2023-02-01
Pd in delegazione dal terrorista
Andrea Orlando (Imagoeconomica)
I dem pressano il governo perché salvi Alfredo Cospito, in sciopero della fame contro il carcere duro, al quale l’ex ministro Andrea Orlando, la capogruppo Debora Serracchiani e altri due hanno reso visita. Giovanni Donzelli attacca: «Dite se siete con lo Stato o con eversori e mafiosi».Il caso dell’anarchico Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41 bis e trasferito due giorni fa dal carcere di Sassari a quello di Opera, dove può essere assistito più efficacemente dal punto di vista medico, poiché in sciopero della fame da tre mesi e mezzo, infiamma il dibattito politico.Ieri mattina sono intervenuti in conferenza stampa i ministri degli Esteri, Antonio Tajani; dell’Interno, Matteo Piantedosi; e della Giustizia, Carlo Nordio, mentre alla Camera un intervento di Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, ha scatenato un putiferio, con scambi di accuse tra centrodestra e opposizioni. Contro il 41 bis per Cospito l’universo anarchico sta perpetrando una serie di attentati incendiari in Italia e in Europa, contro le sedi diplomatiche del nostro Paese ad Atene, Berlino, Barcellona. «L’Italia», avverte Tajani, «è sotto attacco dell’internazionale anarchica. Non esiste un partito mondiale anarchico ma esiste una rete, è noto; i suoi esponenti sono in contatto e solidali fra loro, e una federazione raccoglie i vari movimenti». «Il rischio», spiega Piantedosi, «di ricompattamento di frange diverse dagli anarchici sicuramente c’è. Nella manifestazione dell’altra sera a Roma per Cospito c’era una componente di una più generale galassia dell’antagonismo, estranea agli anarchici». «Di fronte alla violenza non si tratta», argomenta Nordio, «l’ondata di gesti vandalici prova che il legame tra il detenuto e i suoi compagni rimane e tenderebbe a giustificare il mantenimento del 41 bis. Il trasferimento di Cospito nel carcere di Opera non è un minimo cedimento dello Stato ma il riconoscimento che una cosa è la doverosa espiazione della pena ma altro l’assoluta tutela della salute». Veniamo al caso Donzelli. Il deputato di Fdi interviene in Aula, a Montecitorio, nel corso dell’esame della proposta di legge sulla istituzione della commissione Antimafia. «Come si può vedere dai documenti che sono presenti al ministero della Giustizia», ricostruisce Donzelli, «il 28 dicembre 2022, Cospito ha avuto un confronto con Francesco Presta, killer di rara freddezza, un boss della ’ndrangheta. E Presta lo esortava: “Devi mantenere l’andamento, vai avanti”. E Cospito rispondeva: “Fuori non si stanno muovendo solo gli anarchici, ma anche altre associazioni. Adesso vediamo che succede a Roma”. Questo è Cospito! Ma non basta», racconta ancora Donzelli, «il 12 gennaio 2023, Cospito parlava con Francesco Di Maio, del clan dei Casalesi. Diceva il boss dei Casalesi: “Pezzetto dopo pezzetto, si arriverà al risultato”, che sarebbe l’abolizione del 41 bis. Rispondeva Cospito: “Deve essere una lotta contro il regime 41 bis e contro l’ergastolo ostativo, non deve essere una lotta solo per me”». Il veleno sta nella coda: «Il 12 gennaio 2023», conclude Donzelli, «mentre parlava con i mafiosi, Cospito incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando, che andavano a incoraggiarlo nella battaglia. Allora, voglio sapere, presidente, se questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia!».Apriti cielo: l’opposizione si scatena, chiede l’intervento del presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che convoca un giurì d’onore per esaminare quanto accaduto. Resta la curiosità sul fatto che ben quattro deputati del Pd, tra i quali due big come il capogruppo alla Camera Debora Serracchiani e l’ex ministro Andrea Orlando, siano andati tutti insieme a visitare Cospito. La polemica si sposta su come abbia fatto Donzelli a essere in possesso delle conversazioni tra Cospito e i boss. Donzelli è vicepresidente del Copasir, il Comitato parlamentare sui servizi segreti, e diversi esponenti dell’opposizione lo accusano di aver preso visione in quella sede delle carte (che devono rimanere segrete). Il deputato di Fdi smentisce: «Quei documenti», dice Donzelli, «sono depositati al ministero della Giustizia, non segretati e consultabili da qualsiasi deputato. Sono stati consegnati dal Dap (il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ndr)». Alla Verità risulta si tratti di «osservazioni» effettuate in carcere e raccolte in una relazione poi richiesta dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove allo stesso Dap, e quindi «condivisa a voce» col compagno di partito Donzelli, interessato ad approfondire lo spessore criminale di Cospito. In questo incontro Delmastro avrebbe dunque riferito dei dialoghi poi citati in Aula dal deputato di Fdi. Uno dei parlamentari citati da Donzelli, l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, replica: «Verificheremo, ma a me non risulta che esista una procedura che renda accessibile a tutti i parlamentari della Repubblica le intercettazioni eseguite all’interno di un carcere». «Escludo in via assoluta», afferma Nordio, rispondendo a una domanda su Donzelli, «che vi sia un rapporto con esponenti, non solo del Pd, ma di qualsiasi gruppo parlamentare. È scritto nella legge che i parlamentari hanno sempre il diritto di visitare i detenuti. Ed è un dovere dei deputati», afferma ancora Nordio, «fare questa sorta di visita pastorale». Lo stesso Nordio sarà oggi alle 16 alla Camera per riferire urgentemente: «Il ministro», fa sapere via Arenula, «ha chiesto al capo di gabinetto, Alberto Rizzo, di ricostruire con urgenza quanto accaduto in relazione alle circostanze riferite nell’assemblea parlamentare del 31 gennaio 2023». «Se la vedranno Donzelli e la Serracchiani, mi interessa poco da dove sono arrivate le informazioni», commenta il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a Porta a porta su Rai Uno.
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