2018-07-30
«Ora a Forza Italia sta cadendo l’intonaco»
Il governatore lancia oggi a Genova il suo movimento delle liste civiche: «Il centrodestra segua l'esempio a livello nazionale La Lega è un palazzo scintillante, il nostro perde i pezzi. Il rinnovamento di Silvio Berlusconi? Per ora solo enunciazioni di principio».Giovanni, mi scappa da ridere?«Perché?».Ti devo intervistare.(Giovanni è Toti, il governatore della Liguria. Lui e io ci conosciamo da una vita. Abbiamo lavorato insieme, è stato mio redattore, mio caporedattore, mio vicedirettore. È mio amico).Cominciamo?«Da dove?».Un giornale ha titolato a tutta pagina che ti «emancipi da Salvini». È vero?«Non mi sono mai sentito dipendente. Né ora mi sento disintossicato. Mi mancava il capitolo precedente».Come sono i rapporti con la Lega?«Ottimi. In Liguria straordinariamente buoni».Qualcuno dice anche troppo.«Perché?».Dicono che ormai sei più leghista che di Forza Italia.«Non è così. È che oggi la Lega ha un'identità chiara. Ha un messaggio comprensibile che tende ad attirare anche chi non ha quella cultura».E Forza Italia?«Ha bisogno di molti ritocchi. Di restauri. Immagina due palazzi».Due palazzi?«Sì, due palazzi in una stessa piazza. Uno è scintillante e ristrutturato, l'altro è opaco e con l'intonaco da rifare. Tu quale noti di più?».Domanda ovvia. Ma Forza Italia ha l'intonaco da rifare?«Beh, è uscita così dalle ultime elezioni. E da un trend elettorale che dura da un po' di tempo. Quel partito non ha più la forza d'attrazione che aveva».E che cosa bisogna fare?«Lo dico da tempo, ma poco ascoltato: bisogna rifare il contenuto e il contenitore. Non è lesa maestà».Silvio Berlusconi ha appena lanciato un programma di rinnovamento.«Qualche passo è stato fatto, però per il momento siamo alle enunciazioni di principio. E il partito non si è messo in discussione pesantemente».Che cosa significa mettersi in discussione pesantemente?«Vuol dire che bisogna aprirsi alla società civile».Mi stai parlando politichese.«Hai ragione. Aprirsi alla società civile vuol dire le nuove forze devono sentire che Forza Italia (o l'Altra Italia, o la Grande Italia…) è casa loro. Devono contare di più. Amministratori e sindaci devono avere le chiavi del partito. E devono essere tenute in considerazione esperienze come quella della giunta della Liguria».Stai lanciando un'Opa sul partito?«Macché Opa. Il fatto è che di politica in Forza Italia ho sentito parlare poco. Qui in Liguria abbiamo fatto almeno una decina di riforme importanti che riguardano i giovani, la formazione professionale, l'economia, le infrastrutture, l'energia. Qual è la posizione del partito su questi temi?».Non chiederlo a me.«Di sicuro neanche il governo ha le idee chiare».A proposito: se bloccano la Tav?«Sarebbe un errore epocale e demenziale».Rimpiangi quando da inviato raccontavi l'Alta Velocità.«Questo Paese ha un deficit di grandi opere».Torniamo a Forza Italia: quella di Antonio Tajani come vicepresidente è la scelta giusta?«È una scelta che ha un criterio di oggettività: Tajani, oltre a essere serio e perbene, è l'uomo del partito che ricopre la carica istituzionale più elevata. Dopodiché…».Dopodiché?«Non so se l'Europa che lui rappresenta è l'Europa che gli italiani vogliono. E se lui, con la sua esperienza, riuscirà a cambiarla».Quali sono i passi di Forza Italia dopo le elezioni che non ti hanno convinto?«L'analisi della sconfitta è stata autoassolutoria. Se parti dalla diagnosi sbagliata, la cura non può essere giusta.Non ti sarà andata giù nemmeno la candidatura di Claudio Scajola a Imperia. Che però ha vinto…«La candidatura di Scajola mi è piaciuta poco perché ha spaccato il centrodestra. Siamo andati al ballottaggio centrodestra contro centrodestra. Non un bell'esempio».Ma adesso ci vai d'accordo?«Lui è sicuramente un moderato. Ma quando dice che Forza Italia deve fare l'accordo con il Pd mi sembra che voglia fare il bastian contrario a tutti i costi. È una provocazione».L'alleanza con il Pd è una provocazione?«L'unione di due debolezze non è mai una forza. E poi abbiamo già pagato il prezzo del Nazzareno, non ti pare? Quello che pensano gli italiani è chiaro».Nel partito però la tentazione c'è ancora.«Da qualcuno sì. Ma è una tendenza suicida».Niente Macron?«L'idea di un'alleanza macroniana ci porterebbe fuori dall'alveo della nostra storia. E ancora più lontano dai nostri elettori».Verso il burrone.«Verso il burrone già ci stiamo andando, a volte con un'allegria sconsiderata. Quello sarebbe proprio il passo definitivo».Tu intanto ti stai muovendo…«Sì, in auto».Non fare ironia. Ti stai muovendo politicamente. Oggi (lunedì 30 luglio) organizzi a Genova “Vivaio" un incontro con “amministratori e protagonisti della Liguria". Che cos'è?