2023-02-02
Pd a pezzi: c’è la moria di tesserati
Stefano Bonaccini e Elly Schlein (Ansa)
Crollano gli iscritti: nel 2021 erano 320.000, adesso sono scesi a 150.000, nonostante l’«aiutino» di Articolo Uno. Lite continua sui transfughi M5s e i reclutamenti al Sud.Un esodo lento ma inesorabile. Non serve aspettare oggi, come dicono dal Nazareno, per sapere il numero totale dei nuovi iscritti al Pd, ma come trapela, l’asticella è stata fissata a quota 200.000. Al di sotto sarebbe la conferma del flop della campagna di tesseramento ma soprattutto la prova che ormai il Partito democratico è un partito di minoranza. Porte chiuse e sistema online bloccato (sistema che anziché favorire avrebbe scoraggiato molti militanti a rinnovare la loro adesione) per le nuove iscrizioni da lunedì, mentre per i militanti storici, gli iscritti almeno dal 2021, è possibile registrarsi fino al 12 febbraio con ulteriore proroga per i residenti in Lombardia e Lazio, dove si vota per le regionali. Chi ha la tessera in tasca potrà quindi partecipare nei circoli al voto per le primarie, chi no è fuori dal percorso costituente. Felice della sua adesione al partito dem Laura Boldrini, che ha motivato il suo cambio di partito: «Rafforzare l’unico argine alla destra più destra di sempre». Non parteciperà invece al voto Dino Giarrusso, l’eurodeputato ex M5s che aveva sorpreso tutti con l’annuncio del suo ingresso nel partito. Anzi, contro di lui ma soprattutto contro il Pd si erano scatenati sui social molti sostenitori dem, annunciando l’addio al partito, meglio, «l’adieux», come aveva fatto l’attore Alessandro Gassmann, che su Twitter aveva attaccato: «Un partito che continua ad essere riempito di individui che non sono richiesti e che nulla hanno a che fare con l’idea iniziale. Un continuo cavallo di Troia lontano dai problemi reali e dal futuro delle nuove generazioni. Non vi voto MAI più. Adieux». Il responsabile dell’Organizzazione dem, Stefano Vaccari, chiude la polemica: «Il regolamento è chiaro: non può iscriversi chi risulta eletto in altri gruppi, e non solo dell’europarlamento: è l’articolo 15 sul tesseramento. Quindi nessun pericolo che Giarrusso prenda la tessera, lo dico anche ad Alessandro Gassmann». Tornando ai numeri, che vanno di pari passo con gli insuccessi elettorali, a ottobre scorso si parlava addirittura di soli 50.000 iscritti; poi, con l’avvio della fase congressuale per l’elezione del nuovo segretario, il tesseramento sarebbe salito a 150.000. Ora la speranza è fissata a quota 200.000, numero però molto lontano dai 320.000 iscritti del 2021, 150.000 in meno rispetto a dieci anni prima, quando si fermarono a 467.045; numero che lievitò nel 2013, anno del congresso, a 535.959 a causa del fatto che, con deroga regolamentare, si consentì l’iscrizione fino al giorno del voto nei circoli (deroga che, sulla base delle polemiche esplose allora, si è deciso di non ripetere). Nel 2008, epoca Veltroni, si parlò di 850.000 iscritti anche se manca la certificazione. Questa volta, a far salire lo zoccolo duro dei 150.000 iscritti, c’è la «stampella» di Articolo 1: dei circa 13.000 iscritti al partito di Luigi Bersani e Roberto Speranza, in 9.000 sarebbero «tornati» a casa dem. E le altre adesioni dell’ultimo minuto dalle fila degli ex pentastellati? «Non ho contezza di richieste in tal senso», spiega Vaccari, che mette a tacere le voci sul possibile tesseramento di due grillini top come gli ex ministri Luigi Di Maio, peraltro ex capo politico del Movimento, e l’amico Vincenzo Spadafora. Oggi si saprà il numero definitivo degli iscritti al «Nuovo Pd» anche se ieri Gianni Cuperlo, uno dei quattro candidati alla segreteria, chiedendo trasparenza, aveva denunciato pubblicamente: «Nelle ultime ore ci sono arrivate notizie di un tesseramento un po’ dilatato in Campania. Le regole vanno rispettate da tutti. Chiederemo alla commissione di garanzia». Intanto ha depositato, come gli altri tre, Stefano Bonaccini, Paola De Micheli ed Elly Schlein, la mozione per la corsa verso il Nazareno.
Crollano le forniture di rame, mercato in deficit. Trump annuncia: l’India non comprerà più petrolio russo. Bruxelles mette i dazi sull’acciaio, Bruegel frena. Cina e India litigano per l’acqua del Tibet.
Elly Schlein (Imagoeconomica)