2021-02-06
Perfino Ricciardi scarica Arcuri. E le Primule rimangono un miraggio
Il commissario glissa sui rapporti con Mario Draghi ed è sempre più in bilico. Anche per il consigliere di Roberto Speranza andrebbe sostituito: «Meglio Guido Bertolaso». Intanto, per i padiglioni dei vaccini, nascerà l'ennesima task force.«Io non giudico, io non penso, io lavoro». Il commissario Domenico Arcuri lo ha ripetuto più volte ieri nella conferenza stampa settimanale. Prima rispondendo a una domanda sulle indiscrezioni che indicano Guido Bertolaso come suo possibile sostituto. Idem quando gli è stato chiesto un commento sullo scontro politico sul suo ruolo in vista della formazione del nuovo governo. Lui non pensa, non giudica, lavora e basta. Al netto delle ispirazioni calviniste, Arcuri pare aver cambiato leggermente registro usando toni meno aggressivi, da tecnico super partes. E tenendosi molto alla larga dalle consultazioni in corso. Ieri pomeriggio ha incontrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, insieme al regista Giuseppe Tornatore che ha presentato gli spot televisivi della campagna vaccinale. Quanto a un possibile colloquio con Mario Draghi, ieri in conferenza stampa Arcuri ha glissato: «Il presidente incaricato al momento è impegnato nelle consultazioni in Parlamento, come sapete». «Si rimprovera qualcosa nella gestione dell'emergenza Covid? «Io non giudico, non penso, io lavoro. Davvero non saprei cosa dire. Non ho elementi di rammarico né di rimprovero». Eppure cominciano già ad arrivare le prime prese di distanza: ieri Walter Ricciardi, docente all'Università Cattolica di Roma e consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza, ha detto all'Adnkronos che Arcuri «sta facendo bene il suo lavoro, ma fa molte cose. E per la campagna vaccinale di massa è necessaria una figura specifica, con competenze specifiche, che si occupi h24 della questione. Se devo fare un nome di chi ha queste competenze, mi viene in mente Bertolaso». Dalle Regioni è arrivata poi la voce del presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che ha invocato «un commissario per l'emergenza che abbia piena e totale fiducia del governo». Dal canto suo, Arcuri non abbandona la narrazione delle ultime settimane: se ci sono degli errori nella campagna vaccinale non è colpa nostra, ma delle case farmaceutiche che non mandano i vaccini. Ora che è cessato l'«allarme» delle consegne da parte di Pfizer e di Moderna, basta solo aggiustare la prima parte del messaggio: «Noi siamo velocissimi nel somministrare quello che ci arriva. Il problema è che non decidiamo noi quello che ci arriva», ha detto ieri. Dando la colpa alle big pharma si può cavalcare la necessità di una produzione «autoctona» vaccini che ruota attorno all'investimento di Invitalia su Reithera e soprattutto si possono giustificare meglio eventuali intoppi logistici. Alla struttura commissariale e nelle regioni sono, infatti, tutti velocissimi nel fare le cose facili. Ma il secondo step della somministrazione comporta uno sforzo logistico ben diverso dal fare numeri record negli ospedali. Servono infermieri, unità mobili e punti di somministrazione attrezzati. Al netto delle scenografiche Primule, che per stessa ammissione di Arcuri sono solo dei «luoghi esterni temporaneamente strutturati con qualche evocatività e identità». Il bando per queste strutture «evocative» che costeranno comunque 8,6 milioni è scaduto lo scorso 3 febbraio. «Sono pervenute quattro richieste che tengono insieme 31 imprese», ha detto ieri il commissario. La fioritura delle Primule sarà lunga: «Stiamo analizzando i requisiti e abbiamo chiesto al consiglio nazionale degli ingegneri, a quello degli architetti, all'Anci, a conferenza regioni e quella dei rettori» di designare componenti che dovranno valutare il progetto dei padiglioni. Questo, nel tentativo di essere del tutto indipendenti nella valutazione e per richiedere alle massime istituzioni competenti un contributo. Questa commissione si insedierà appena possibile», ha aggiunto Arcuri. Quanto al bandi dei vaccinatori, il commissario ha assicurato che «altri 911 tra medici e infermieri sono stati selezionati e si aggiungeranno ai 1.295» messi in campo in questi giorni (dovevano però essere 2.000 tre settimane fa più altri 2.000 la settimana successiva).Il ministro della Salute ha intanto avviato un tavolo permanente «che speriamo porti nei prossimi giorni alla sottoscrizione di un accordo nazionale sull'attivazione dei medici di medicina generale all'interno della campagna vaccinale», ha aggiunto Arcuri. «I medici di base non sono stati coinvolti per le caratteristiche dei primi vaccini - la conservazione a -80° - che impedivano una campagna più capillare», ha poi sottolineato. Senza però spiegare bene perché gli stessi medici di base non siano stati coinvolti subito nella logistica non relativa alla somministrazione ma alla compilazione delle liste di priorità. La struttura commissariale deve decidere anche come e dove somministrare il vaccino di Astrazeneca (consentito per ora, solo agli under 55), le cui prime 249.600 dosi arriveranno oggi in Italia. «Dalla prossima settimana potremmo iniziare a somministrarlo», ha detto Arcuri. «Partiremo dalle categorie considerate prioritarie, con insegnanti, forze armate e dell'ordine, lavoratori nei servizi essenziali, personale e popolazione nelle carceri, e quello dei luoghi di comunità».
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