherà per il trauma fatto a questi bambini?
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Riduci
Il premier: «Il governo ci ha creduto fin dall’inizio, impulso decisivo per nuovi traguardi».
«Il governo ha creduto fin dall’inizio in questa sfida e ha fatto la sua parte per raggiungere questo traguardo. Ringrazio i ministri Lollobrigida e Giuli che hanno seguito il dossier, ma è stata una partita che non abbiamo giocato da soli: abbiamo vinto questa sfida insieme al popolo italiano. Questo riconoscimento imprimerà al sistema Italia un impulso decisivo per raggiungere nuovi traguardi».
Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un videomessaggio celebrando l’entrata della cucina italiana nei patrimoni culturali immateriali dell’umanità. È la prima cucina al mondo a essere riconosciuta nella sua interezza. A deliberarlo, all’unanimità, è stato il Comitato intergovernativo dell’Unesco, riunito a New Delhi, in India.
Ansa
I vaccini a Rna messaggero contro il Covid favoriscono e velocizzano, se a dosi ripetute, la crescita di piccoli tumori già presenti nell’organismo e velocizzano la crescita di metastasi. È quanto emerge dalla letteratura scientifica e, in particolare, dagli esperimenti fatti in vitro sulle cellule e quelli sui topi, così come viene esposto nello studio pubblicato lo scorso 2 dicembre sulla rivista Mdpi da Ciro Isidoro, biologo, medico, patologo e oncologo sperimentale, nonché professore ordinario di patologia generale all’Università del Piemonte orientale di Novara. Lo studio è una review, ovvero una sintesi critica dei lavori scientifici pubblicati finora sull’argomento, e le conclusioni a cui arriva sono assai preoccupanti. Dai dati scientifici emerge che sia il vaccino a mRna contro il Covid sia lo stesso virus possono favorire la crescita di tumori e metastasi già esistenti. Inoltre, alla luce dei dati clinici a disposizione, emerge sempre più chiaramente che a questo rischio di tumori e metastasi «accelerati» appaiono più esposti i vaccinati con più dosi. Fa notare Isidoro: «Proprio a causa delle ripetute vaccinazioni i vaccinati sono più soggetti a contagiarsi e dunque - sebbene sia vero che il vaccino li protegge, ma temporaneamente, dal Covid grave - queste persone si ritrovano nella condizione di poter subire contemporaneamente i rischi oncologici provocati da vaccino e virus naturale messi insieme».
Sono diversi i meccanismi cellulari attraverso cui il vaccino può velocizzare l’andamento del cancro analizzati negli studi citati nella review di Isidoro, intitolata «Sars-Cov2 e vaccini anti-Covid-19 a mRna: Esiste un plausibile legame meccanicistico con il cancro?». Tra questi studi, alcuni rilevano che, in conseguenza della vaccinazione anti-Covid a mRna - e anche in conseguenza del Covid -, «si riduce Ace 2», enzima convertitore di una molecola chiamata angiotensina II, favorendo il permanere di questa molecola che favorisce a sua volta la proliferazione dei tumori. Altri dati analizzati nella review dimostrano inoltre che sia il virus che i vaccini di nuova generazione portano ad attivazione di geni e dunque all’attivazione di cellule tumorali. Altri dati ancora mostrano come sia il virus che il vaccino inibiscano l’espressione di proteine che proteggono dalle mutazioni del Dna.
Insomma, il vaccino anti-Covid, così come il virus, interferisce nei meccanismi cellulari di protezione dal cancro esponendo a maggiori rischi chi ha già una predisposizione genetica alla formazione di cellule tumorali e i malati oncologici con tumori dormienti, spiega Isidoro, facendo notare come i vaccinati con tre o più dosi si sono rivelati più esposti al contagio «perché il sistema immunitario in qualche modo viene ingannato e si adatta alla spike e dunque rende queste persone più suscettibili ad infettarsi».
Nella review anche alcune conferme agli esperimenti in vitro che arrivano dal mondo reale, come uno studio retrospettivo basato su un’ampia coorte di individui non vaccinati (595.007) e vaccinati (2.380.028) a Seul, che ha rilevato un’associazione tra vaccinazione e aumento del rischio di cancro alla tiroide, allo stomaco, al colon-retto, al polmone, al seno e alla prostata. «Questi dati se considerati nel loro insieme», spiega Isidoro, «convergono alla stessa conclusione: dovrebbero suscitare sospetti e stimolare una discussione nella comunità scientifica».
D’altra parte, anche Katalin Karikó, la biochimica vincitrice nel 2023 del Nobel per la Medicina proprio in virtù dei suoi studi sull’Rna applicati ai vaccini anti Covid, aveva parlato di questi possibili effetti collaterali di «acceleratore di tumori già esistenti». In particolare, in un’intervista rilasciata a Die Welt lo scorso gennaio, la ricercatrice ungherese aveva riferito della conversazione con una donna sulla quale, due giorni dopo l’inoculazione, era comparso «un grosso nodulo al seno». La signora aveva attribuito l’insorgenza del cancro al vaccino, mentre la scienziata lo escludeva ma tuttavia forniva una spiegazione del fenomeno: «Il cancro c’era già», spiegava Karikó, «e la vaccinazione ha dato una spinta in più al sistema immunitario, così che le cellule di difesa immunitaria si sono precipitate in gran numero sul nemico», sostenendo, infine, che il vaccino avrebbe consentito alla malcapitata di «scoprire più velocemente il cancro», affermazione che ha lasciato e ancor di più oggi lascia - alla luce di questo studio di Isidoro - irrisolti tanti interrogativi, soprattutto di fronte all’incremento in numero dei cosiddetti turbo-cancri e alla riattivazione di metastasi in malati oncologici, tutti eventi che si sono manifestati post vaccinazione anti- Covid e non hanno trovato altro tipo di plausibilità biologica diversa da una possibile correlazione con i preparati a mRna.
