2025-05-31
Per un pugno di sindaci il Pd si monta la testa
Elly Schlein (Getty Images)
Schlein sbrocca dopo le comunali: «Tra Meloni e il Paese si è rotto qualcosa». Peccato che i sondaggi dicano l’opposto. Fdi sale al 30,5% e le coalizioni sono stabili. Il centrodestra pensi alle regionali, ma i dem non attraggono delirando contro il dl Sicurezza.Da quando Giorgia Meloni ha vinto le elezioni politiche, gli italiani sono stati chiamati a scegliere molti amministratori locali e alcune città guidate dal centrodestra sono passate al centrosinistra. L’elenco è lungo: nel 2023 Vicenza e Udine, nel 2024 a passare il testimone a esponenti del Pd o della sinistra radicale sono state Pavia, Perugia, Vibo Valentia, Sassari e Cagliari. Tutto ciò non ha impedito alla coalizione di governo di vincere le elezioni europee, con Fratelli d’Italia passato dal 25,98 per cento al 28,75, Forza Italia dall’8,11 al 9,58 e la Lega sostanzialmente stabile. Anche il Pd, al voto per il Parlamento di Bruxelles, ha guadagnato punti salendo dal 19,04 al 24,11 per cento, ma lo ha fatto a scapito del Movimento 5 stelle precipitato dal 15,43 al 9,98. Dunque, pur avendo perso sette capoluoghi di provincia, il centrodestra non è affatto collassato. Per questo suona un po’ strano ciò che ora sostengono a sinistra, in seguito alla vittoria di Genova. Elly Schlein, in un’intervista a Repubblica, ha detto che se fosse in Giorgia Meloni comincerebbe a preoccuparsi, perché il risultato della Liguria «è il sintomo che qualcosa nel suo rapporto con il Paese si è rotto». Ovviamente, ognuno è libero di illudersi come vuole e anche di raccontare agli elettori le panzane che ritiene, sperando che gli italiani se le bevano. Ma se si guardano gli ultimi sondaggi, le rilevazioni dicono altro rispetto alla narrazione della segretaria del Pd. Nei giorni scorsi, Enrico Mentana ha mostrato in tv i dati che la Swg elabora settimanalmente per La7. E l’orientamento di voto non conferma affatto la rottura del rapporto di Giorgia Meloni con il Paese. Fratelli d’Italia, nella settimana fra il 19 e il 26 maggio, è passato dal 30,3 per cento al 30,5 e il Pd dal 22,5 al 22,8. Il Movimento 5 stelle e la Lega risultano stabili, il primo al 12,4 e la seconda all’8,4. Forza Italia perde lo 0,3, dall’8,3 all’8, ma Noi moderati passa dall’1 all’1,2, mentre Verdi e sinistra scendono al 6,5 (-0,2 per cento), con un lieve calo (-0,1) pure di Azione e Italia Viva. In altre parole, le coalizioni appaiono stabili, con alcuni leggeri rimescolamenti tra i partiti che le compongono. Quindi dov’è la rottura del rapporto fra la presidente del Consiglio e il Paese? Perdere Genova (tra l’altro contro una candidata civica, operazione astuta che ogni volta la sinistra mette in atto per nascondere le frange più radicali che la compongono, ma poi i problemi arrivano quando c’è da governare) è certamente una sconfitta, ma pensare che il capoluogo ligure rappresenti un’inversione di rotta a livello nazionale fa un po’ ridere. Tuttavia, capisco che Schlein e compagni suonino la grancassa. Dopo mesi di insuccessi e divisioni sono riusciti a conquistare qualche cosa. L’entusiasmo - vero o di facciata - serve anche a caricare i militanti, affinché si mobilitino nei prossimi giorni, in vista della scadenza referendaria. Come ho scritto ieri, la consultazione popolare ha pochissime possibilità di raggiungere il quorum, però serve a Maurizio Landini e alla segretaria del Pd per tenere alta l’attenzione e rafforzare le rispettive ambizioni. Il capo della Cgil punta a diventare il nuovo leader della sinistra, Elly invece vuole farsi incoronare come futura candidata premier per le elezioni del 2027. Poi c’è Giuseppe Conte che, non essendosi ancora fatto una ragione della perdita della poltrona di premier, lavora per fregare entrambi e quindi prova a sabotare il campo largo, in quanto a guidarlo non è lui.Certo, il centrodestra deve stare attento a non regalare le prossime regionali alla sinistra e penso che dovrebbe darsi una mossa in vista delle scadenze elettorale, scegliendo i candidati sindaci di Roma e Milano. È una questione di classe dirigente locale e anche di presenza sul territorio. Detto questo, non mi pare che si sia rotto il rapporto tra il Paese e il premier, come sogna la sinistra. A essersi «rotti» sono gli italiani, che di certe chiacchiere non ne possono più. In particolare, sulla questione della sicurezza. Ho visto l’ultimo rapporto Censis sui reati e non c’è città in cui rapine in strada, borseggi e violenze non siano in aumento. Da Bolzano a Firenze, da Monza a Napoli è un allarme continuo. E la sinistra che fa? Le barricate contro il decreto sicurezza. Poi qualcuno si chiede perché gli italiani votano a destra…