
Assolto «per la particolare tenuità» del gesto l'antagonista che aveva aggredito un agente durante un corteo a Milano. I fatti risalgono al 2016 quando cinque giovani che stavano facendo a pezzi una bandiera del Pd vennero fermati dalla polizia. Sputate in faccia ai poliziotti. Avanti che aspettate? Lo potete fare. È legittimo. Non punibile. Un fatto di nessuna gravità. Lo ha deciso il giudice di Milano che ha assolto un giovane (si fa per dire) dei centri sociali che durante una manifestazione aveva per l'appunto pensato bene di irrorare con la sua saliva la faccia di un agente. Chissà, forse in tribunale hanno immaginato che fosse una gentilezza. Un atto di cortesia. Ma sì, dev'essere andata proprio così: l'hanno considerato un gesto di premura. Hanno pensato che il manifestante volesse rinfrescare l'uomo in divisa. Avrebbe voluto una bottiglietta d'acqua, ma in quel corteo probabilmente c'erano solo molotov. Avrebbe voluto una salvietta rinfrescante, ma attorno a lui avrà visto come sempre solo bombe carta. Così ha pensato bene di usare uno dei pochi liquidi che aveva a disposizione: la saliva. Immaginiamo che cosa abbia pensato il giudice, dalle vedute aperte e progressiste: liquido per liquido, in fondo, a quel poliziotto poteva andar persino peggio. I fatti risalgono al 2016. Cinque antagonisti (che poi antagonisti a cosa? A parte che all'intelligenza?) stanno facendo a pezzi una bandiera del Pd. I poliziotti intervengono. Come sempre cercano di evitare che la situazione degeneri. Cercano di evitare che siano commessi reati. Pensate un po' che ingenui. Ci provano ancora. Ci provano sempre. Nonostante tutto. Anche se alla fine, per far rispettare le regole, passano sempre dalla parte del torto. Anche se vengono provocati. Anche se appena alzano il dito mignolo, vengono subito accusati di «tortura». Anche se vengono sbeffeggiati, irrisi, presi per i fondelli e non possono reagire. Anche se alla fine di ogni manifestazione si medicano le ferite mentre i picchiatori restano impuniti. Nonostante tutto questo, niente da fare: i poliziotti si ostinano a fare il loro mestiere. Per la misera paga di poco più di 1.000 euro al mese. Non è una cosa assurda? Non è una cosa che merita una lezione? Per fortuna ci ha pensato il tribunale di Milano che ha stabilito, con apposita sentenza, la libertà di sputazzo sulla loro faccia. E anche sulla loro divisa. Se la meritano, no? Tanta fedeltà alle regole deve essere punita come si deve. E allora avanti, che aspettate? Al prossimo corteo mettetevi in fila, allenate il catarro per essere più schifosi, e sparatelo a fiumi contro il poliziotto più vicino. I magistrati vi diranno che è una cosa di nessuna gravità. «Tenue». Sentite come suona bene? «Particolare tenuità del fatto». Chi viene colpito non dovrebbe nemmeno lamentarsi. Anzi, dovrebbe mostrarsi pure felice. Ma sì, i poliziotti dovrebbero andarne orgogliosi: sputateci addosso, sputateci in faccia. Sputateci ancora. E pazienza se la loro divisa rappresenta lo Stato e anche un po' tutti noi cittadini. Chi se ne importa? La civiltà giuridica deve andare avanti, magari assolvendo direttamente l'aggressione del poliziotto. E perché no, regalando una medaglia al valor di catarro, all'antagonista che anziché limitarsi a sputare (perché essere così «tenue»?), rifila direttamente un pugno in faccia all'agente o un calcio negli zebedei o una bella sprangata in testa. Colpire chi veste la divisa non è reato, si capisce. È normalità. Piuttosto non sarebbe ora di cominciare a punire severamente chi non lo fa?
Ansa
Slitta a oggi il termine per le modifiche alla manovra. Spunta bonus per le scuole private.
Rush finale per gli emendamenti alla manovra. È slittato a oggi il termine per la presentazione dei cosiddetti segnalati. Significa che le 5.742 proposte di modifica del testo iniziale, saranno ridotte a 414. Sempre oggi si svolgerà un pre Consiglio dei ministri in vista del cdm di domani. Uno dei punti all’ordine del giorno è lo schema di disegno di legge che prevede l’istituzione del Registro unico nazionale dei dispositivi medici impiantabili. Sono poi previsti due schemi di decreto legislativo. Il primo su Terzo settore, crisi d’impresa, sport e Iva. Il secondo, introduce integrazioni per Irpef e Ires, tocca la fiscalità internazionale, le imposte sulle successioni e donazioni e di registro, con modifiche anche allo Statuto dei diritti del contribuente e ai testi unici delle sanzioni tributarie. Si affronterà poi l’adeguamento alla normativa europea. Vengono esaminati in via definitiva i decreti relativi alle sanzioni per chi viola gli obblighi sui carburanti sostenibili per l’aviazione (Saf).
Lucio Malan (Ansa)
La mossa di Lucio Malan ricorda che 275 miliardi di riserve sono del Paese. Anche se non ne può disporre per le regole europee.
Ci sono diversi modi per mandare frecciatine nemmeno tanto trasversali verso la Banca d’Italia, l’Eurosistema e la Ue. Uno è quello di voler stabilire in modo inequivocabile chi è il proprietario delle riserve auree detenute e gestite dalle stanze di Palazzo Koch.
Dopo un tentativo simile durante il governo Conte uno, a opera del senatore leghista Claudio Borghi, venerdì è stato il senatore Lucio Malan, capogruppo di Fdi al Senato, con altri quattro senatori del suo partito, ad apporre la propria firma su un lapidario emendamento alla legge di Bilancio 2026: «Le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia appartengono allo Stato, in nome del popolo italiano».
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 19 novembre con Flaminia Camilletti
Roberto Calderoli e Luca Zaia (Ansa)
Attilio Fontana e Luca Zaia siglano le pre-intese su Protezione civile, professioni, previdenza integrativa e sanità. Il Doge: «Subito 300 milioni agli ospedali». Roberto Calderoli: «Federalismo fiscale entro marzo o saltano 32 miliardi di Pnrr».
Diciotto novembre. Data storica. Un anno dopo l’intervento della Corte costituzionale che ha fermato, di fatto, l’entrata in vigore della legge Calderoli sull’Autonomia differenziata, sono arrivate le prime storiche pre-intese tra i governatori di Veneto e Lombardia con il ministro degli Affari regionali su quattro materie: Protezione civile, professioni, previdenza complementare e gestione finanziaria della sanità. Nella Costituzione c’è scritto che sono 23 le materie che possono essere affidate in gestione alle Regioni, ma 15 sono «protette» dai Lep, ovvero bisogna fissare i Livelli essenziali di prestazione prima di procedere alla devoluzione. «Entro la legislatura», saranno fissati i criteri per i Lep ha annunciato Roberto Calderoli ieri mattina a Palazzo Balbi, la sede della Regione Veneto, durante la firma dell’accordo con Luca Zaia.






