2018-08-28
Per Repubblica l'ex spia sovietica è stata uccisa, ma è una fake news
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In un articolo del 27 agosto sul quotidiano diretto da Mario Calabresi si dà per certa la morte di Sergej Skripal, ex agente segreto passato al servizio di Sua Maestà a metà degli anni Novanta. Non è vero.Londra è uno snodo fondamentale degli interessi dei grandi oligarchi russi. Sono attratti dalla lingua, visto che l'inglese è la lingua straniera più popolare nel loro Paese. Ma anche dalla facilità di fare affari e di spostare grandi somme di denaro. Vivono nei quartieri lussuosi di Londra, cioè Belgravia, Mayfair e Knightsbridge. Frequentano i grandi magazzini Harrod's e partecipano a eventi e feste con l'aristocrazia britannica. E i loro figli studiano presso le grandi scuole britanniche. Ma le recenti tensioni tra Regno Unito e Russia hanno complicato la vita nella City per gli oligarchi vicini al presidente Vladimir Putin. Tutto nasce a marzo, quando Sergej Skripal, un'ex spia sovietica passata al servizio di Sua Maestà a metà degli anni Novanta, e sua figlia Julia vengono avvelenati in una cittadina del Sud inglese, Salisbury. Per il governo di Londra c'è lo zampino della Russia, visto che l'attacco è stato portato con il Novichok, agente nervino prodotto dagli scienziati alle dipendenze di Mosca. Passa qualche settimana, è il 30 giugno, quando un uomo, Charlie Rowley, da qualche parte in un raggio di 13 chilometri da Salisbury, trova per strada un nebulizzatore, lo regala alla compagna Dawn Sturgess convinto fosse un profumo. Ma era Novichok: lei è morta, lui salvo per un pelo. Skripal e la figlia sono stati avvelenati da Novichok in gel, mentre quello ritrovato da Rowley era sotto forma di olio. L'uomo ricorda una confezione ancora sigillata: per questo probabilmente non si trattava di un attentato, secondo gli investigatori britannici.Le indagini continuano ma intanto i Paesi Nato hanno preso provvedimenti. Dopo l'iniziale stretta di Londra, anche Washington ha fatto scattare nuove sanzioni contro Mosca, entrate in vigore lunedì scorso. Le misure prevedono l'interruzione della vendita di armi statunitensi alla Russia e proibiscono le esportazioni di beni e tecnologie sensibili per la sicurezza nazionale. Tuttavia, le misure punitive non influenzeranno la cooperazione spaziale nell'interesse degli Stati Uniti, anche se le licenze per l'esportazione per questo specifico settore verranno rilasciate esaminando singolarmente ogni caso. Annunciando la decisione, il portavoce del dipartimento di Stato, Heather Nauert, ha detto che Washington ha stabilito che il governo russo ha utilizzato armi chimiche o biologiche contro i propri cittadini in violazione delle leggi internazionali. Repubblica 27 agostoCome dicevamo, tra i provvedimenti decisi da Londra c'è la stretta sugli oligarchi russi. E così, Roman Abramovich, dopo il mancato rinnovo del suo visto di soggiorno, che non gli consente di fare affari nel Regno Unito, starebbe muovendosi per vendere la squadra di calcio del Chelsea e avrebbe per questo contattato la banca d'affari americana Raine Group, che avrebbe valutato la società in 2 miliardi di sterline, un record. Nonostante fonti della società londinese citate dai media britannici dopo lo scoop del Sunday Times smentiscano, le voci di una possibile cessione continuano a susseguirsi.A raccontare i movimenti del «magnate amico di Putin» c'è anche Repubblica, che nelle pagine sportive ne ricorda l'ascesa ai tempi di Boris Eltsin. Scrive Enrico Sisti: «Il suo vero problema non è il Chelsea, bensì i rapporti fra Moca e Londra. E (manca un accetto, ndr) diventato ricco con Eltsin ma se ne è accorto con Putin, che gli ha costaantemente (c'è un «a» di troppo, ndr) garantita la sua lontana ma non troppo, protezione personale ed economica. Solo che adesso, dopo l'assassinio dell'ex-spia russa Srkipal, l'Inghilterra…». Alt. Due errori: non soltanto si chiama Skripal ma soprattutto non è morto, e di conseguenza quello ai suoi danni è stato un tentativo di assassinio. Infatti, l'ex agente del Gru è vivo, sostengono le autorità britanniche. Anche se sostenere il contrario c'è la nipote, Viktoria Skripal, secondo cui lo zio potrebbe essere morto. La donna, che molti a Londra vedono come uno strumento in mani russe per mettere pressione al governo di Theresa May, adotta la stessa linea del giornalista Neil Clark, che su due media di Stato russi, il sito Sputnik e la televisione Rt, da marzo parla di caccia alle streghe, russe ovviamente. Due giorni fa Clark ha firmato su Sputnik un editoriale in cui si chiedeva perché se davvero è vivo non si hanno più notizie di Skripal, dimesso dall'ospedale di Salisbury il 18 maggio, più di due mesi dopo essere stato trovato privo di sensi su una panchina con la figlia. Dei due non si hanno più notizie. Le ipotesi quindi sono due: o a Repubblica hanno una notizia bomba che si limitano a scrivere in un articolo nelle pagine sportive del quotidiano (siamo oltre pagina 40) oppure la loro russofobia è così forte che dà effetti contrari, cioè regala a Putin la morte di un disertore.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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