2021-12-11
Pasticcio di Palù sulle morti da siero. In Senato ne conta 608, ora sono 16
Giorgio Palù, (Getty images)
Il presidente dell’Agenzia del farmaco aveva parlato in Aula di centinaia di decessi correlati alle inoculazioni, accertati con le autopsie. Ieri, senza ammettere lo sbaglio, ha aggiustato il tiro cambiando totalmente le cifreDue giorni fa, riportando i punti salienti della relazione dell’ematologo Paolo Bellavite in audizione al Senato, nella quale mostrava che per i vaccini «il tasso di segnalazioni gravi correlate è dieci volte maggiore con gli anti Covid-19 rispetto agli anti influenzali», La Verità ha fatto una precisazione. Mentre il report di settembre dell’Agenzia italiana del farmaco conteggiava solo 16 morti correlabili con il vaccino contro il coronavirus, su 608 segnalazioni pervenute, nell’audizione in commissione Affari costituzionali al Senato il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, ha parlato di «608 segnalazioni di esito infausto correlate ai vaccini». Attenzione, «correlabili» è una valutazione soggettiva, «correlate» o «non correlate» è una valutazione obiettiva, serve produrre prove. Se il professore, scienziato come pochi altri in circolazione, l’ha detto in audizione forse ne sa più di quello che l’Aifa pubblica, abbiamo pensato, quindi abbiamo citato la sua dichiarazione. Tra qualche riga lo rifaremo, riproponendo l’intero suo passaggio in Senato sulla «mortalità Covid», ma prima veniamo alle «smentite». Palù ha letto il titolo, o forse l’intero articolo e ha pensato di rettificare su altri giornali. Non ci risulta che l’abbia fatto al Senato, dove quelle parole sono state pronunciate e resteranno a testimonianza dell’intervento del presidente dell’Aifa. Dunque ieri il professore ha poi confermato che «i casi accertati sono 15-16» e questo «è ciò che troverete scritto nel nostro rapporto di sorveglianza». Quanto al suo intervento ha chiarito che «nel discorso le 608 segnalazioni sono diventate 608 autopsie e non è la verità».Era l’ammissione di uno sbaglio? Forse Palù ha commesso un errore di comunicazione rivolgendosi ai senatori? Può essere andata così, ma non si è capito. Non c’è stata rettifica in tal senso. Di certo nessuna leggenda no vax ha messo in bocca al presidente dell’Aifa dichiarazioni non sue. Il professore è stato chiarissimo in Aula. «Il report numero nove da dicembre 2020 a settembre 2021 riporta 608 segnalazioni di esito infausto correlate ai vaccini», ha detto. «Correlate vuol dire che c’è stata autopsia, che il medico ha detto sì: non trovo altra causa e può essere il vaccino». Questo ha riportato il nostro giornale, ed era una doppia notizia. Perché il numero uno dell’Agenzia italiana del farmaco parlava di 608 morti correlate con il vaccino, non 16 correlabili in base a una valutazione del nesso di causalità con l’algoritmo dell’Oms, e perché per la prima volta si faceva cenno ad autopsie su decessi post vaccino. Poi, sarebbe interessante capire quante ne avranno fatte per morti improvvise, trovandone più di 600 correlate al vaccino anti Covid, visto che in Italia di autopsie se ne fanno pochissime, ma questo andrà approfondito un’altra volta. Adesso il professore dice che valgono i numeri del report Aifa di settembre, quei 16 casi (dopo quante autopsie?), però dovrebbe mandare una nota ufficiale al Senato, spiegando che non è stato chiaro o che si è confuso. Forse non c’era nessuno accanto a lui a fargli presente che stava scambiando la tabella delle segnalazioni di reazioni fatali avverse con quelle dei morti certificati. Lo scienziato è più a suo agio quando parla di studi di biologia cellulare, o del microbioma e del viroma di vari distretti corporei e della loro rilevanza nel favorire o reprimere reazioni infiammatorie immunitarie, che sono causa di specifiche patologie umane; o dello sviluppo di vettori virali da utilizzare in approcci di terapia genica e di terapia immuno virolitica di malattie neoplastiche, genetiche, infettive e degenerative. Da un anno è all’Aifa, la pandemia lo sta assorbendo e diverse sue posizioni critiche contro l’eccesso di preoccupazione per il Covid - come «questo virus ha una letalità relativamente bassa, può uccidere, ma non è la peste», dell’ottobre del 2020, o «nessuna pandemia è durata più di due anni. Certo dovevamo attenderci una recrudescenza del virus in autunno e prepararci: succede con tutti i virus respiratori pandemici», del novembre 2020 - sono da tempo sfumate per lasciare il posto a una posizione più istituzionale. Forse sui numeri del report Aifa curato dal direttore generale, Nicola Magrini, molto non indugia, la complessità delle questioni di cui si occupa è tanta, sta di fatto che in Senato non ha parlato di 16 morti post vaccino ma di 608. Chiusa, si spera, la questione, rimane fondamentale il richiamo che Palù fa sulla necessità di avere una maggiore farmacovigilanza attiva nel nostro Paese. «L’Aifa la fa passiva», ha detto, dal 2008 «finanzia progetti di sorveglianza attiva in alcune Regioni che dovrebbero essere potenziati». Servono «più risorse e più finanziamenti». Basta vedere quello che accade in altri Paesi, per comprendere quanto siamo indietro. Se il tasso di segnalazione dei decessi post vaccino Covid è 18,48 su 100.000 abitanti nel Regno Unito, 22,15 negli Stati Uniti, 13,57 in Svizzera e 12,12 in Francia, il 7,24 dell’Italia è davvero poca cosa. Peggio di noi fa la Spagna, con un tasso di 4,82. E per le reazioni avverse si parla nel rapporto Aifa di 120 segnalazioni ogni 100.000 dosi somministrate, un nulla. D’altronde era stato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, a dichiarare alla Camera lo scorso settembre che la sospetta reazione avversa alla vaccinazione viene segnalata solo «quando sussiste un ragionevole sospetto che gli eventi siano correlati, e sia necessario effettuare approfondimenti».
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