2020-01-31
Per due casi sospetti in 7.000 prigionieri sul gigante del mare
Costa Smeralda bloccata a Civitavecchia. Dalla Capitaneria via allo sbarco, il sindaco si oppone. In serata i test: entrambi negativi.Caos, proteste politiche, scene di panico a Civitavecchia. Protagonisti loro malgrado i 6.700 passeggeri a bordo della nave ammiraglia di Costa crociere, finiti in mezzo a un rimpallo di responsabilità causato da un nuovo caso sospetto di coronavirus. La piccola cittadina galleggiante che prende il nome di Costa Smeralda è in una semi-quarantena forzata alla banchina del porto della cittadina del litorale romano per la presenza, in una donna, di sintomi compatibili con l'infezione da 2019-nCov. L'allarme è scattato nella mattinata di ieri al momento di entrare in porto, per il quale è sempre necessario il nulla osta della Sanità marittima. Il medico di bordo ha segnalato il caso sospetto. Si tratta di una donna di Macao che, con il compagno, era arrivata a Milano Malpensa con un volo diretto da Hong Kong il 25 gennaio. I due si erano imbarcati a Savona, con altri 374 connazionali, e avevano fatto già tappa a La Spezia, Marsiglia, Barcellona e Palma de Maiorca. Nel tragitto verso Civitavecchia, l'altra sera, la signora cinese si è presentata all'infermeria della nave lamentando sintomi influenzali: febbre e tosse. È stato subito applicato il protocollo d'emergenza sanitario e messi in isolamento, all'interno dell'infermeria, sia lei che il marito (che al momento non presenta i sintomi). In mattinata sono saliti a bordo i medici arrivati dell'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma per raccogliere i campioni necessari al test di verifica. Gli altri quasi 7.000 passeggeri, di cui 751 cinesi, in attesa degli esiti, sono rimasti a bordo perché, da protocollo, si può scendere solo se si esclude la presenza di 2019-nCoV. Quando, con i risultati «rassicuranti» dei primi test sui due croceristi, le autorità portuali hanno dato il via libera allo sbarco dei 1.143 passeggeri che terminavano la vacanza a Civitavecchia, sono però scesi solo i bagagli. Il sindaco della città, Ernesto Tedesco, eletto con la Lega, si è opposto allo sbarco prima dell'esito definitivo dei risultati dello Spallanzani (i primi cittadini sono responsabili delle condizioni di salute dei loro cittadini): «Siamo preoccupati e anche i lavoratori che devono procedere allo sbarco lo sono», ha detto, precisando che «ovviamente daremo il via libera se arriveranno i risultati negativi dai test». Il problema, per i turisti a bordo, è che i risultati dell'Istituto Spallanzani sono arrivati solo dopo le 20. Entrambi negativi per i coniugi, era una semplice influenza. Nel frattempo, i croceristi avevano passato 12 ore accampati nelle zone comuni dell'imbarcazione. Alcuni l'hanno presa con filosofia, continuando a sguazzare nelle piscine e approfittando del sole quasi primaverile, ma la quasi totalità si è attaccata ai telefonini postando foto del disagio e invocando di scendere. Solo in serata dalla compagnia è arrivato il via libera a rientrare in possesso delle cabine, così da poter passare la notte su un letto: «Ci hanno dato delle camere di appoggio, ma senza il badge di entrata e uscita. Di fatto siamo senza privacy», commentano dalla Smeralda. Restano intanto in attesa di notizie sui tempi di rimpatrio anche la sessantina di italiani che sono isolati nella città di Wuhan, focolaio dell'infezione e messa in quarantena dal governo cinese, che stenta ad autorizzare le partenze degli stranieri. Solo americani e giapponesi son già tornati in patria. Qualche ritardo nei rimpatri del resto c'è del resto anche per la Francia e la Gran Bretagna. La Farnesina informa che sta facendo «tutto il possibile» e che «i nostri connazionali stanno bene, non hanno sviluppato la malattia causata dal coronavirus». Il capo dell'Unità di Crisi, Stefano Verrecchia fa sapere che «dei 70 italiani nell'area di Wuhan, in una sessantina hanno scelto di rientrare». Il volo, operato dal Comando Operativo di Vertice Interforze, è pronto a partire dall'Italia per raggiungere direttamente l'aeroporto di Wuhan, ma attende le necessarie autorizzazioni da parte cinese. A bordo c'è personale medico specializzato, infermieri e adeguato equipaggiamento sanitario per garantire un trasporto sicuro. All'arrivo in Italia i connazionali seguiranno un protocollo sanitario definito dal ministero della Salute: probabilmente quindici giorni (periodo di incubazione del virus) in una caserma o in un albergo. Oltre alle questioni organizzative, il vero nodo da sciogliere, per il ministero degli Esteri, riguarda il via libera di Pechino al decollo. Sempre dall'ospedale Spallanzani di Roma, specializzato in malattie infettive, è arrivata la conferma che sono stati tutti dimessi i 18 pazienti ricoverati per sospetto contagio da nuovo coronavirus: i risultati dei test hanno dato escluso tra le cause il 2019-nCov. Tra i pazienti, c'erano cinesi o italiani in arrivo dalle aree colpite dal virus, che hanno avuto sintomi influenzali. Sono invece in fase di accertamento i sintomi di un'altra coppia di turisti cinesi. L'uomo si è infatti sentito male in un albergo della zona centrale di Roma ed è stato trasportato allo Spallanzani. L'allerta è scattata nella serata di mercoledì 29 gennaio. Il personale che l'ha soccorso, arrivato in ambulanza con tute e mascherine, come misura preventiva, ha portato anche la moglie che, come il marito, è stata messa in isolamento e sottoposta ai test. Anche da Alessandria è arrivata la segnalazione di un caso sospetto. Riguarda una ragazza italiana di 24 anni. È ricoverata all'ospedale della città piemontese con sintomi influenzali. La giovane è appena rientrata in Italia, dopo sei mesi trascorsi a Shanghai. Anche per lei sono già scattate le procedure di isolamento e si attende l'esito degli esami.
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