2020-05-14
Pure Spadafora
fa il Maduro: dimezzati gli affitti sportivi
Vincenzo Spadafora (Ansa)
Il ministro annuncia la riapertura degli impianti per il 25 maggio, mentre sul campionato si arroga arbitrio assoluto. Le perle del decreto Rilancio: più tasse sulle scommesse e la folle idea sulle locazioni.Vincenzo Spadafora si è presentato in Aula per spostare ancora un po' più in là la riapertura dei centri sportivi e soprattutto il riavvio del campionato di calcio. «Sono pienamente consapevole dell'importanza sociale che si raccoglie intorno al tema del calcio», ha affermato. «Ho trovato però eccessivo l'inasprimento del dibattito politico e mediatico, incomprensibile a fronte di milioni di italiani interessati alla propria salute e al lavoro. Se riprenderà il campionato come tutti auspichiamo», ha spiegato Spadafora, «riprenderà perché saremo arrivati a questa decisione dopo una successione ordinata di azioni e protocolli al fine di riprendere in sicurezza, di tutti».In pratica, se sui centri sportivi ha fissato la data del 25 maggio, sul riavvio del campionato Spadafora sembra apprezzare il modello della democrazia che vige in Venezuela. Il Parlamento non esiste. Non è più un luogo di discussione e nel quale prendere decisioni, ma solo uno scranno dal quale fare proclami. Spadafora fa chiaramente capire che sarà il governo a decidere il come e il quando. D'altronde mica ci sono in ballo milioni e contratti già firmati... Sembra - a sentire le sue parole - che si tratti di una concessione come quelle che si fanno ai bambini se si comportano bene. Certe scelte fanno parte della democrazia di un Paese. Il fatto che in ballo ci sia un pallone cambia poco, perché il medesimo atteggiamento ricade a cascata su tutte le altre decisioni relative al comparto sportivo. Arrogarsi il potere di fare da arbitro e pure da controparte va a impattare sulla Costituzione e crea delle distorsioni economiche estremamente pericolose. Per capirlo basta prendere gli articoli 210 e 211 del decreto Rilancio. Dentro ci sono due abomini. Uno riguarda le tasse e l'altro gli affitti. Per cercare di raccogliere fondi dello sport, idea di per sé giusta, il governo su input di Spadafora ha pensato bene di risolvere il problema della crisi economica aggiungendo una nuova tassa. Parte del miliardo che Spadfora si è vantato di racimolare dovrebbe arrivare da una extra imposta dello 0,3% sulla «raccolta da scommesse relative a eventi sportivi di ogni genere, anche in formato virtuale, effettuate in qualsiasi modo e su qualsiasi mezzo, sia online, sia tramite canali tradizionali, come determinata con cadenza quadrimestrale dall'ente incaricato dallo Stato». La percentuale vale su tutte le giocate e non sul fatturato delle aziende. Per capirsi meglio, lo 0,3% in questione equivale al 7% dei margini. Per le aziende che nel loro complesso danno lavoro a circa 70.000 persone, le tasse passeranno dal 24 a circa il 30%. «I dati di aprile rivelano un drammatico -72% rispetto all'analogo mese del 2019, e nonostante il momento drammatico il governo pensa di risolvere il problema aumentando pesantemente la tassazione del settore: i prelievi aggiuntivi vanno dallo 0,35 all'1% della raccolta», spiega alla Verità il presidente di Logico, Moreno Marasco ribadendo un concetto semplice sebbene inascoltato: «Uscire dalla crisi con più tasse è impossibile». Purtroppo però la follia statalista di questo esecutivo raggiunge l'apice nell'articolo 210. Dal momento che per mesi le strutture sportive sono rimaste chiuse per via dei decreti del governo, il team di Spadafora doveva trovare una soluzione per la ripartenza. Chi gestisce gli impianti non ha incassato. Come fa a pagare gli affitti? Semplice: basta dimezzare gli importi delle locazioni (da marzo a luglio) per legge. Poco importa che anche il locatore sia un imprenditore che avrà a cascata le sue difficoltà. Per il governo, in barba al codice civile, la crisi si risolve tagliando il fatturato. È il segno della decrescita felice che i grillini avevano promesso prima di aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. «Abbiamo sperato fino all'ultimo che la norma saltasse», spiega Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedelizia, «perché è al di fuori di ogni prassi costituzionale e per giunta tratta le locazioni di impianti sportivi come fossero qualcosa di avulso dagli altri contratti di natura commerciale». Purtroppo la follia non basterà certo a salvare la metà del business, ovvero quella dei conduttori degli affitti.Il governo sembra non calcolare che l'impatto delle norme e delle regole che ricadranno su chi gestisce impianti e palestre renderanno poco conveniente l'esercizio. I costi fissi e quelli variabili saranno in forte aumento, mentre il fatturato sarà per legge limitato.Dal momento che i ricavi sono proporzionali agli spazi che gli avventori possono occupare. Così facendo molti imprenditori getteranno la spugna e lasceranno per sempre l'attività oppure aspetteranno tempi migliori. La mentalità anti imprenditoriale della sinistra è pericolosa, ma è anche peggio se si unisce all'inconsapevolezza delle scelte che si fanno. Se un governo non ha idea di come funzioni un'azienda è molto difficile che sappia rilanciare l'economia. Dovrebbe limitarsi a non fare nulle. Almeno oltre al Covid, non avremmo altri danni