2020-07-13
«Pensioni, conti falsi per fare la Fornero bis»
Il presidente di Itinerari previdenziali Alberto Brambilla smentisce il sorpasso dei lavoratori che si sono ritirati rispetto a quelli attivi: «Dati sballati: sommano previdenza e assistenzialismo per coprire le mance. Il governo studia una riforma ancora più dura rispetto al passato».Si riaccende lo scontro sulle pensioni e il governo fa un'altra mano del gioco delle tre carte. È bastato che la Cgia di Mestre facesse sapere che secondo i suoi calcoli i pensionati hanno superato causa Covid i lavoratori per far tornare, soprattutto al Pd, nostalgie della legge Fornero. «Ma quel dato», chiarisce Alberto Brambilla, presidente del centro studi e ricerche Itinerari previdenziali, «è fuorviante. I pensionati sono molti meno dei lavoratori, semmai sono le prestazioni previdenziali che sono di più, ma perché in Italia si percepisce spesso più di una pensione. La media è di 1,45 prestazioni a testa. Se io fossi stato il ministro del Lavoro avrei preteso subito una smentita. Anche perché in Europa simili affermazioni si pagano». Mark Rutte - il frugale leader olandese - ha apostrofato ruvidamente «quota 100 e la spesa pensionistica da cicale italiane». Giuseppe Conte si è difeso, però è stato subito smentito dal sottosegretario all'Economia Antonio Misiani del Pd che ha fatto sapere: «Quota 100 si esaurisce con il 2021, non sarà rinnovata». «Non hanno smentito le cifre sui pensionati», chiarisce Brambilla, «perché non vogliono fare chiarezza sul fatto che questo governo sta buttando miliardi e miliardi nel più improduttivo assistenzialismo. La spesa per le pensioni non c'entra quasi nulla, ma la ministra Nunzia Catalfo tace e non rassicura l'Europa, mentre il Pd spinge per cancellare ogni traccia dei provvedimenti del governo gialloblù, anche se a dire il vero quota 100 non è tecnicamente impeccabile». Non ci sta Matteo Salvini che attacca: «Il Pd che ha nostalgia della Fornero è un insulto a milioni di italiani e farebbe inorridire Enrico Berlinguer. Quando la Lega tornerà al governo non solo confermerà quota 100, ma farà anche quota 41». E allora cerchiamo di capire dove sta la verità. Brambilla ci risiamo: se la pigliano con i pensionati? «Purtroppo sì e lo fanno per nascondere le mance che hanno elargito sotto Covid e per non affrontare i veri nodi della previdenza che sono fare chiarezza su cosa è spesa previdenziale e cosa spesa assistenziale. Affermare che i pensionati hanno superato i lavoratori attivi è una fake news. I lavoratori dipendenti erano nel 2019 23 milioni e mezzo contro 16 milioni e 200.000 pensionati. È vero che per effetto del Covid i dipendenti sono un po' scesi e per effetto di quota 100 i pensionati sono un po' aumentati, ma siamo a 22 milioni e 400.000 lavoratori contro 16 milioni e 400.000 pensionati. E comunque chi è uscito dal lavoro con quota 100 con un anticipo di due anni poi non peserà sulle prossime statistiche. Il rapporto tra attivi e pensionati si è un po' deteriorato passando da 1,44 a 1,36, ma da qui a dire che c'è stato il sorpasso ce ne corre. Piuttosto bisogna stare attenti a cosa succederà nei prossimi mesi». È l'annuncio dell'autunno caldo?«Piuttosto mi preoccupa che qui con la richiesta di nuove legislazioni di emergenza, con il blocco dei licenziamenti fino a dicembre, con la cassa integrazione che si prolunga, ci bruciamo 4 miliardi ogni mese e credo che si stia buttando molto fumo negli occhi per far dimenticare che stiamo spendendo montagne di quattrini in assistenzialismo puro. Se quei 4 miliardi al mese venissero investiti nei cantieri e si creassero posti di lavoro l'argomento pensioni perderebbe qualsiasi forza propagandistica».Dunque non c'è un allarme spesa per le pensioni?«Ci sono i conti presentati in maniera distorta. La spesa pensionistica in Italia è stimata in 297 miliardi, ma lì dentro c'è di tutto. La spesa vera per le pensioni è pari a 207 miliardi, di questi lo Stato se ne riprende sotto forma di tasse 50 miliardi. Dunque le pensioni sono pari a 155 miliardi, non a 300».Gli altri soldi dove vanno?«Sono le integrazioni al reddito, le troppe forme di assistenzialismo che a questo governo piacciono tanto. Quando scadrà il blocco dei licenziamenti ci troveremo con 800.000, 1 milione di contratti non rinnovati e che si fa? Si continua con i redditi d'emergenza? Togliamo soldi ai pensionati? Poi io penso che dovremmo premiare chi resta al lavoro più a lungo. Con l'allora ministro Roberto Maroni facemmo il superbonus e sarebbe ora di riprovarci. Fa risparmiare e aumenta la produttività. Ma non si può neppure penalizzare chi vuole andarsene. Invece mi pare che sia in arrivo una Fornero bis ancora più dura. Ripeto: la spesa per le pensioni è pari a 150 miliardi ed è sostenibile. Lo sarebbe ancora di più se lo Stato pagasse i contributi».In che senso? «Il fondo lavoratori privati è attivo per 4,5 miliardi, quello dei professionisti per 4, la gestione separata per 7 miliardi, il fondo dipendenti pubblici invece è in deficit per 30 miliardi. Lo Stato continua a non pagare i contributi, poi però elargisce quattordicesime e prebende varie».Come se ne esce?«Dicendo la verità, smettendo di giocare con le pensioni e creando occupazione. Se continuiamo con l'assistenzialismo e a far circolare notizie che spaventano l'Europa rischiamo sul serio».