«Marginale il gabinetto di Speranza»
Mentre eravamo chiusi in casa durante il lockdown, il più lungo di tutti i Paesi occidentali, ognuno di noi era certo in cuor suo che i decisori che apparecchiavano ogni giorno alle 18 il tragico rito della lettura dei contagi e dei decessi sapessero ciò che stavano facendo. In realtà, al netto di un accettabile margine di impreparazione vista l’emergenza del tutto nuova, nelle tante stanze dei bottoni che il governo Pd-M5S di allora, guidato da Giuseppe Conte, aveva istituito, andavano tutti in ordine sparso. E l’audizione in commissione Covid del proctologo del San Raffaele Pierpaolo Sileri, allora viceministro alla Salute in quota 5 stelle, ha reso ancor più tangibile il livello d’improvvisazione e sciatteria di chi allora prese le decisioni e oggi è impegnato in tripli salti carpiati pur di rinnegarne la paternità. È il caso, ad esempio, del senatore Francesco Boccia del Pd, che ieri è intervenuto con zelante sollecitudine rivolgendo a Sileri alcune domande che son suonate più come ingannevoli asseverazioni. Una per tutte: «Io penso che il gabinetto del ministero della salute (guidato da Roberto Speranza, ndr) fosse assolutamente marginale, decidevano Protezione civile e coordinamento dei ministri». Il senso dell’intervento di Boccia non è difficile da cogliere: minimizzare le responsabilità del primo imputato della malagestione pandemica, Speranza, collega di partito di Boccia, e rovesciare gli oneri ora sul Cts, ora sulla Protezione civile, eventualmente sul governo ma in senso collegiale. «Puoi chiarire questi aspetti così li mettiamo a verbale?», ha chiesto Boccia a Sileri. L’ex sottosegretario alla salute, però, non ha dato la risposta desiderata: «Il mio ruolo era marginale», ha dichiarato Sileri, impegnato a sua volta a liberarsi del peso degli errori e delle omissioni in nome di un malcelato «io non c’ero, e se c’ero dormivo», «il Cts faceva la valutazione scientifica e la dava alla politica. Era il governo che poi decideva». Quello stesso governo dove Speranza, per forza di cose, allora era il componente più rilevante. Sileri ha dichiarato di essere stato isolato dai funzionari del ministero: «Alle riunioni non credo aver preso parte se non una volta» e «i Dpcm li ricevevo direttamente in aula, non ne avevo nemmeno una copia». Che questo racconto sia funzionale all’obiettivo di scaricare le responsabilità su altri, è un dato di fatto, ma l’immagine che ne esce è quella di decisori «inadeguati e tragicomici», come ebbe già ad ammettere l’altro sottosegretario Sandra Zampa (Pd).Anche sull’adozione dell’antiscientifica «terapia» a base di paracetamolo (Tachipirina) e vigile attesa, Sileri ha dichiarato di essere totalmente estraneo alla decisione: «Non so chi ha redatto la circolare del 30 novembre 2020 che dava agli antinfiammatori un ruolo marginale, ne ho scoperto l’esistenza soltanto dopo che era già uscita». Certo, ha ammesso, a novembre poteva essere dato maggiore spazio ai Fans perché «da marzo avevamo capito che non erano poi così malvagi». Bontà sua. Per Alice Buonguerrieri (Fdi) «è la conferma che la gestione del Covid affogasse nella confusione più assoluta». Boccia è tornato all’attacco anche sul piano pandemico: «Alcuni virologi hanno ribadito che era scientificamente impossibile averlo su Sars Cov-2, confermi?». «L'impatto era inatteso, ma ovviamente avere un piano pandemico aggiornato avrebbe fatto grosse differenze», ha replicato Sileri, che nel corso dell’audizione ha anche preso le distanze dalle misure suggerite dall’Oms che «aveva un grosso peso politico da parte dalla Cina». «I burocrati nominati da Speranza sono stati lasciati spadroneggiare per coprire le scelte errate dei vertici politici», è il commento di Antonella Zedda, vicepresidente dei senatori di Fratelli d’Italia, alla «chicca» emersa in commissione: un messaggio di fuoco che l’allora capo di gabinetto del ministero Goffredo Zaccardi indirizzò a Sileri («Stai buono o tiro fuori i dossier che ho nel cassetto», avrebbe scritto).In che mani siamo stati.
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Ecco #DimmiLaVerità del 10 dicembre 2025. Con il nostro Alessandro Rico analizziamo gli ostacoli che molti leader europei mettono sulla strada della pace in Ucraina.