2022-06-24
La riforma di Zingaretti vieta il 90% del gioco legale. In bilico 7.000 lavoratori
Il Lazio estende retroattivamente la norma che bandisce le sale scommesse quasi ovunque. Settore in rivolta. Il rischio è quello di facilitare le bische clandestine.Tabacco: secondo uno studio, aumento del 3,9% nell’Ue. Speranza pensa di alzare ancora l’imposizione.Lo speciale contiene due articoli.Una modifica alle legge della Regione Lazio guidata da Nicola Zingaretti che regola le attività di gioco legale, come le slot machine o le video lottery, può spazzare via la quasi totalità delle attività legali del settore, con il rischio di spianare la strada al gioco online o, peggio ancora, alle bische gestite dalla criminalità organizzata. Il cui interesse per il comparto è cristallizzato in un passaggio della relazione al Parlamento della Direzione investigativa antimafia sul primo semestre 2021: «I sodalizi mafiosi, ampliando l’utilizzo della tecnologia, sono consacrati al cosiddetto gaming e betting, rispettivamente il settore del gioco d’azzardo e delle scommesse, ove imprenditori riconducibili alla criminalità organizzata, grazie alla costituzione di società sedenti nei paradisi fiscali, creano un circuito parallelo a quello legale, che consente di ottenere smisurati guadagni ed, in particolare, di riciclare, in maniera anonima, cospicue quantità di denaro».circuiti paralleliCircuiti paralleli dunque, accessibili da chiunque, minorenni e ludopatici compresi, dove si può giocare senza alcuna limitazione, con le regole sui pagamenti delle vincite che vengono aggirate attraverso l’uso (anche per l’acquisto dei crediti per giocare) di criptovalute come il bitcoin. Transazioni che aggirano di fatto il blocco che alcune banche attivano sulle carte di credito dei loro clienti, impedendo loro il gioco online oltre una certa soglia di spesa. Secondo alcuni studi sulle conseguenze del provvedimento della Regione, verrebbe interdetto il 92,2% del territorio di Roma al gioco legale e il 99,7% del territorio di Frosinone. Ma uno studio relativo proprio al territorio della Regione Lazio della Società italiana di psichiatria evidenzia come per la maggioranza dei giocatori patologici e per un terzo dei medici l’allontanamento delle attività di gioco non costituisce un deterrente. Sul piano sociale la normativa confina e aumenta l’offerta di gioco nelle zone periferiche, ad alta densità abitativa, con una probabile influenza negativa sui giocatori normalmente residenti nelle zone stesse. Esattamente quello che potrebbe avere come conseguenza la norma approvata dal Consiglio Regionale del Lazio all’interno del cosiddetto collegato al bilancio, che - salvo ulteriori proroghe - dovrebbe entrare in vigore dal prossimo 28 agosto e porterà all’applicazione retroattiva della norma già prevista per le nuove aperture, ovvero alla chiusura di tutte quelle attività «ubicate a un raggio inferiore a 500 metri da aree sensibili, quali istituti scolastici di qualsiasi grado, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente dai giovani, centri anziani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale o luoghi di culto». La norma non riguarda solo le sale slot, ma qualsiasi attività, come bar e tabaccherie, che ha al suo interno macchine per il gioco legale, che finora erano regolamentate sulla base della distanza e non del raggio di 500 metri. Queste dovranno quindi riconsegnare al gestore le famigerate macchinette, regolamentate nell’uso da tutta una serie di limitazioni, a partire dall’inserimento della tessera sanitaria che impedisce il gioco ai minorenni. Come se non bastasse il rischio di consegnare i giocatori alla criminalità organizzata, la norma che porterà all’eliminazione di oltre il 90% delle macchine da gioco legali avrà anche ricadute pesantissime sull’occupazione, con circa 7.000 posti di lavoro a rischio. Secondo le stime infatti, l’80% delle attività della Regione Lazio con offerta di gioco chiuderebbe (passando da 4.977 ad 803 esercizi) e il 74% dei dipendenti del settore si troverebbe disoccupato e a rischio di finire reclutato da realtà illegali. Il provvedimento della Regione Lazio sarebbe dovuto entrare in vigore un anno fa, ma a causa della prolungata chiusura delle attività di gaming imposta dalle misure di contenimento della pandemia è slittata all’agosto di quest’anno. il tesoroNel frattempo però, a mar zo il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha annunciato che «la legge delega sul riordino dei giochi è pronta. È la proposta del governo che il Parlamento potrà eventualmente modificare, ma è pronta. È stata trasmessa dal Mef alla presidenza del Consiglio per essere inserita nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri». Con la conseguenza che la norma votata nel Lazio potrebbe a breve essere superata dalla riforma complessiva studiata dal Mef, che prevede un ridimensionamento dell’offerta tramite una ridistribuzione generale sul territorio nazionale dei punti in cui si trovano la macchine per il gioco, mettendo insieme la salvaguardia della legalità e la tutela dei soggetti affetti da dipendenza. Ma senza una nuova proroga che tenga conto dei tempi della riforma nazionale, il danno sarà fatto.