2019-07-27
«Per “Veleno” attacchi dal Pd ma poi loro candidarono chi era legato all’indagine»
Parla l'autore del libro inchiesta Pablo Trincia sui cosiddetti «diavoli della Bassa Modenese»: «Sta venendo giù un sistema grazie a cui persone pericolose sono diventate oracoli».Se c'è un prima e dopo Bibbiano, c'è anche un prima e dopo Veleno che riguarda Pablo Trincia, papà di due bimbi di 8 e 6 anni, autore per Einaudi del libro - nato da un podcast messo sul web da Repubblica - che ricostruisce la storia di 16 bambini sottratti alle loro famiglie. È la cosiddetta vicenda dei «diavoli (o pedofili) della Bassa Modenese», tra Mirandola e Massa Finalese, per cui furono ipotizzati riti satanici con abusi sessuali su bambini, in qualche caso addirittura uccisi.Tutto falso: l'inchiesta finì in niente con una raffica di assoluzioni, però dopo anni, non senza purtroppo aver registrato il suicidio di chi non ha retto al dolore per un figlio strappato e alla vergogna di una macchia infamante.Oportet ut scandala eveniant, dicono le Scritture. L'impressione è che, con Bibbiano, sia stata scoperchiata una pentola senza fondo.«Sta venendo giù il sistema. Una rete che ha consentito a una serie di personaggi - che non usano metodi accettati dalla comunità scientifica, codificati nella Carta di Noto (il protocollo che fissa regole rigorose su come “ascoltare" un minore testimone, nda), ma che possono addirittura risultare pericolosi, partendo dall'assunto ideologico che ogni 5 bambini ce n'è uno vittima di abusi - di diventare oracoli dei servizi sociali, periti delle Procure e dei tribunali, arrivando perfino a tenere corsi di formazione dei magistrati. Dalle intercettazioni di Reggio Emilia, lo ha ricordato Giuliana Mazzoni, ordinario di Psicologia alla Sapienza, “emerge come nel delicatissimo lavoro di ascolto dei bambini ci siano state vere torture psicologiche"». Manipolazione mentale, lavaggi del cervello, falsi ricordi impiantati o indotti, come nel film Blade Runner con il replicante dello scomparso Rutger Hauer.«Il tema è questo. La Verità, e la mia non è una captatio benevolentiae, sta facendo un grande lavoro su Bibbiano. Lei stesso, Piroso, a Virgin Radio ha ricostruito correttamente il caso evocando i precedenti di Biella e di Veleno. Ma non dimentichiamoci Rignano Flaminio. Lì non c'erano minori sottratti alle famiglie, ma, al contrario, queste ultime erano le accusatrici. Sempre passando attraverso i racconti dei bambini, che sono innocenti per definizione, e quindi non possono non dire la verità. Peccato solo che siano molto influenzabili».Sta dicendo che quello che lei chiama il sistema, in cui ricorrono i nomi del Cismai (Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l'abuso all'infanzia) e della onlus Hansel & Gretel di Claudio Foti con le loro procedure, ha adattato il sospetto come anticamera della verità? E che quindi sul banco degli accusati potrebbe finire chiunque abbia rapporti, anche solo professionali, con i bambini?«Nel maggio 2018 in Sardegna si è suicidata una bidella di 64 anni, con 40 anni di integerrima carriera alle spalle. Aveva saputo di essere stata rinviata a giudizio con l'accusa di aver molestato nei bagni dell'asilo una scolaretta di 4 anni. Era stata giudicata fondamentale l'audizione protetta della piccola con una consulente nominata dal gip. Era una donna di 45 chili alta un metro e 50, con i capelli grigi e corti, mentre la bimba l'avrebbe descritta con i capelli biondi e lunghi, robusta e altezza medio alta».La consulente era collegata al sistema di cui sopra?«Già».Be', ma il suicidio sarebbe un indizio di colpevolezza, secondo Paolo Crepet, che così si espresse dopo Biella.«Una perla ricordata da Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano. Ad ammazzarsi a Sagliano Micca furono i quattro componenti della famiglia Ferraro: accusati di pratiche sessuali sui nipoti, i nonni e i loro figli si sono gassati con l'auto in garage. Lasciarono un biglietto che più o meno diceva: siamo innocenti, ma il tribunale e i suoi consulenti non ci hanno consentito di difenderci».1995: Angela Lucanto viene portata via dalla famiglia perché il padre è accusato (ingiustamente) di aver abusato di lei. 1996: Il caso di Sagliano. 1997 e 1998: i diavoli della Bassa Modenese. L'epidemia di casi di quegli anni ha una causa?«I casi ci sono stati anche dopo. In diverse regioni d'Italia. Rosaria Capacchione, che vive sotto scorta per le sue inchieste sulla camorra, ha ricordato come la denuncia su presunte, quanto inesistenti, sette sataniche nel Salernitano abbia visto il coinvolgimento della psicologa Alessandra Pagliuca (consulente, insieme a Cristina Roccia, ex moglie di Foti, nell'inchiesta Veleno). Ma la spinta propulsiva è negli anni Novanta, quando a Milano opera un magistrato, Pietro Forno, che costituisce un pool di investigatori antipedofili. Ha metodi spicci, con un pregiudizio colpevolista secondo l'avvocatura ma anche secondo qualche suo collega. Fin quando non si arriva al 2000, e all'assoluzione di un tassista che secondo Forno aveva violentato la figlia di tre anni: il pm Tiziana Siciliano lo fece assolvere per non aver commesso il fatto, smontando l'indagine di Forno. E chi era la consulente dell'accusa? Cristina Maggioni, che ritroviamo come perito nell'inchiesta Veleno (dove sosteneva che una bambina abusata può risultare vergine perché l'imene può ricrescere!). E quando lascia Milano Forno dove va come procuratore aggiunto? A Torino. Non distante, lo rilevo come fatto oggettivo, da Moncalieri, sede della Hansel e Gretel».Bibbiano è diventato un caso politico. Ma lei su Twitter ha scritto: «Su Veleno abbiamo contattato molti politici. Non ci ha cagato nessuno. Tranne Carlo Giovanardi, Antonio Platis di Forza Italia e Stefania Ascari del M5s», che sono emiliani. E ha rincarato la dose, parlando di strumentalizzazioni di chi è a caccia di «consensi politici e ascolti Tv». «Se la politica scade nella faziosità e l'informazione nella partigianeria, si rischia di dimenticare le vittime del sistema: le famiglie e i bambini. Dopo di che, non si può negare che siamo in una regione da sempre terra del Pd o dei suoi antecedenti. Per Veleno il Pd locale mi ha attaccato, ma chi ha candidato? La sorella di Valeria Donati, la psicologa dell'Asl di Mirandola coinvolta nell'inchiesta, e la moglie di Marcello Burgoni, ex responsabile dei servizi sociali di Mirandola che ha portato all'allontanamento dei 16 bambini». Attaccato come?«Con le parole che Foti ha usato nei mie confronti: negazionista dell'abuso. Un sapiente uso lessicale che accosta l'abuso all'Olocausto, declassando chi come me si è convinto, dopo essersi documentato, che i drammi di Veleno e di Bibbiano siano solo la punta dell'iceberg, a potenziali complici di pedofili o molestatori».
Antonella Bundu (Imagoeconomica)
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