2025-01-17
Ora abbiamo gli stupri islamici
Nuovo agguato sessuale dopo la notte di Capodanno, stavolta fuori dalla discoteca Alcatraz: un gruppo di nordafricani ha tentato di rapinare una studentessa, poi uno di loro l’ha palpeggiata. È un egiziano di 36 anni, arrestato. Piantedosi: «Fatti inaccettabili».Che siano «taharrush gamea», aggressioni sessuali di massa in uno spazio pubblico, come ha ipotizzato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi riferendosi alle violenze di Capodanno nel centro di Milano, o comunque abusi di islamici che si muovono in branco, è allarme per gli episodi che vedono protagonisti maranza, immigrati di prima e seconda generazione.Si muovono e agiscono in gruppo, rappresentano una minaccia continua ogni giorno della settimana. Le forze dell’ordine sono a loro volta oggetto di attacchi e violenze; la mancanza di sicurezza provoca un’apprensione crescente. L’ultimo agguato di cui si ha conoscenza, ai danni di una coppia che usciva dalla discoteca Alcatraz di Milano, vede protagonisti una decina di nordafricani. Incuranti di vigilantes e buttafuori, le «risorse» hanno aggredito una ragazza pugliese di 19 anni, studentessa fuori sede nel capoluogo lombardo, che era in compagnia del suo fidanzato. I due giovani avevano lasciato il locale alle 4 di notte tra venerdì e sabato della scorsa settimana. Hanno indugiato, prima di avviarsi verso la loro auto e nel cortile, che si affaccia sul parcheggio di un supermercato accanto alla discoteca, e poi sono stati circondati da un gruppo di nordafricani. Sbucati all’improvviso, erano rimasti nel buio ad aspettare qualche vittima da rapinare e molestare. In un primo momento gli assalitori hanno cercato di rubare il portafoglio e il cellulare del giovane ma, vedendolo reagire, si sono concentrati sulla sua fidanzata tentando di strapparle la borsetta mentre uno del gruppo «cominciava a palpeggiarla nelle parti intime». La coppia è riuscita a reagire e a mettere in fuga i nordafricani che sono stati avvistati anche dai buttafuori, attirati dalle grida. Il personale della discoteca ha cercato di rincorrere uno degli stranieri, «con giubbino di colore beige e jeans», e l’inseguimento è stato per fortuna visto da una pattuglia dei carabinieri che perlustrava la zona ed è subito intervenuta. Il nordafricano bloccato è stato riconosciuto dalla studentessa come l’autore della violenza sessuale. Si tratta di un egiziano di 36 anni, Hassan Mansour Hassan Mohamed, residente a Gorno nella Bergamasca. Le immagini della telecamera del supermercato hanno confermato che era lui l’uomo che ha palpeggiato la giovane, pronto a stuprarla. Adesso si trova nel carcere di San Vittore con l’accusa di violenza sessuale e rapina. I carabinieri stanno cercando di identificare tutti i componenti del gruppo. La giovane, in evidente stato di choc, ha segnalato all’Arma anche un egiziano, che assieme ad altri due si stava allontanando ma non era certa che avesse partecipato alla rapina o alla violenza. Di certo, il moltiplicarsi di queste aggressioni di gruppo terrorizza i cittadini. «L’autorità giudiziaria sta accertando il quadro delle responsabilità, facendo piena luce su quanto accaduto anche al fine di verificare, come sembra, se si sia trattata di una pratica organizzata ascrivibile al cosiddetto Taharrush gamea», ha dichiarato Piantedosi. La Procura di Milano sta indagando su almeno 8 casi di presunti abusi sessuali avvenuti a Capodanno, così come a era accaduto 3 anni fa. Donne circondate da uomini che le violavano senza permettere che qualcuno spezzasse quel cerchio di sopraffazione. «Un muro di uomini mi ha bloccato e risucchiato», ha rivelato sconvolta un’avvocatessa di Milano, tra le vittime di questa imposizione di barbarica sottomissione avvenuta a inizio d’anno. Assieme a lei quattro ragazze belghe, una giovane emiliana («Mi sono ritrovata dentro un corridoio umano, un imbuto», ha detto in lacrime), una sudamericana e una inglese. Per quanto Wael Faruq, direttore dell’Istituto di Cultura araba della Cattolica abbia tentato di minimizzare il contesto sociale, etnico e religioso (affermando su Repubblica che «è troppo banale dare la colpa all’islam, parlare di ragazzi che provengono da una cultura distante da noi che non rispetta le donne. Ed è molto pericoloso slegare quello che è successo in Duomo da un contesto generale di una cultura della violenza che nasce da un vuoto e dal perdere la fede e significato in tutto»), se di Taharrush gamea si tratta va perseguita con ogni mezzo. Amnesty International pubblicò nel 2015 un report dal titolo Circles of Hell, Gironi dell’Inferno, nel quale erano descritte le aggressioni. «I circles sono i cerchi nei quali le donne vengono trascinate per subire abusi che possono durare da pochi minuti fino ad alcune ore». Radfem Italia, associazione di femministe contrarie all’autocertificazione di genere e alle modifiche ormonali nei bambini, ha pubblicato un duro appello perché questo rituale venga condannato come stupro di gruppo. «Soprattutto nelle grandi aree urbane la libertà di donne e ragazze è già significativamente compromessa dal rischio costituito dalla diffusione di questa e altre pratiche violente», dichiarano, chiedendo l’espulsione di chi lo commette.Anche giovani uomini sono vittime di violenze di gruppo commesse da nordafricani. Davide Castellano, 23 anni, originario di Torino ma da tempo residente a Bologna dove lavora, ieri al Resto del Carlino ha raccontato l’aggressione subita in pieno centro da più di una ventina di stranieri che l’hanno picchiato e derubato, dopo gli scontri per Ramy Elgaml. «Mi hanno molestato, frugando nelle tasche, intanto mi insultavano […]. Hanno poi provato a colpirmi ancora, sempre a calci». Dieci giorni fa, sempre a Bologna, un ragazzo di 17 anni è stato colpito e derubato da una gang di nordafricani. Per entrambi, la loro «fortuna» è di non essere donne.
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)