2025-04-23
«Aborto è omicidio»: il Bergoglio censurato
Del vicario di Cristo si cita soltanto quello che fa comodo all'ideologia green o alla gauche caviar e ai pro migranti. Silenzio totale quando si è impegnato per tutelare la vita e per mettere barriere alla deriva gender.Se n’è accorto solo Fanpage - sito che si occupa di tutto: dal gossip alle soffiate - che forse Jorge Mario Bergoglio tutto questo progressista non è stato. E gli altri? Muti. Il fatto è che da quando salì al soglio di Pietro il 13 marzo del 2013 Francesco è stato preso sempre à la carte. Di lui si cita solo quello che fa comodo all’ideologia green, a quella gender o alla gauche caviar e ai pro migranti. Non si è mai capito fino in fondo se per fede o per fatturato. Oddio lui non ha fatto nulla per evitare di essere tirato per il talare in senso progressista. In queste ore abbiamo letto di ogni e sono stati versati ettolitri d’inchiostro retorico per magnificare il difensore degli oppressi, l’anti occidentale, il Papa che arriva a dire: indagate sul genocidio in Palestina. Carlin Petrini, che magari spera di farcela nel conclave, ha fatto sapere che come ha protetto la salamella lui non l’ha fatto nessuno anche perché era «un piemontese testardo». Risulterebbe nato a Buenos Aires, ma non stiamo a guardare il capello. Peraltro carenza di fantasia l’hanno avuta ieri i titolisti. Corriere della Sera, Repubblica, Messaggero, Gazzettino in fotocopia: «Il Papa degli ultimi». Sugli ultimatum hanno tutti sorvolato. Non c’è una riga che sia una su aborto, omosessualità, gender. Del resto, per raccontarlo molti si sono rivolti a monsignor Vincenzo Paglia, presidente dell’Accademia Pontifica per la Vita che lunedì ha prezzemolato a reti unificate e che è stato colui il quale ad Agorà, su Rai 3, un paio di estati fa lasciò senza parole i cattolici praticanti affermando: «Penso che la legge 194 sia ormai un pilastro della nostra vita sociale, non è in discussione». Data la premessa, perché sforzarsi di citare direttamente il Papa sull’interruzione di gravidanza? Lo dice anche Loredana Lipperini che ben nascosta a pagina 39 su La Stampa nota: «Anche non potendo accogliere né allora né ora, le dure parole di papa Francesco sull’aborto e sull’omosessualità, in molti hanno visto in lui la solitaria opposizione contro un potere sempre più cieco: la condanna delle politiche migratorie delle destre, per esempio, o la difesa dei carcerati e in assoluto, sempre degli ultimi». Insomma sull’aborto Bergoglio è stato un compagno che sbaglia. Aldo Cazzullo sul Corriere spende due pagine: si parla di migranti, papagne, di critica dell’Occidente. Del resto, nulla di nulla. Poi al Corriere giusto per metterci una pezza pro aborto intervistano Emma Bonino. Si cerca un po’ di conforto sull’Avvenire che ha sentito nientepopodimenoché Romano Prodi, e poi ci parla di Roberto Gualtieri il sindaco di Roma, delle ambulanze per Gaza, della ricerca. Ma una parola sul fatto che il Papa lasciò - unica volta nella storia della cristianità - i fedeli senza il conforto della fede durante il Covid chiudendo le Chiese, nulla. Eppure quasi tutte le devozioni mariane, almeno in Italia, hanno a che fare con le grazie ricevute durante le pestilenze. L’unico accenno su Avvenire è il cordoglio delle associazioni per la vita. Al Fatto Quotidiano interessa solo il Francesco anti bombe e anti Israele. Sul Foglio ci si aspetterebbe che Giuliano Ferrara, antiabortista della prima ora, si ricordasse di alcune parole del Papa, e invece parla del gesuita senza laurea, così come il suo scudiero Claudio Cerasa si occupa del Francesco anti Occidente. Ma neanche per accidente un riferimento ai gay? Bisogna arrivare al pezzo di Giannino della Frattina su Il Giornale per trovare il racconto di quel Bergoglio-pensiero. Sul Messaggero parlano di tutto, ma si stende un velo di pudore: pare brutto ora citare certe cose. A parlare di frociaggine, espressione autentica di Bergoglio, ci pensa su Libero Giovanni Maria Vian – già direttore dell’Osservatore Romano – che per l’appunto osserva: «Ha usato l’omosessualità come strumento di governo» e ulteriormente aggiunge: «Ha aperto con affermazioni sacrosante sulle donne, ma si è contraddetto coi fatti». Tutto qui, perché sui temi scomodi è bene non ricordarsi del Papa. A sinistra di Francesco che il 29 settembre di un anno fa ha detto: «L’aborto è un omicidio e i medici sono dei sicari», salvo poi invitare i preti ad assolvere, che nel maggio aveva anticipato che c’è «troppa frociaggine e nei seminari gli omosessuali non vanno ammessi» e che nella stessa primavera aveva tuonato che «cancellare le differenze tra uomo e donna significa cancellare l’umanità e perciò l’ideologia gender è il pericolo più brutto», hanno steso un velo non pietoso, ma imbarazzato.