2023-05-30
Il Pd non ha visto arrivare gli elettori
Elly Schlein (Imagoeconomica)
Il centrodestra vince tutti i ballottaggi tranne a Vicenza, dove il candidato di sinistra la spunta per appena 500 voti e dopo aver preteso che i dirigenti del partito girassero alla larga. Male anche le ammucchiate con i 5 stelle. Fenomeno Bandecchi a Terni.Quando Elly Schlein venne eletta, disse che nel Pd nessuno l’aveva vista arrivare. Ieri, è lei che non ha visto arrivare gli elettori: infatti le amministrative sono state una debacle. Il centrodestra ha vinto quasi ovunque e nel solo posto dove per un soffio non è riuscito a spuntarla, il successo ha premiato il candidato di centrosinistra che aveva invitato la neosegretaria del Pd a restarsene a casa, perché considerava pericolosa una campagna elettorale condotta al suo fianco. Al contrario, là dove la leader dei democratici ha scelto di fare i suoi comizi finali a sostegno degli aspiranti sindaci, vale a dire ad Ancona e in Toscana, nessuno dei suoi candidati è riuscito a sfondare. Se dunque si devono tirare le somme di quello che alcuni giornali avevano presentato come il primo vero confronto fra il presidente del Consiglio e la segretaria del Pd, il duello si è concluso in maniera a dir poco disastrosa per Elly Schlein, perché non soltanto non è riuscita a invertire il rapporto che vedeva dominante il centrodestra nelle città chiamate al voto, ma addirittura ha perso un capoluogo di Regione come Ancona e una città come Brindisi. Nelle Marche la sinistra dominava da trent’anni e il feudo rosso sembrava inespugnabile. Per reggere la sfida, il Pd aveva mobilitato tutta una combriccola di compagni e anche se il candidato di centrodestra al primo turno aveva raccolto un maggior numero di voti, a sinistra erano convinti che con i voti dispersi e finiti ai 5 stelle e alle liste civiche, al ballottaggio ci sarebbe stato il sorpasso, che invece non è mai cominciato. Un andamento che si è ripetuto anche a Brindisi, dove aver unito le forze con i grillini non è bastato a sconfiggere il candidato dei moderati. Dunque, anche considerando la conquista di Vicenza, la partita si chiude con un meno uno per il Pd e la neosegretaria.Detta così la batosta potrebbe apparire meno bruciante. Ma nel computo vanno considerate le riconquiste fallite. Alle precedenti elezioni del 2018, la sinistra aveva perso i suoi tradizionali fortini toscani, tra i quali Pisa, Siena e Massa. Per Elly Schlein prendere almeno una di queste città sarebbe stato fondamentale e, considerando che a destra esisteva qualche problema (candidati scartati all’ultimo, litigi interni alla maggioranza eccetera), la possibilità c’era. Invece, nonostante il doppio turno, che spesso premia i candidati progressisti, e sebbene la segretaria abbia scelto di fare campagna elettorale nelle città al voto, il Pd ha perso su tutta la linea. A Pisa, dove come a Brindisi era stata firmata una specie di Santa alleanza che comprendeva tutti, inclusi anche i grillini, il sindaco uscente è stato riconfermato, così quella che cinque anni fa era sembrata una vittoria per caso oggi appare una tendenza consolidata. Non è andata meglio a Massa, dove pure i compagni avevano nutrito fino all’ultimo qualche speranza. Ma il caso forse più significativo è Siena, roccaforte rossa che negli ultimi anni è stata scossa da scandali e dal crac del Monte dei Paschi. Neppure le lotte intestine tra i moderati hanno consentito alla sinistra di spuntarla. Stesso discorso in Sicilia, dove il Pd ha perso male. Sconfitto a Catania e Ragusa al primo turno, a Siracusa è finito addirittura fuori dal ballottaggio. Un po’ come è successo a Terni, dove la sfida è stata tra due esponenti di centrodestra e alla fine ha premiato il presidente della Ternana Stefano Bandecchi. Insomma, se queste elezioni dovevano essere la riscossa del partito grazie alla nuova leadership, si può dire che la resurrezione non si è neppure vista. Se invece dobbiamo parlare del duello fra donne della politica, Meloni da una parte e Schlein dall’altra, diciamo che il presidente del Consiglio ha vinto a mani basse e ciò che balza agli occhi è il crollo della sinistra anche a livello locale.Tirate le somme di quel che è accaduto, occorre però immaginare ciò che accadrà da qui in avanti, in particolare a proposito della leadership democratica. Al Nazareno e nelle retrovie del partito, la vecchia guardia, anche se un po’ nei guai per la vicenda dell’alluvione in Emilia-Romagna, è seduta sulla sponda del fiume in attesa di vedere il cadavere della segretaria – in senso politico, ovvio – passare. Fin dal giorno dell’elezione le hanno dato un anno di tempo, con un primo step alle elezioni amministrative e un secondo alle europee. Walter Veltroni in fondo gettò la spugna dopo due sconfitte consecutive. Dunque, ragionano i vecchi del partito, se Schlein dopo quella di ieri prende un’altra batosta, il congresso si avvicina. E come sapete, il Pd, come prima i Ds e il Pds, passa più tempo in assemblea che a governare. Il caso Emilia-Romagna insegna: mentre l’acqua alta saliva, a Bologna facevano i convegni sul cambiamento climatico.