2020-10-13
Il governo ci fa spiare in casa
Il ministro della Salute esterna in libertà nel salotto di Fabio Fazio. E ne spara una delle sue: trasformare gli italiani in delatori.Il governo Conte non governa, annuncia. Anche altri esecutivi nel passato si erano lasciati prendere la mano, sostituendo i provvedimenti legislativi con le conferenze stampa. Tuttavia, mai come quello attuale, che ai decreti, fossero anche quelli del presidente del Consiglio dei ministri e dunque non soggetti ad alcuna preventiva approvazione, preferisce le interviste. Prendete l'ultimo caso, ossia la stretta per evitare il diffondersi del coronavirus: se ne parla da giorni, ma finora delle misure si è vista solo l'ombra. O meglio: qualche cosa si è visto, ma sono state le comparsate tv degli esponenti del governo. L'ultima e più significativa è stata quella del responsabile della Sanità, il ministro Roberto Speranza. Il quale non si è presentato in Parlamento a riferire, né ha parlato da Palazzo Chigi. No, l'uomo a cui è affidata la salute degli italiani si è rivolto a Fabio Fazio, che non risulta al momento neppure presiedere la «terza Camera», come invece fa da anni Bruno Vespa. Perché, nell'ora più buia, in cui l'esecutivo intende porre limitazioni alla libertà dei cittadini, un suo esponente debba parlare dal balcone di Rai 3 è un mistero. Certo, ci è chiaro che con le domande che vengono rivolte da Fabiolo nel suo salotto nessun politico corre il rischio di inciampare. I quesiti infatti filano via lisci come la camomilla sul vetro, senza cioè lasciare traccia, soprattutto con le risposte. Cosa che non accadrebbe se un ministro si sottoponesse a un'intervista vera, fatta cioè con domande frizzanti. Un tempo, se un politico o qualche personaggio di rilievo fosse stato «interrogato» da un non giornalista, si sarebbe rivoltata l'intera categoria dei cronisti, con tanto di intervento dell'Ordine professionale e del sindacato degli imbratta carte. Già, perché Fazio non è un giornalista: fu lui stesso a chiarirlo dopo una polemica per la sua partecipazione a una campagna pubblicitaria. Per evitare discussioni, specificò non solo di non essere un professionista della carta stampata, ma di aver chiesto addirittura la cancellazione dalla categoria dei pubblicisti, così da non dover più essere assoggettato alle bizzarre disposizioni dei guardiani dell'Ordine. È pur vero che un tizio, il quale ogni settimana tenti di fare un'intervista su una rete del servizio pubblico, corra il rischio di essere accusato di esercizio abusivo della professione, ma questo non è il caso di Fabiolo, che essendo il principe dei buonisti ispira solo sentimenti d'amore anche a chi, spesso senza aver scritto un rigo, fa le pulci ai colleghi giornalisti.Non voglio però divagare, perché Fazio è Fazio, e fa le non domande che gli lasciano fare. Il problema non è lui, ma semmai chi ci va e in questo caso il problema si chiama Roberto Speranza. Il quale domenica, non contento di aver annunciato più mascherine per tutti, anche per chi passeggia e non ha anima viva nel raggio di qualche chilometro, se l'è presa anche con le famiglie, ree di diffondere il virus; anzi, di essere vere e proprie incubatrici di epidemia. Da ciò si capisce come mai Giuseppe Conte, il giorno prima, si era lasciato sfuggire l'idea di mettere la museruola anche a chi sta in casa con i parenti. Dentro le mura domestiche, come è noto, succede ogni nefandezza, anche il propalarsi del virus. Che quello sia il luogo dove di preferenza, ogni sera, genitori e figli si incontrano, dev'essere evidentemente sfuggito a chi ci governa il quale, probabilmente, fosse per lui, chiuderebbe le abitazioni così come ha chiuso le discoteche. Visto però che gli appartamenti non sono balere, a Speranza dev'essere balenata in testa un'idea di come fermare il contagio in famiglia. Così, dopo aver disposto (anzi no, annunciato) il divieto di celebrare feste di battesimo e compleanno, il ministro che appariva alla sinistra di Fazio ha anche scomunicato le feste private e pure le riunioni in famiglia. Probabilmente, al custode della Salute era venuta l'idea di piazzare delle microspie dentro ogni casa, per verificare i comportamenti degli italiani, ma qualcuno che ha ancora a cuore i principi costituzionali deve averglielo sconsigliato. Perciò Speranza ha rivelato il suo piano per impedire le serate intorno al tavolo: il governo confida nelle segnalazioni, che tradotto in un linguaggio più terra terra significano spiate. Sì, come ai bei tempi dell'Unione Sovietica, a Palazzo Chigi sognano di ricevere soffiate che svelino le riunioni vietate dei nemici della Rivoluzione sanitaria. Immaginiamo già il tribunale del popolo che dovrà giudicare i pericolosi reazionari: «Risponde al vero la notizia che domenica scorsa lei, sua moglie e i suoi figli, siete stati a pranzo dai nonni?». In caso di risposta affermativa c'è da mettere in conto una condanna sicura.
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