2025-09-24
L’opposizione in Aula infanga il ricordo di Charlie: «Era omofobo e razzista»
Per la Boldrini la destra «strumentalizza» l’omicidio. Proprio lei, che in Parlamento si inginocchiò per Floyd. Bonelli: «Perché non commemoriamo i bambini di Gaza?».Neanche la commemorazione di un giovane opinionista assassinato, Charlie Kirk, riesce a unire nel sentimento di cordoglio la politica italiana. La commemorazione di Kirk, che si è svolta ieri alla Camera, rappresenta l’ennesimo esempio di come in Italia ormai il dibattito politico (salvo alcune eccezioni) sia regredito all’età della pietra, con le parole usate come clave. Per la deputata del Pd Laura Boldrini «la commemorazione di Charlie Kirk alla Camera dei deputati è una provocazione della destra che sta strumentalizzando un fatto gravissimo ed esecrabile, un crimine che non può avere giustificazioni. Trasformare Kirk in un’arma da scagliare contro gli avversari politici è, però, una strategia di chi pretende di denunciare la violenza di altri. Kirk ha fatto dell’odio la sua bandiera», aggiunge la Boldrini, «e il testimone di quell’odio l’ha raccolto, al suo funerale, il presidente Trump che ha detto “io odio i miei avversari”. Kirk non era un paladino della libertà, era un paladino del razzismo, dell’omofobia, del sessismo. Nessuna di queste sue posizioni ne giustifica l’assassinio, in alcun modo. Ma non ne giustifica neanche la santificazione. In quali altri Parlamenti europei è stato ricordato? In quello ungherese e in quello romeno. Commemorare alla Camera un uomo portatore di valori contrari alla nostra Costituzione è stata una forzatura insopportabile». Angelo Bonelli, di Avs, mischia quanto accaduto a Kirk con l’orrore di Gaza, dove è in atto lo sterminio di un popolo, attraverso una operazione di strumentalizzazione dialettica: «L’assassinio brutale di Charlie Kirk va condannato», esordisce in aula Bonelli, «noi l’abbiamo fatto e lo ribadiamo oggi nel Parlamento della Repubblica Italiana. La violenza politica e l’incitamento all’odio devono essere fermati. Oggi ricordiamo il brutale assassinio di una persona, Charlie Kirk, uccisa certamente per le sue idee. Ho ascoltato la legittima commozione di esponenti di Fratelli d’Italia e la rispetto. Ma», aggiunge Bonelli, «mi auguro che questo Parlamento possa avere la stessa attenzione nel commemorare anche i 20.000 bambini palestinesi uccisi a Gaza, per i quali non sono state spese parole né versate lacrime». Cosa c’entri la morte di Kirk con la carneficina operata da Israele a Gaza non è chiaro: secondo il ragionamento di Bonelli, qualsiasi cerimonia di commemorazione non avrebbe senso per quello che sta accadendo in Medio Oriente. Si commuove, ricordando Kirk, il deputato di Fratelli d’Italia Alessandro Amorese: «Charlie Kirk», scandisce Amorese, «uomo, figlio, marito, cristiano, ucciso perché aveva in mano un microfono, l’unica sua vera arma. Probabilmente avrebbe voluto dialogare anche con chi ha tentato di massacrarne il ricordo. Si sarebbe confrontato anche con docenti e giornalisti che hanno detto “in fondo se l’è cercata”. Quel ciondolo mostrato dalla moglie Erika Kirk», aggiunge Amorese, «sarà il simbolo di coraggio di quell’uomo che noi porteremo in giro per il mondo». «Come i colleghi che siedono in questi banchi», argomenta il deputato di Forza Italia Paolo Emilio Russo, «ritengo che buona parte delle idee e delle tesi espresse da Kirk non siano condivisibili. Anzi, su temi cruciali riguardanti i diritti delle persone alcune sue posizioni contrastano con i principi fondamentali di libertà e uguaglianza che ispirano il nostro impegno politico. Sarebbe però un errore grave», aggiunge Russo, «leggere questa vicenda con occhiali italiani o europei. Kirk è una vittima. La vittima di una violenza politica che è sempre inaccettabile». Lo stesso concetto lo esprime il ministro dei Rapporti col Parlamento Luca Ciriani, presente in aula insieme alla collega ministro per la Famiglia Eugenia Maria Roccella e al sottosegretario Matilde Siracusano: «Kirk diceva delle cose non politicamente corrette», commenta Ciriani, «io lo seguivo, ma non significa che sposo al 100% quello che diceva. Comunque, non ho certo bisogno di lui o di Trump, ho le mie idee, non ho bisogno che nessuno mi spieghi cosa devo fare». A proposito di Medio Oriente: in apertura dei lavori interviene il capogruppo di Fdi, Galeazzo Bignami, che chiede una informativa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sulle violenze che hanno macchiato la grande mobilitazione dell’altro ieri in solidarietà con la popolazione di Gaza, ormai allo stremo a causa dei bombardamenti israeliani. «C’è chi, strumentalizzando una tragedia», argomenta Bignami, «ha cercato di portare un attacco alle istituzioni. Se dobbiamo scegliere tra chi blocca i treni e chi porta la divisa, noi stiamo dalla parte dei ragazzi che portano la divisa». Ironica la replica del capogruppo del M5s, Riccardo Ricciardi: «I treni bloccati? Si rivolga al ministero dei trasporti», dice Ricciardi, «è lui che non fa funzionare i treni. 50.000 persone, 82 piazze in tutta Italia, hanno manifestato non per sé stessi, hanno manifestato per riscattare il nome dell’Italia che voi calpestate, per l’umanità. Prendere alcuni episodi, sicuramente da condannare, per silenziare, equivocare, condannare un movimento incredibile di donne e di uomini che tutti i giorni manifesta per un genocidio di cui voi siete complici». Pronta la controreplica del leghista Alberto Bagnai: «Sentirsi accusati di complicità con un genocidio mi sembra lievemente esagerato e rimandiamo l’accusa al mittente. Siamo rattristati per le immagini che vediamo, quelle vere e quelle false».
La manifestazione pro Pal a Roma del 22 settembre (Getty Images)
Gianni Cuperlo parla durante la commemorazione di Charlie Kirk alla Camera (Ansa)
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