«La maggior parte dei nostri Comuni della Liguria oggi è governata da sindaci senza tessere in tasca. Lasciare fuori dallo schieramento moderato questo bendiddio è una follia».Perciò tu li riunisci.«Li riunisco per farne la base della mia prossima campagna elettorale».E la stessa cosa bisognerebbe farlo nel resto d'Italia?«Certo. Le liste civiche sono una forza dappertutto. Pensa a Siena, a Pisa… Noi diamo l'esempio».Tu sei sempre molto cauto e molto attento. Ma è chiaro che uno pensa subito: questo è il partito di Toti…«No, quello non è il partito di Toti. È il partito di tanta gente. Le liste civiche mica le invento io, ci sono già. Fino a oggi pensavano solo alla buona amministrazione delle loro città. Io cerco di metterli insieme per fare un passo oltre».Ma dentro quella sala ci sarà l'azzurro di Forza Italia o l'arancione di Toti?«Ci sarà l'arancione perché tanta di quella gente in Forza Italia non si riconosce più. Come non si riconoscono nella Lega».Questa iniziativa non divide ancora di più il centrodestra?«Macché. Lo rafforza. Perché dobbiamo rinunciare all'energia che ci viene dagli amministratori locali delle liste civiche?».Nel tuo libro dei sogni dunque c'è un “Vivaio" a livello nazionale.«C'è una Lega che presidia un terreno importante, un elettorato che non era il nostro e fa da argine ai 5 Stelle. E accanto una formazione più centrista che sa aprire i confini al mondo delle liste civiche».Ma non capisco se, per te, quella formazione è Forza Italia o un'altra.«La vogliamo fare dentro Forza Italia o come si chiamerà? Io ci sono, va bene. Ma tutti si tolgono i galloni. Chiamiamo le liste azzurre, arancioni, verde acido e giallo banana e partiamo tutti dallo stesso piano. Uno vale uno».Come i grillini?«Solo in questo caso. Del resto è quello che ha fatto il Cavaliere nel 2008 ed è stato il periodo di maggior successo del centrodestra: toccammo i 14 milioni di voti. Oggi a quanto siamo arrivati?».Forza Italia ha preso quattro milioni di voti…«Che oggi probabilmente non ci sono più. Se ci aggiungi anche quelli di Giorgia Meloni arrivi a fatica a 6 milioni. Vuol dire che in dieci anni il centrodestra ha perso 8 milioni di voti».Colpa di chi?«Escludendo un'ecatombe mirata sull'elettorato moderato del Paese, penso che siano nostri sostenitori che abbiamo deluso».A parte la Tav, che voto dai al governo?«Sull'immigrazione una sufficienza piena. Dopo cinque anni di chiacchiere qualcosa si muove. E anche con equilibrio».E sul fronte economico?«Al decreto Dignità darei un'insufficienza seria».Il resto?«Non classificato. Non si è ancora visto da che parte vanno».Nel tuo futuro che c'è?«L'iniziativa di oggi è fatta per ricandidarmi nel 2020 a governare la Liguria».Ti ci sei affezionato al ruolo di governatore…«No, è che abbiamo talmente tanti progetti in piedi, dal Terzo Valico alla gronda, dallo sviluppo dei porti al rilancio del turismo, che vorrei portarli a termine. Ed è anche il miglior modo di dare un contributo allo schieramento moderato a livello nazionale».Modello Liguria?«Sì, la Liguria è un modello di sviluppo che si può applicare al Paese quando il centrodestra tornerà a governare. Anche perché lo stiamo facendo con i nostri alleati storici».Dunque i cacciatori di delfini a livello nazionale devono mettersi il cuore in pace.«Intanto i delfini sono una specie protetta. E poi ne sono già stati uccisi fin troppi».A proposito: come sono i tuoi rapporti personali con Berlusconi?«È ovvio che da quando sono qua ci sentiamo molto meno. A lui non sarà piaciuta qualche mia presa di posizione, io se penso che sbagli non mi faccio problemi a dirlo. Ma non ho mai messo in discussione il suo ruolo nella storia d'Italia».Eppure se ne dicono tante: che vuoi conquistare Forza Italia, che vuoi defenestrare il fondatore…«Quella è la letteratura di corte».Quando l'hai visto l'ultima volta?«Due mesi fa. A cena con le rispettive compagne, è stato piacevole come sempre».Poi solo Genova.«Te l'ho detto. Qui c'è tanto da fare. Ah dimenticavo…».Che cosa?«L'autonomia. Dobbiamo lavorare anche sull'autonomia, ora che è finita l'era del centralismo napoleonico renziano».Quindi per farmi invitare a cena devo venire in Liguria.«Sei già in ritardo».Vermentino o Pigato?«Ah no, non posso far torti a nessuno. È il dualismo sacro, Levante e Ponente».Quindi due bottiglie?«Due bottiglie, una di Pigato e una di Vermentino. E poi un piatto di trofie al pesto e uno di pansotti alle noci, uno di gamberoni di Santa Margherita e uno di gamberoni di Sanremo…».Meglio se comincio a mettermi a dieta.«Io non ci riesco…».