2024-05-24
Orsini spinge l’Ue fuori dall’ideologia: «Serve un mix rinnovabili-nucleare»
Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini (Ansa)
Il presidente di Confindustria (eletto con il 93% dei voti): «I tempi non saranno brevi, bisogna quindi andare avanti con il gas. Referendum Cgil contro il Jobs act? Parlarne adesso mi sembra una pazzia».«Servono idee chiare e una politica industriale europea, con una cultura non anti-industriale». Le idee chiare sono quelle di Emanuele Orsini, neo presidente di Confindustria, eletto con il 93% dei voti di un’assemblea partecipatissima (848 presenti su 865). L’Europa è il primo argomento che decide di affrontare nella conferenza stampa che ha seguito l’assemblea privata. «Bisogna smetterla con gli atteggiamenti ideologici. Speriamo che la prossima Commissione Ue metta al centro l’industria, perché significa mettere al centro la crescita del Paese». Tra i temi che preoccupano di più Orsini c’è quello del packaging «ci preoccupa, è un capitolo non finito, ma è fondamentale perché da lì dipende la nostra logistica e l’esportazione delle nostre aziende». Così come preoccupa «lo stop al 2035 alla vendita e produzione dei motori endotermici per le auto. Bisogna salvaguardare il know-how dei Paesi» insiste perché l’obiettivo per il presidente degli industriali è quello di rendere il sistema sostenibile, armonizzando produttività e costi.Il secondo capitolo è quello dell’energia. E chiarisce subito che è impensabile affidarsi solo alle rinnovabili. «Serve un mix in cui si faccia spazio anche al nucleare, ovviamente di ultima generazione. Che va sostenuto sempre e non solo in campagna elettorale» commenta severo Orsini che solleva la necessità di avere «una rete elettrica nazionale, non privata, perché se l’energia è una questione di sicurezza nazionale allora serve una rete nazionale». Per questo il leader di via dell’Astronomia ha già chiesto al delegato di Confindustria all’Energia di «coinvolgere i più importanti player, perché bisogna costruire la filiera. Occorre chiamare al tavolo chi lo faceva prima, l'Ansaldo di turno per capirci, ed Enel». Orsini vuole definire soprattutto le dimensioni del progetto: «Se fare delle micro centrali da 100 gigawattora o quelle da 400 come in Germania, perché sarà il futuro, purché la riflessione parta dal concetto che serve una rete nazionale elettrica». L’obiettivo è quello di arrivare a Palazzo Chigi con una proposta. Poi arriva al nodo principale ed è lucido nel dire: «i tempi non possono essere rapidi per questa tecnologia, quindi nel frattempo bisogna mettere a terra due misure come il gas e l’energy release».Orsini pensa anche all’internazionalizzare di Confindustria. «Per le nostre aziende all’estero vogliamo lavorare sempre più a stretto contatto con Simest, Ice, ma anche con le nostre ambasciate». L’obiettivo è fare rete sui punti comuni per essere più incisivi a Bruxelles. Il cuneo fiscale resta al centro. Per Orsini parlare della sua riduzione è «un atto di responsabilità». Poi ha aggiunto: «Quello di mantenerlo nelle nostre aziende è tra le scelte che sosterremo perché è una delle misure che aiuterà ad assumere i ragazzi». Tranchant invece il giudizio nei confronti del referendum lanciato dall Cgil sul Jobs act. «Parlarne oggi in Italia mi sembra una pazzia» e spiega che è un tema che sembra avere «una chiave politica perché in un momento come questo in cui le persone scelgono dove andare non è una esigenza del momento». Allo stesso tempo dice che con i sindacati serve rilanciare il dialogo. «Io, e credo mi verga riconosciuto, cerco di unire, per farlo è necessario che anche i sindacati siano compatti». Poi sulla partecipazione dei dipendenti alla vita delle aziende dice: «Non sono d’accordo con la proposta della Cisl». Si va sull’attualità con Superbonus, Stellantis e Liguria. «Sono d'accordo che venga chiuso (il Superbonus), ma non dall’oggi al domani. Dobbiamo sederci al tavolo per trovare una via d'uscita ed elaborare percorsi di salvataggio e costruttivi». Questo perché alle imprese serve certezza «devono potersi fidare» e non si può se si introducono norme retroattive. Confindustria vuole ora aprire un confronto con Palazzo Chigi anche se «non in chiave conflittuale, anzi, per delineare dei percorsi di salvataggio, costruttivi. Ci organizzeremo presto con un tavolo di lavoro per dare certezza dei temi e delle procedure. È davvero un tema centrale, perché le imprese devono potersi fidare del governo». Su Stellantis Orsini ha ribadito che si augura che l’azienda «mantenga la promessa del milione di auto realizzare in Italia, trattandosi anche di un tema di salvaguardia di una filiera importante». La norma sull'Italian sounding, ha aggiunto, «vale per tutti, e credo sia stata attivata correttamente». Sulla situazione in Liguria, a seguito dell’inchiesta che ha coinvolto, tra gli altri, il presidente della Regione Giovanni Toti, il presidente di Confindustria ha evidenziato la necessità che non si blocchino le merci e i lavori, perché abbiamo bisogno che le nostre merci girino come adesso. Con i problemi che abbiamo nella logistica non ce lo possiamo permettere».Infine, «Sul Sud trovo anacronistico pensare di dividere il Paese in questo momento, quando tutti chiediamo di avere gli Stati Uniti d'Europa. Occorre promuovere lo sviluppo industriale del Mezzogiorno. Deve crescere l’occupazione e la produttività allo stesso modo, al Sud quanto al Nord.
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)