2018-10-25
Per tre anni premi Inps ai medici sceriffi
Il sottosegretario grillino al Welfare conferma gli incentivi in busta per la revoca di quante più invalidità temporanee possibili. Il ministero vigilerà ma non può far nulla. Se ne riparlerà «nella futura programmazione». Insorgono le associazioni dei disabili.In effetti sembra proprio una cattiva idea e va anche contro i doveri di un bravo medico, però adesso la sperimentiamo tre anni e tanti saluti al 2021. È questa, in sostanza, la sconcertante risposta del governo allo scandalo sollevato da medici, famiglie degli invalidi e da un paio di giornali (Il Fatto e La Verità), dopo che l'Inps ha deciso di incentivare con più soldi in busta paga la revoca di quante più invalidità temporanee possibili. Una pratica che per chi crede al giuramento di Ippocrate crea un evidente conflitto d'interessi, perché più la visita medica è «severa» (per non dire negazionista) e più, a fine anno, l'Inps remunera il suo sceriffo in camice bianco. Lo scorso 10 ottobre La Verità aveva dato conto di questa incredibile vicenda, nata a marzo con una determina presidenziale dell'Inps firmata Tito Boeri. Pochi giorni dopo, una deputata del Pd, Elena Carnevali, ha presentato un'interpellanza urgente al ministero del Welfare e venerdì scorso è arrivata in Parlamento la risposta del sottosegretario grillino Claudio Cominardi, 36 anni, tecnico informatico di Palazzolo sull'Oglio. Innanzitutto è saltato fuori che in effetti il ministero, «visto anche il dissenso espresso in merito sui profili deontologici dalla Federazione nazionale dei medici chirurghi e odontoiatri» ha chiesto «chiarimenti» all'Inps. E l'Inps, naturalmente, ha detto che va tutto bene e per ora si è incartata i grillini. Il sottosegretario ha così riferito in Aula che gli obiettivi di riduzione delle prestazioni «non inciderebbero sull'autonomia tecnico-professionale dei medici interessati, in quanto le prestazioni a cui ci si riferisce riguardano casi ben definiti ed estremamente circoscritti». In gioco sarebbero soltanto le «revisioni ordinarie», ovvero su fattispecie di invalidità riconosciute con un diritto a fruire di prestazioni a termine, e per le quali è prevista la rivedibilità del giudizio dopo un certo numero di anni. L'Inps, sempre secondo Cominardi, ha poi un meccanismo di remunerazione dei medici legali che prevede la valutazione della performance individuale al 30% del totale e sostiene che «l'indicatore finanziario oggetto dell'interpellanza incide per l'1,7% sulla retribuzione totale del professionista».Se questa è la difesa dell'Inps, ecco la virata verso il surreale che il ministero guidato da Luigi Di Maio sembra al momento aver accettato. Siccome l'ente ha raccontato al sottosegretario che «le competenti strutture dell'istituto hanno avviato una puntuale verifica dell'efficacia dell'indicatore in argomento finalizzata a valutarne l'opportunità di una revisione», tutto proseguirà come prima. Ecco quindi come ha concluso il suo intervento Cominardi: «Il Governo si impegna a vigilare affinché, nella futura programmazione non sia più previsto l'indicatore in oggetto». Ora, siccome la «programmazione» dello scandalo è triennale ed è appena partita, siccome intanto l'Inps fa le sue «puntuali verifiche» e nel frattempo, naturalmente, il ministero «vigila», si va avanti come nulla fosse per tre anni. Nel merito della risposta dell'Inps colpisce anche il fatto che se fosse vero che i premi incriminati incidono solo per l'1,7% della retribuzione, questa misura minima non cambierebbe i termini della questione e costituirebbe una riconosciuta minaccia alla serenità e autonomia di giudizio del medico, ancora più incomprensibile perché perpetrata per quattro spiccioli. E mentre, molto a fatica, montava lo scandalo, Boeri prendeva carta e penna e scriveva direttamente alle famiglie degli invalidi. Anche perché le associazioni dei disabili sono insorte di fronte a «un modo di contrastare le truffe che ci vuole riportare al medioevo». Il presidente dell'Inps assicura: «Non c'è un privato interesse economico che si scontra con il dovere professionale di agire secondo scienza e coscienza; c'è invece un incentivo collettivo a essere più efficienti e scrupolosi nella programmazione delle visite di verifica della permanenza dello stato invalidante». Eppure l'Ordine dei medici ha definito gli incentivi di Boeri «un'aberrazione», e sul suo blog il medico e attivista Vittorio Agnoletto ha smontato la missiva del presidente Inps punto per punto, forte anche del fatto che, personalmente, da anni fa anche 15 visite di revisione al giorno. Agnoletto osserva che se «un provvedimento è ritenuto illegittimo e in contrasto con il codice deontologico dei medici, va subito revocato indipendentemente dal suo valore economico». Poi prende in castagna Boeri laddove questi parla di un presunto «contributo del medico alla riduzione del debito pubblico». «Domani, seguendo lo stesso criterio, si potrebbero premiare gli autisti delle ambulanze che risparmiano sulle corse e sul carburante», conclude il medico. In ogni caso, se Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis ci manderanno la Troika, Boeri è già schierato in corsia con le forbici.
Jose Mourinho (Getty Images)