2025-05-11
Parolin: «Prevost? Tanta serenità». E può rimanere segretario di Stato
Il filippino Tagle verso Propaganda fide, «Tucho» Fernández non verrà rinnovato.«Mi ha colpito soprattutto la serenità che traspariva dal suo volto»: sono le parole con cui il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha descritto il momento in cui nella Cappella Sistina è avvenuta l’elezione di papa Leone XIV. Il porporato veneto ha condiviso la sua «breve testimonianza» con una lettera a Il Giornale di Vicenza: «Credo di non rivelare nessun segreto, se scrivo che un lunghissimo e caloroso applauso è seguito a quell’“accetto” che lo rendeva il 267° Papa della Chiesa cattolica». Parolin ha, poi, spiegato il perché della sua sorpresa per la serenità del nuovo pontefice: «In momenti così intensi e, in un certo senso, “drammatici”, perché cambiano totalmente la vita di un uomo, non ha mai perduto il suo sorriso mite, pur, immagino, nella viva consapevolezza dei non pochi e dei non semplici problemi che la Chiesa d’oggi si trova ad affrontare».A proposito «dei problemi della Chiesa», in queste ore, tra i vaticanisti e non solo, le domande che circolano maggiormente riguardano le future nomine di Leone XIV che, intanto, in un comunicato diffuso venerdì ha fatto sapere di «riservarsi un certo tempo per la riflessione, la preghiera e il dialogo prima di qualunque nomina o conferma definitiva». In attesa di capire meglio a quanto corrisponderà questo «certo tempo per la riflessione», tra i Sacri palazzi iniziano a filtrare delle ipotesi.Una prima ipotesi, forse la più rilevante, riguarda la Segreteria di Stato, che dovrebbe essere confermata al già citato Parolin; per più ragioni. In primo luogo, per la notevole esperienza del porporato veneto che, avendo 70 anni, non è certo anzianissimo bensì pressoché coetaneo di papa Prevost. Non solo: la conferma di Parolin sarebbe a tutti gli effetti un segnale di «continuità», elemento che dovrebbe in larga parte contrassegnare il nuovo pontificato; senza dimenticare un altro aspetto di rilievo e cioè che il cardinale vicentino - secondo le ricostruzioni filtrate sui media - avrebbe contribuito in modo significativo all’elezione di Leone XIV, con cui peraltro condivide uno stile «moderato», facendogli pervenire quelle preferenze inizialmente finite sul suo nome.Tornando alle nomine, un altro passaggio assai probabile riguarda il cardinale filippino Luis Tagle, candidato ad acquisire la piena potestà di Propaganda fide, passando da pro-prefetto a prefetto. Forse meno scontato, eppure secondo La Stampa probabile, è colui che dovrebbe succedere al posto dello stesso Prevost alla guida del dicastero dei Vescovi ricevendo la porpora al primo concistoro: il presule brasiliano Ilson de Jesus Montanari, 65 anni. Sarebbe una nomina nello spirito di continuità se pensiamo che Montanari venne nominato da papa Bergoglio segretario del Collegio cardinalizio. Una novità rilevante riguarda, invece, il cardinale americano Timothy Dolan, in pole position per diventare il braccio economico di Leone XIV e ciò per più motivi: azitutto perché Dolan pare sia stato il kingmaker dell’elezione di Prevost. In seconda battuta, a proposito di finanze - dato che il Vaticano non naviga in buone acque, ha un deficit da 70 milioni - Dolan ha senz’altro avuto un ruolo decisivo nell’assegno di 14 milioni di dollari staccato da Donald Trump, che con il porporato americano ha un legame molto stretto, in occasione del funerale di papa Francesco.E la guida del dicastero della Dottrina della fede? Se lo chiedono molti nel mondo conservatore, scontenti dell’operato del cardinale Víctor Manuel Fernández e delle «benedizioni» alle coppie gay cui ha aperto tramite Fiducia Supplicans. Ora, posto che Prevost su tale documento non risulta, da cardinale, essersi espresso con vigore né favorevolmente né in senso contrario, la rimozione di Fernández pare remota, visto lo stile «moderato» di Leone XIV. Più plausibile è che il Papa non gli rinnovi l’incarico alla scadenza del quinquennio di mandato. Del resto, un precedente c’è: quello di Francesco con il cardinale ratzingeriano Gerhard Müller.
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