2022-11-03
Ancora non c’è il comitato rete unica ma le voci d’Opa pompano il titolo Tim
Pietro Labriola (Imagoeconomica)
L’esecutivo si sta muovendo per riorganizzare l’organismo che coordinerà la separazione con i servizi. Speculazioni sul Piano Minerva, che non prevede tagli. Pietro Labriola raccoglie liquidità vendendo Enterprise.Le speculazioni sul futuro della rete unica si sprecano, ma l’unica certezza è che il governo è al lavoro per trovare una soluzione definitiva sul tema. Per questo l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni si sta muovendo in questi giorni per riorganizzare lo steering committee, il comitato esecutivo per il coordinamento delle iniziative previste per la separazione tra rete e servizi.In primis, insomma, è il caso di fare chiarezza. Innanzitutto, il Piano Minerva, quello che prevederebbe l’acquisizione della rete di Open Fiber da parte di Tim e il suo mantenimento all’interno del perimetro aziendale dopo un intervento a monte di Cdp, non metterebbe in cantiere alcun taglio del personale. Al contrario, garantisce il mantenimento dei livelli occupazionali. Lo stesso si può dire per l’idea di far salire Cdp in Tim. I valori dell’operazione, nel caso questa venisse portata avanti - ed è tutto da valutare - dovrebbero essere inferiori agli 11 miliardi offerti a suo tempo da Kkr. L’offerta di pubblico acquisto di Cdp su Tim si potrebbe fare anche a prezzi più modesti, sempre a patto che la cifra in questione sia sufficiente a garantire al gruppo guidato da Dario Scannapieco la maggioranza della nuova entità. Fatto sta che tutte queste speculazioni sulla rete unica hanno fatto salire il titolo Tim che da giorni a Piazza Affari sta chiudendo la seduta in volata. Ieri il titolo ha chiuso in crescita dell’1,54%, dopo che due giorni fa aveva terminato la giornata in salita del 5,2%. Intanto il governo sta riorganizzando il comitato esecutivo formato in precedenza da esponenti del ministero del Tesoro, dello Sviluppo economico, dal Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, Roberto Garofoli (in rappresentanza di Palazzo Chigi), e dall’Autorità delegata, l’organo di direzione e di indirizzo dell’intelligence.Da chi sarà costituito, dunque, lo steering committee del governo Meloni? Con ogni probabilità, all’interno del comitato esecutivo ci saranno due sottosegretari. Stiamo parlando di Alessio Butti (Fratelli d’Italia) che ha preso la delega all’Innovazione tecnologica che era di Vittorio Colao e del braccio destro del premier Meloni, Giovanbattista Fazzolari (sempre Fdi), che ha l’Attuazione del programma. Insieme a loro dovrebbe esserci un rappresentante di Cassa depositi e prestiti e un altro sottosegretario, Alfredo Mantovano, in rappresentanza dell’Autorità delegata. Non appare dunque un caso se, come ha spiegato Reuters, ieri l’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola ha incontrato Gaetano Caputi, capo di gabinetto del presidente del Consiglio.L’incontro è avvenuto dopo la decisione di Tim di prolungare il negoziato sulla possibile vendita della rete a Cdp, sulla base di un accordo preliminare siglato a maggio, con trattative che procederanno su base non esclusiva.I francesi di Vivendi, primo azionista di Tim, nel corso dell’ultimo cda avevano infatti alzato il piede dall’acceleratore del progetto della rete unica. I vertici dell’ex monopolista delle tlc avevano infatti concesso più tempo (fino al 30 novembre) alla cordata di Cdp - ma senza esclusiva - per l’invio di una offerta non vincolante. Dal canto suo, Fratelli d’Italia, ora al governo, aveva criticato l’operazione sostenuta dal precedente governo Draghi che prevedeva l’integrazione dell’infrastruttura di Tim con quella di Open Fiber.Secondo il neo sottosegratario Alessio Butti, già responsabile per il settore telecomunicazioni di Fratelli d’Italia, la nascita della rete unica dovrebbe tutelare gli asset nazionali e il loro valore intrinseco.Intanto, come fa sapere Bloomberg, Tim ha dato il via alla vendita della sua divisione Enterprise, valutata oltre sei miliardi di euro, in un’operazione pensata per raccogliere liquidità e iniziare a ridurre il suo debito.Il cda del gruppo avvierà la vendita di una quota fino al 49% del business Enterprise il 9 novembre, giorno in cui l’azienda approverà anche i risultati del terzo trimestre. La vendita sarà condotta attraverso una procedura d’asta, fa sapere sempre Bloomberg. In passato Telecom Italia aveva rifiutato un’offerta non vincolante da parte di Cvc capital partners proprio per l’unità Enterprise, che era stata valutata circa sei miliardi di euro, debito incluso. La divisione Enterprise l’anno scorso ha generato tre miliardi di euro di ricavi e l’obiettivo del gruppo è che entro il 2030 questa unità possa arrivare a un fatturato di cinque miliardi di euro. Di certo, questo non sarà sufficiente ad abbattere totalmente il debito di Tim, ma rappresenta parte del piano dell’ad Labriola di trovare valore e separare le infrastrutture dell’azienda dalle attività più squisitamente commerciali.