2020-02-20
Per Bloomberg gli anziani non vanno curati
L'ennesimo video del passato inguaia il candidato democratico: «Se hai un cancro a 95 anni dovremmo dirti “vai pure, non c'è un rimedio per te"». Ecco perché il miliardario non scalda le minoranze e il ceto medio. E Donald Trump lo silura: «Patetico oratore». Fuoco di fila contro Michael Bloomberg. In attesa che il miliardario si confronti finalmente con le urne nel Super Martedì del 3 marzo, montano le polemiche attorno alla sua candidatura. Se i sondaggi a livello nazionale lo danno in ascesa, gli attacchi contro l'ex sindaco di New York si moltiplicano, mentre da giorni stanno riemergendo sue passate dichiarazioni dai contenuti non poco controversi. In un video del 2011 diffuso dal sito conservatore Daily Caller (e ripreso da Forbes), Bloomberg sostiene che il denaro dei contribuenti non debba essere utilizzato per pagare le cure agli anziani malati di cancro alla prostata. «Se ti presenti con il cancro alla prostata e hai 95 anni», afferma, «dovremmo dire “vai e divertiti, passa una bella giornata, vivi una vita lunga". Non esiste una cura e non possiamo fare nulla. Se sei un giovane, dovremmo fare qualcosa al riguardo». Del resto, appena un anno prima, l'allora sindaco aveva definito la riforma sanitaria di Barack Obama «una vergogna», aggiungendo: «Si tratta di un altro programma che costerà un sacco di soldi». Insomma, posizioni nette, che mostrano quali siano le idee del miliardario in materia di welfare. È pur vero che - lo scorso dicembre - Bloomberg abbia presentato un progetto di riforma sanitaria, proponendo - come gli altri candidati democratici centristi - l'istituzione di una copertura assicurativa pubblica da far coesistere con gli attori privati. Non è comunque improbabile che simili affermazioni, espresse in un passato non poi così lontano, possano costituire una seria tegola sulla sua campagna elettorale. Non solo la sanità rappresenta infatti una questione delicatissima nelle attuali primarie democratiche. Ma lo stesso Donald Trump -che viene spesso accusato di voler smantellare la sanità pubblica americana- ha recentemente auspicato di voler ridurre il costo dei farmaci e - soprattutto - di voler rafforzare le tutele per i pazienti con condizioni preesistenti: tema, quest'ultimo, che rappresentò uno dei cavalli di battaglia dello stesso Obama. Tuttavia alcuni problemi Bloomberg se li sta ritrovando anche sul fronte delle minoranze etniche. Nel 2008, l'allora sindaco sostenne che tra le cause della crisi finanziaria di quell'anno figurasse anche l'abolizione del cosiddetto redlining: una pratica discriminatoria, volta a impedire ad interi quartieri disagiati (spesso a maggioranza afroamericana) la possibilità di contrarre prestiti ipotecari. Ulteriore elemento controverso risiede nel fatto che, da primo cittadino della Grande Mela, abbia promosso lo stop and frisk: prassi con cui gli agenti di polizia - anche senza un mandato - potevano fermare e perquisire chiunque ritenessero sospetto. Una pratica spesso accusata di colpire soprattutto le minoranze etniche e per cui Bloomberg ha chiesto scusa la settimana scorsa. Si tratta di grattacapi rilevanti, soprattutto alla luce del fatto che l'ex sindaco starebbe cercando oggi di accattivarsi le simpatie degli elettori afroamericani delusi dalle magre performance elettorali di Joe Biden in Iowa e New Hampshire. Senza poi trascurare che, nel 2016, il miliardario si lasciò andare a commenti, da molti ritenuti offensivi, verso gli agricoltori: una quota elettorale che si rivelerà dirimente nella corsa per la Casa Bianca del prossimo novembre. Ma non è tutto. Perché Bloomberg - che ieri sera ha preso parte a Las Vegas al suo primo dibattito televisivo tra i candidati dem - è sotto i riflettori anche per sospetti di conflitto di interessi. Sebbene il suo comitato elettorale abbia dichiarato pochi giorni fa che l'ex sindaco venderebbe il proprio colosso mediatico in caso di vittoria presidenziale, le polemiche non si placano. Appena ieri mattina, Trump ha twittato lapidariamente: «La corrotta Bloomberg News dirà che patetico oratore è il piccolo Mike, che non ha rispetto dei nostri grandi agricoltori, o che ha violato le leggi sul finanziamento delle campagne al livello più alto e sinistro con “tangenti" dappertutto?» Già l'altro ieri, Trump si era scagliato contro gli ingenti investimenti elettorali dell'ex sindaco: «Il piccolo Mike sta comprando illegalmente la nomination democratica. La stanno togliendo di nuovo da Bernie. Piccolo Mike, le nomination dei partiti non sono in vendita!». Accuse in linea con quelle di Bernie Sanders, che in un recente comizio ha tuonato: «Abbiamo un sistema politico corrotto che consente ai miliardari di comprarsi le elezioni […] Oggi diciamo al sindaco Bloomberg: siamo una democrazia, non un'oligarchia». Insomma, nonostante un potere finanziario da oltre 50 miliardi di dollari, la candidatura dell'ex sindaco resta un'incognita. Non solo per le sue controverse posizioni politiche ma anche perché non è esattamente chiaro che cosa una simile figura abbia da dire a quote elettorali come gli agricoltori e i colletti blu impoveriti del Midwest. Una figura, integrata all'establishment e tendente al trasformismo, che rischia di spaccare ulteriormente un partito - quello democratico - già frantumato in innumerevoli correnti.
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Nel libro postumo Nobody’s Girl, Virginia Giuffre descrive la rete di abusi orchestrata da Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell e ripercorre gli incontri sessuali con il principe Andrea, confermando accuse già oggetto di cause e accordi extragiudiziali.