2021-07-23
A questo punto l’obbligo toglierebbe l’ipocrisia
Un fallimento provare a imporre a tutti l'immunizzazione passando per il pasticcio green pass. Sarebbe meno ipocrita prescrivere direttamente l'iniezione. Peccato manchi il coraggio di assumersi la responsabilità. Il che giustifica la diffidenza di tanti cittadini Il green pass, comunque lo si rigiri, è una soluzione pasticciata. Praticamente stabilisce degli obblighi per chi non si è vaccinato. Tanto varrebbe stabilire direttamente l'obbligo del vaccino seguendo una strada più chiara, meno pasticciata e, soprattutto, certamente più efficace. Ha detto giustamente il giurista Michele Ainis: «È l'ora che il governo decida di decidere».Siamo consapevoli che le certezze offerte dalla comunità scientifica sono quelle che può offrire un vaccino creato in un anno e brevemente testato, quindi non si tratta di certezze assolute ma paradossalmente di certezze probabili. Quindi non certezze. Ma a chi sostiene questa tesi, e quindi la non opportunità di vaccinarsi, vorremmo chiedere - certi di una risposta evasiva o di una non risposta - quale sarebbe stata la possibile alternativa che i singoli governi e la comunità internazionale avrebbero potuto adottare. Certo, lo abbiamo ripetuto varie volte su questo giornale, se fosse stato dato un ruolo ai medici di base e fosse stato fornito un protocollo di intervento adeguato molti sarebbero stati curati a casa, si sarebbero evitate molte ospedalizzazioni e, conseguentemente, molti ricoveri in terapia intensiva. Col green pass non ti obbligo al vaccino. Ti impongo tutto quello che non puoi fare se non te lo fai inoculare. Comunque, di obbligo si tratta. Sarebbe come se uno dicesse: non ti obbligo di rimanere casto, ma non puoi frequentare donne, uomini, trans, bisex e non puoi nemmeno ricorrere all'antico e pur sempre attuale onanismo o, più volgarmente, sesso autogestito. Poiché Mario Draghi, giustamente, dal giorno del suo insediamento ci ha detto che il rafforzamento della campagna vaccinale era la priorità per uscire dalla pandemia ed è stato conseguente dando in mano al generale Figliuolo la gestione della stessa campagna, coerenza vorrebbe che se al governo credono che questa sia la strada che essa vada ritenuta obbligatoria. C'è un articolo della Costituzione, il n. 32 che riguarda la salute, nel quale si ricorda che «la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività» e che nessuno può essere obbligato a una cura se non per legge. Gli estremi ci sono. Anche perché c'è una sentenza della Corte costituzionale, la n. 5 del 2018, che ci dice, proprio in relazione all'art. 32 della Costituzione, che la Repubblica, tutelando non solo la salute del singolo, ma anche quella della collettività, permette di imporre un trattamento sanitario se diretto «non solo a migliorare e a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri». A occhio e croce, non essendo né giuristi né tanto meno costituzionalisti, ci pare che quanto affermato dalla Corte sia applicabile alla nostra situazione attuale. Del resto, la ripresa, sia pur non così consistente, dei casi di contagio dipende in parte dalla variante Delta (non provocando problemi seri), ma soprattutto da tutti coloro che non sono ancora immunizzati e che, malauguratamente, appartengono in modo consistente ai cittadini che hanno più di sessant'anni e che sono esposti ai maggiori rischi derivanti dal possibile contagio. Delle due l'una: o non si è convinti di imporre il vaccino perché si è poco convinti della validità del vaccino stesso (e questo spiega certamente la riluttanza di molti cittadini che possono pensare tra sé e sé: ma se è così efficace perché non me lo impongono?), oppure si deve marciare verso forme più o meno estese di obbligo vaccinale. Ma occorre decidersi. Si capisce che si temono reazioni di tipo sociale, quelle che si sono avute in Francia dopo l'introduzione dell'obbligatorietà del green pass. In 136 raduni sono state coinvolte 114.000 persone. Evidentemente poco se si pensa a quello che accadde con i gilet gialli. Potrebbe avvenire lo stesso in Italia? Certamente. Ma può essere questo l'angolo visuale dal quale decidere se fare questa scelta o no?