2025-09-30
Flotilla, Crosetto va diretto: «Firmerei perché ci fossero solo attivisti arrestati»
Tajani: «Siamo operativi, ma non faremo la guerra a Israele». La Svezia scarica Greta: «Niente assistenza consolare in mare».Ormai mancano poche ore al confine con il blocco navale e la trattativa è in stallo. Cosa succederà tra stasera e domani non è dato saperlo, ma ci si può fare un’idea guardando a ciò che è successo negli ultimi mesi, quando altre flotte hanno tentato di violare il blocco. Gli attivisti in sostanza rischiano di essere arrestati, infine subito rimpatriati su loro richiesta oppure detenuti per poi essere espulsi. «Do per scontato che, se non succede nulla di più, gli attivisti vengano arrestati: questo mi sembra il minimo. Metterei la firma perché succedesse l’arresto senza alcun altro tipo di conseguenza. Auspico che stasera (ieri, ndr) ci sia qualcosa di positivo nel dialogo tra Israele e la Palestina, grazie anche all’intervento di Trump e non solo. Che si possa conseguire la tregua e quindi cambiare quello che si proponeva di fare la Flotilla», ha commentato senza indorare la pillola il ministro della Difesa, Guido Crosetto.«Stiamo facendo tutto il possibile per garantire la loro sicurezza ma non possiamo fare ciò che è impossibile fare. Dicono “non basta quello che fate” ma noi abbiamo fatto tutto ciò che è possibile. Non possiamo certamente però mandare la marina militare a forzare il blocco di Israele», ha spiegato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Ribadendo: «Possiamo soccorrerli, aiutarli ma è escluso che la marina militare italiana entri in conflitto con quella israeliana. Non possiamo scatenare una guerra tra Italia e Israele, quindi è una questione di responsabilità di tutti. Non possiamo mettere a repentaglio la vita dei marinai italiani, anche loro sono cittadini italiani in uniforme che compiono il loro dovere». Sono varie le possibilità di abbordaggi. Nel 2010 la Mavi Marmara venne abbordata dall’Idf e i pro Pal si opposero all’arresto con la forza usando armi di fortuna. Dieci di loro sono rimasti uccisi. Il timore è che possa succedere di nuovo, il sospetto è che ci sia più di qualcuno a sperarlo. Ad ogni modo l’intervento israeliano sarebbe legittimo. Secondo il Manuale di Sanremo sul diritto internazionale applicabile ai conflitti armati in mare, se ci si trova in presenza di una imbarcazione che si dirige verso un’area sottoposta a blocco navale, è consentito intercettarla anche prima che raggiunga, se avvertiti in anticipo e se avevano lo scopo dichiarato di violare il blocco. Inoltre, nel Manuale del comandante sul diritto delle operazioni navali della Marina statunitense, un vascello può essere attaccato in alto mare quando intenda violare un blocco. Intanto per la global Sumund Flotilla proseguono i problemi. A causa di un’avaria ha perso un’altra imbarcazione. L’equipaggio in parte è stato risistemato in un’altra imbarcazione, in parte è stato portato a terra. Poco dopo la navigazione ha potuto riprendere. «Ci troviamo a 300 miglia dalla Striscia», ha detto ieri Tony Lapiccirella, uno degli italiani a bordo della Flotilla «tra due giorni (domani per chi legge, ndr) saremo nella zona di intercettazione e fra tre (due, ndr) a Gaza». Lì non arriveranno mai, almeno questo è quello che ci si aspetta. Infatti, incombe lo Yom Kippur (inizia domani e prevede due giorni di digiuno e astensione da ogni attività) e questo starebbe spingendo il governo israeliano a intervenire prima. Il presidente Herzog ha fornito all’ambasciatore italiano in Israele rassicurazioni sul fatto che l’intervento prevede l’uso di «forza non letale», ma a decidere sarà il premier Benjamin Netanyahu, che ha saputo dimostrare di poter fare di testa sua, non a casa talvolta è andato contro Shin Bet e Idf pur di perseguire i suoi obiettivi. Intanto la Marina militare italiana ha ribadito che tra le 100 e le 120 miglia dalle coste di Gaza la nave Alpino, che al momento segue la Flottila per servizio di sorveglianza e soccorso, non proseguirà la navigazione e quindi l’assistenza. A quel punto scatterà l’ultimo messaggio, con cui gli equipaggi saranno avvisati di quanto sia pericoloso proseguire. Arturo Scotto, uno dei parlamentari dem a bordo, ha spiegato in un’intervista che arriveranno al blocco navale israeliano «realisticamente domani (oggi, ndr) pomeriggio o sera, massimo mercoledì». Scotto ha precisato «non sappiamo cosa decideranno di fare, la nostra però è una missione non violenta» e quindi «come regola d’ingaggio, all’alt ci fermeremo. Non abbiamo intenzione di alimentare reazioni belligeranti». Nel frattempo, butta male per Greta Thumberg, dopo aver lasciato il comitato direttivo adesso ha saputo di non poter contare su una protezione diplomatica da parte della Svezia. Il ministero degli Esteri svedese ha ribadito di non avere nessuna «possibilità di fornire assistenza consolare in mare». E per l’ex agente dello Shin-bet Mosab Hassan Yousef «Greta e gli organizzatori della flottiglia sono anarchici odiatori di Israele» che per «troppo tempo hanno cercato di strangolarci: prima con i razzi, poi con le bugie, e ora con le barche a vela». Un appello il suo riportato da Open, in cui spiega che vuole radunare «una flottiglia tutta blu e bianca» per chiedere «la liberazione degli ostaggi detenuti a Gaza da due anni».
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