2022-08-30
Pagare chi non lavora è la solita idea. Esecutivo pronto alla Cig gratuita
Luigi Di Maio (Getty Images)
Riunione interlocutoria ieri a Palazzo Chigi sulla crisi energetica. Mentre i partiti fanno pressing sul decreto Aiuti. Luigi Di Maio vuole accollare allo Stato l’80% delle bollette delle aziende. I sindacati spingono per la Cassa.I partiti scendono in pressing su Mario Draghi per un decreto Aiuti, ma Palazzo Chigi si smarca ribadendo il niet allo scostamento di bilancio. Ieri si sarebbe tenuta una riunione a Palazzo Chigi tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, e quello della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Obiettivo: avviare un primo confronto sul dossier energia e sulle misure da mettere in campo per fronteggiare i rincari delle bollette ma «i tempi non sono maturi per un intervento immediato», hanno riferito alcune fonti all’agenzia Adnkronos. Assicurando comunque che sul tavolo non ci saranno mai la riduzione dell’orario scolastico, né l’ipotesi di un ritorno in dad per frenare l’emergenza energetica. «Al momento», aggiungono le stesse fonti, «il gas c’è, non sono previsti razionamenti o misure drastiche di altro tipo. Al limite, se la Russia dovesse chiudere i rubinetti, si dovrà ragionare su misure draconiane da adottare anche sul sistema pubblico. Ma non si è parlato di scuola». A Palazzo Chigi starebbero studiando con molta attenzione le entrate del mese di agosto, inclusa la tassa sugli extraprofitti. Il governo chiuderà i conti sulle entrate del mese di agosto non prima del 5 settembre e un eventuale provvedimento sul caro bollette verrà varato solo dopo quella data, sostengono altre fonti. Mentre incalzano le interlocuzioni tecniche e le indiscrezioni su come rispondere all’emergenza senza ricorrere a un extradeficit, arrivano le richieste più disparate su cosa infilare dentro il nuovo - e ancora nebuloso - decreto. Il ministro degli Esteri nonché leader di Impegno civico, Luigi Di Maio, ha per esempio dichiarato alla Stampa che «lo Stato pagherà l’80% di tutte le bollette delle imprese italiane. questo il primo provvedimento d’emergenza che realizzerà Impegno civico al governo». Questo costerà circa 13,5 miliardi, «ma servirà a evitare il fallimento di moltissime aziende e, di conseguenza, il mantenimento dei posti di lavoro e la salvaguardia degli stipendi delle famiglie», ha rilanciato il vicepresidente dei senatori di Impegno civico, Vincenzo Presutto. Sottolineando che «l’intera operazione sarà finanziata con i fondi che lo Stato sta incamerando con la crescita economica e con l’aumento dell’inflazione». Il presidente della Fondazione Univerde e già ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, in un video ha invece rilanciato la proposta dell’imprenditore Francesco Franzese: «Serve uno sconto in fattura per imprese e famiglie. Un modo diretto e concreto di tagliare subito questi aumenti insopportabili ed evitare chiusure e crisi irreversibili». Su Twitter, intanto, il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, ha postato la foto di una bolletta più che raddoppiata: «A cosa serve un governo che non riesce a proteggere i cittadini dai capricci speculativi di quattro grandi aziende energetiche, di cui almeno un paio sono ampiamente partecipate dallo Stato?». Tra promesse impossibili e attacchi sinistri ai «capricci speculativi», al momento, però, l’unico centro di gravità permanente sembra purtroppo rimanere la cassa integrazione. Ovvero pagare la gente per non lavorare. Non a caso ieri il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, in un’intervista al Qn non ha escluso l’ipotesi di una nuova cassa integrazione sul modello della Cassa Covid, visto che «intere filiere produttive sono in difficoltà: siderurgia, meccanica, automotive, agroalimentare, terziario, turismo, commercio. Più di un milione di posti di lavoro a rischio. Dobbiamo orientare su obiettivi di coesione sociale i sostegni del governo, anche valutando una nuova cassa integrazione straordinaria, così come è avvenuto nei mesi duri del Covid, insieme con l’impegno delle aziende a non licenziare». Il leader della Cisl chiede dunque «un nuovo decreto del governo in carica per confermare e consolidare aiuti e interventi strutturali. Se necessario si mettano in campo risorse straordinarie, anche con uno scostamento di bilancio, azzerando l’Iva sui beni di prima necessità e di largo consumo. Servono compensazioni immediate e soluzioni nuove, con controlli rigorosi sugli speculatori, limiti al costo europeo d’importazione del gas ma anche un tetto sociale al costo nazionale dell’elettricità». E, a proposito di cassa integrazione, mentre a Roma si fanno le riunioni ad Aosta saranno fino a 188 - su un totale di 1.190 - i dipendenti della Cogne Acciai Speciali complessivamente in Cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) nei prossimi giorni, dopo che il rialzo dei prezzi di elettricità e gas ha reso sconveniente all’azienda mantenere acceso il forno elettrico nonostante non manchino gli ordinativi.
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Margherita Agnelli (Ansa)