2018-06-01
La serie tv più amata da Trump chiusa per razzismo
Un tweet di Roseanne Barr scatena il putiferio e la censura contro Pappa e ciccia. Il presidente: «Nessuno si è scusato per le offese contro di me».Il primo a capire che l'antirazzismo si sarebbe trasformato nel nuovo «terrore» è stato lo scrittore francese Richard Millet, che lo ha definito «una manifestazione isterica». E, in effetti, è un'esplosione di isteria quella che si sta verificando negli Stati Uniti attorno alla serie televisiva Roseanne. Gli spettatori italiani la conoscono come Pappa e ciccia, e hanno potuto seguirla su Canale 5 dal 1990 al 1998 (negli Usa è stata trasmessa tra il 1988-1997). Il 27 marzo, il network americano Abc ha deciso di mandarne in onda una nuova stagione, con i protagonisti originali, ovvero Roseanne Barr e John Goodman. Lo show ha subito ottenuto enorme visibilità, anche perché molto gradito a Donald Trump (che telefonò personalmente alla Barr per congratularsi). Gli ascolti sono stati incredibili, tra i più alti registrati negli ultimi anni. La Abc pare abbia incassato 45 milioni di dollari di pubblicità, e si aspettava di incassarne altri 60 a partire dal prossimo settembre, grazie alla nuova stagione composta da 13 episodi. Nonostante il successo, però, la serie è stata cancellata. Certo, sin dal primo momento è stata accusata di essere troppo «biancocentrica», conservatrice, scorretta eccetera. Ma la ragione dello stop è un'altra. Tutto è cominciato da un tweet di Roseanne Barr riguardante Valerie Jarrett, già consigliere dell'ex presidente Barack Obama. «I Fratelli musulmani e Il pianeta delle scimmie hanno avuto un figlio: VJ», ha cinguettato la Barr. Immediatamente, si è scatenato l'inferno. Di sicuro non si trattava di una battuta elegante o di buon gusto. La Barr è nota per non usare mezze misure, e sicuramente poteva risparmiarsi l'uscita. Ma il putiferio che ha sollevato ha dell'incredibile. L'attrice ha subito fatto ammenda: «Chiedo scusa a Valerie Jarrett e a tutti gli americani», ha scritto. «Mi dispiace per aver fatto una brutta battuta sulle sue idee politiche e sul suo aspetto. Avrei dovuto pensarci meglio. Scusatemi, la mia battuta era di cattivo gusto». Nulla da fare: ormai su di lei era piovuta l'infamante accusa di razzismo. «La dichiarazione di Roseanne su Twitter è aberrante, ripugnante e incoerente con i nostri valori, e abbiamo deciso di cancellare il suo show», ha dichiarato in una nota il presidente di Abc Entertainment, Channing Dungey. Sulla faccenda è intervenuto più o meno chiunque, compreso il cineasta guerrigliero Michael Moore. Prima ancora che la serie fosse chiusa, la produttrice Wanda Sykes, afroamericana, ha dato le dimissioni. Valerie Jarrett, dal canto suo, ha reagito come se avessero attentato alla sua vita: «Penso che dobbiamo trasformare questa vicenda in un momento di insegnamento», ha detto. «Sto bene, ma sono preoccupata per tutte le persone là fuori che non hanno una cerchia di amici e seguaci che li difendano». Ripetiamolo a scanso di equivoci: il commento della Barr non era né divertente né intelligente, bensì maleducato e offensivo. Ma resta sempre una stupidaggine scritta su un social network, a cui sono seguite immediate e sacrosante scuse. Una idiozia da bar, tuttavia, si è tramutata in un caso nazionale. La serie tv è stata cancellata, anche se c'entrava poco o niente, e i toni utilizzati dai media americani e non per commentare l'accaduto sono a dir poco sovreccitati. Insomma, siamo nel pieno di una psicosi. Un'ossessione a senso unico, per altro. Anche Donald Trump è dovuto intervenire, e ha scritto su Twitter: «Bob Iger della Abc ha chiamato Valerie Jarrett per farle sapere che “Abc non tollera commenti come quelli" di Roseanne Barr. Accidenti, non ha mai chiamato il presidente Donald J. Trump per scusarsi delle dichiarazioni orribili fatte su di me su Abc. Forse non ho ricevuto la chiamata?». Beh, il presidente americano non ha tutti i torti. Sui media americani ne hanno dette di tutti i colori sul suo conto. Lo hanno dipinto come un predatore sessuale e uno stupratore. Però nessuno si è sognato di cancellare una serie tv come Handmaid's tale, anche se ha ispirato proteste femministe contro The Donald. Durante la campagna elettorale del 2016, Robert De Niro registrò un video in cui definì Trump «un cane, un maiale. Lo prenderei a pugni in faccia». Non risulta, però, che qualcuno abbia censurato i film con il vecchio Bob protagonista. A Cannes, presentando il film BlacKkKlansman, Spike Lee si è avventato su Donald dandogli del figlio di buona donna razzista, ma nemmeno lui ha avuto problemi. Risulta evidente, allora, che ci sono insulti concessi e insulti proibiti. Idiozie buone e idiozie cattive. Quella diffusa da Roseanne Barr è cattiva, poiché razzista. E l'antirazzismo è, di questi tempi, il dogma da accettare, è - come ha scritto Richard Millet - «uno strumento di coercizione inquisitoriale». Intendiamoci: la Barr non è una povera vittima di censura. È semplicemente una che ha perso l'occasione di tacere. Ma la pena è superiore al peccato, e colpisce uno dei pochi show popolari non intrisi di politicamente corretto. Una serie comica il cui punto di vista, una volta tanto, non era quello dei liberal di New York o di Hollywood. Ora questo punto di vista è stato eliminato, ed è un vero peccato. Probabilmente, qualcuno in America non aspettava altro.