
Interrogazione al ministro di Alice Buonguerrieri, capogruppo in commissione Covid: «Indagare su un atto che appare discriminatorio». Esposto dei 500 medici della Carta di Siena. Regione e Procura non pervenute.Fdi chiede «che venga fatta luce sulla esatta dinamica e l’evoluzione dei fatti riportati dalla Verità» e annuncia un’interrogazione al ministro della Salute, Orazio Schillaci. La vicenda di Franco, sessantatreenne di Muggia sofferente di cardiopatia valvolare con insufficienza aortica severa, escluso dalla lista d’attesa per l’intervento chirurgico dall’ospedale Cattinara di Trieste in quanto non si è voluto vaccinare contro Covid, influenza, herpes zoster e pneumococco, sta scuotendo l’opinione pubblica. Il partito del premier Giorgia Meloni non rimane indifferente all’indignazione provocata dalla decisione presa dal primario della cardiochirurgia e comunicata con lettera al paziente, ex dipendente dell’azienda metalmeccanica Wärtsilä, in pensione dopo aver perso la vista. «Quanto riferito dalla Verità merita attenzione», dichiara la deputata Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fdi in commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid. Aggiunge: «In una lettera firmata dal direttore del polo cardiologico triestino è inoltre stata annunciata al paziente persino la cancellazione dalle liste d’attesa. La nota successiva al primo articolo del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, diramata dall’azienda sanitaria Asugi che gestisce il polo cardiologico e tra l’altro smentita dal paziente, non fuga le perplessità. Tale episodio, avvenuto per giunta in una fase storica ormai lontana dall’emergenza pandemica e perpetrato nei confronti di un soggetto fragile qual è un paziente cardiopatico affetto anche da altre patologie, da una prima analisi appare ingiustificato e discriminatorio».L’interrogazione verrà presentata «perché è doveroso fugare ogni ombra su un centro, quello triestino, che rappresenta una vera eccellenza italiana, e perché è necessario vigilare sempre affinché sia rispettato il dettato costituzionale sulla tutela della salute come diritto dell’individuo e interesse della collettività», sottolinea Buonguerrieri. La capogruppo in commissione parlamentare ritiene che serva «un monito, allargato a tutte le realtà ospedaliere perché si indirizzino verso la cura del paziente senza pregiudizi e senza esclusioni». Quando all’esitazione del paziente a farsi ancora operare al Cattinara dopo essere stato rifiutato, malgrado l’ospedale stia facendo marcia indietro sulla decisione presa, la deputata di Fdi non ha dubbi: «Mi sento di incoraggiare il signore di Muggia a ripensarci e a continuare a fidarsi della struttura che è un’eccellenza nel campo sanitario. Certo, deve essere richiamato e rassicurato. Se era arrivato il momento dell’intervento chirurgico per un’operazione salvavita, sarebbe il caso di non farlo attendere».Sulla vicenda sono intervenuti anche i 500 medici che aderiscono alla Carta di Siena e che hanno rinnovato l’impegno ad «agire in scienza e coscienza come prevede il giuramento di Ippocrate», rispettando il codice deontologico e «i principi di perizia, prudenza, diligenza, indipendenza e responsabilità alla base della nostra professione». I dottori hanno presentato un esposto a Giovanni Leoni, presidente dell’Ordine dei medici di Venezia, inoltrando il documento pure al presidente della commissione parlamentare d’inchiesta, Marco Lisei, e al ministro Orazio Schillaci, segnalando il comportamento tenuto dal primario della cardiochirurgia dell’ospedale Cattinara di Trieste, Enzo Mazzaro. Oltre a «non perseguire la difesa della vita e la tutela della salute fisica» e a «non prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza», come impone ai medici il giuramento d’Ippocrate, «ha esposto il paziente a una sicura “sofferenza psichica” cercando di imporgli - o ti vaccini o non ti effettuiamo un intervento chirurgico salvavita - un comportamento dallo stesso paziente coscientemente e volontariamente rifiutato, con ciò contravvenendo anche all’obbligo del “rispetto della dignità e libertà della persona”», evidenziano nell’esposto. Intanto, sui social non si spegne la protesta per quella lettera che annuncia la cancellazione di un cardiopatico dalla lista d’attesa, in quanto non vaccinato. «Praticamente se vuoi essere curato devi prima sopravvivere al test da cavia umana», scrive un utente. «Si è permesso a chiunque in Italia e sui media di insultare, discriminare e denigrare non vaccinati come se fosse lecito e umano», è un altro dei commenti. «Pure herpes? E la scabbia no?», si ironizza, considerando le vaccinazioni raccomandate ma di fatto imposte al signor Franco per poter entrare in sala operatoria. E se purtroppo circolano anche esternazioni da regime pandemico, che accusano il paziente di aver rifiutato le cure quindi «ben gli starebbe», di essere stato cancellato dall’elenco degli operabili, la stragrande maggioranza del popolo social si dichiara arrabbiato per il comportamento dell’Asugi. Chiedono interventi rapidi: «Schillaci esiste o è un ologramma?». Qualcuno chiede: «Qualche magistrato non impegnato a scarcerare clandestini ci sarà?».
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