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/la-riforma-di-zingaretti-vieta-il-90-del-gioco-legale-in-bilico-7-000-lavoratori-2657556852.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="sale-il-contrabbando-di-sigarette-pesano-le-tasse-sul-tabacco" data-post-id="2657556852" data-published-at="1656065274" data-use-pagination="False"> Sale il contrabbando di sigarette «Pesano le tasse sul tabacco» Tra i tanti fenomeni preoccupanti che sono cresciuti per gli effetti collaterali della pandemia c’è anche quello del consumo di sigarette di contrabbando. Uno studio realizzato da Kpmg per conto di Philip Morris international relativo al consumo di sigarette illecite mostra infatti che nei Paesi dell’Unione europea il consumo complessivo di sigarette provenienti da fonti illecite è aumentato di circa il 3,9% , pari a circa 1,3 miliardi di sigarette, raggiungendo i 35,5 miliardi di sigarette illegali consumate negli Stati membri dell’Ue. Un dato in controtendenza rispetto all’andamento generale del mercato delle sigarette, visto che il consumo totale è diminuito nello stesso periodo. La crescita sarebbe originata principalmente dai blocchi alle frontiere delle merci provenienti dall’estero, quando veniva comprensibilmente data priorità ai materiali necessari al contrasto dei contagi. Una condizione che però è in larga misura venuta meno durante il 2021, sulla quale si erano però già innestate le organizzazioni criminali, che si sono specializzate nella produzione di sigarette contraffatte direttamente all’interno dei confini dell’Ue, in fabbriche clandestine dove il rispetto degli standard normativi e qualitativi previsti dalle normative sono una pura utopia, con tutte le conseguenze del caso per i rischi sanitari. Secondo il documento di Kpmg, l’aumento del consumo illecito nell’Ue è stato in gran parte originato dalla crescita di circa il 33% del consumo di sigarette contraffatte in Francia, che l’anno scorso ha raggiunto gli 8 miliardi di sigarette. Nel complesso, la Francia rimane il principale mercato europeo per il consumo di sigarette illecite nell’Ue, con un totale di 15,1 miliardi di sigarette illecite consumate nel 2021, pari al 29% del consumo totale di sigarette nel Paese, oltre il doppio rispetto al 13% del 2017. Dati che, come ha evidenziato Gregoire Verdeaux, senior vice president, relazioni esterne di Philip Morris, «dovrebbero rappresentare un campanello d’allarme». Secondo il manager emergerebbe che «nei Paesi con un alto livello di tasse sui prodotti del tabacco, come la Francia, il risultato sia stato una crescita dei consumi illeciti e una diminuzione marginale dei fumatori adulti di sigarette tradizionali». Proprio la strada che, secondo quanto risulta alla Verità, intendono intraprendere le istituzioni italiane, con il ministero dell’Economia e quello della Salute che hanno allo studio interventi per aumentare l’imposizione non solo sulle sigarette, ma anche sui nuovi device elettronici. Una scelta che potrebbe avere ricadute anche sull’inflazione, visto che il tabacco fa parte del paniere di beni che la determinano, con il rischio quindi che qualsiasi aumento dei prezzi dei prodotti del tabacco possa anche contribuire alla sua ulteriore crescita. Con il rischio che si inverta la controtendenza italiana sul consumo di sigarette di contrabbando rispetto al dato europeo. Nello studio di Kpmg infatti, l’Italia emerge come un Paese virtuoso, con un consumo di 1,4 miliardi di sigarette illecite (-0,8 miliardi rispetto al 2020) e pari al 2,2% nel 2021 (-1,2 punti percentuali rispetto al 2020). Ma a preoccupare le imprese del settore è soprattutto la sostanziale equiparazione nel nostro Paese delle cosiddette sigarette elettroniche a quelle tradizionali. I nuovi device infatti per adesso sembrano immuni al mercato di contrabbando, e nei Paesi dell’Ue in cui si è scelto di applicare ai dispositivi elettronici e alle relative ricariche una politica fiscale differenziata la diminuzione di fumatori tradizionali è stata incoraggiante.