2025-04-11
Nuovi vaccini, pochi test e troppi rischi
La tecnologia autoreplicante del siero Kostaive è ancora inesplorata, eppure i pericoli associati al suo uso su soggetti sani sono stati ignorati. Prima di commercializzare il farmaco, alle istituzioni spetta avviare indagini tramite ricercatori privi di conflitti d’interessi.Mariano Bizzarri Università La SapienzaMarco Cosentino Università dell’Insubria Alberto Donzelli già membro del Consiglio superiore di SanitàMaurizio Federico Istituto superiore di SanitàGiovanni Frajese Università Foro ItalicoIl 12 dicembre 2024 il Committee for Medical Products for Human Use (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l’approvazione del medicinale Kostaive come nuovo presidio per l’immunizzazione contro l’infezione da Sars-CoV-2 e il 12 febbraio 2025, la Commissione europea, recependo l’indicazione dell’Ema, ne ha concesso l’autorizzazione alla commercializzazione. Kostaive è basato su vescicole lipidiche artificiali contenenti molecole di Rna autoamplificanti (self-amplifying, sa) che codificano la proteina Spike stabilizzata di Sars-CoV-2. Grazie alla capacità di questo tipo di Rna di replicarsi nella cellula bersaglio, secondo il produttore (la statunitense Arcturus Therapeutics) sarebbero necessarie dosi inferiori di Rna per raggiungere livelli di risposta immunitaria simili a quelli indotti dall’iniezione degli immunogeni anti-Covid-19 ampiamente diffusi basati su mRna. Inoltre, la persistenza delle molecole a Rna implicherebbe il fatto di raggiungere concentrazioni molto maggiori e una maggiore durata dello stimolo immunitario.La tecnologia basata su saRna si basa sull’ingegnerizzazione del genoma di una particolare specie virale, gli Alphavirus, caratterizzati da un genoma a Rna a singola elica. La manipolazione di questi genomi fa sì che, dopo l’ingresso nella cellula, le molecole di saRna si possano duplicare estesamente nelle cellule, al contempo esprimendo quantità molto elevate della proteina Spike di Sars-CoV-2.L’uso in soggetti sani di questo nuovo immunogeno anti-Covid-19, basato su tecnologie ancora più inesplorate di quelle alla base dei precedenti prodotti a mRna, impone tuttavia una valutazione accurata dei potenziali rischi biologici. Al di là dei vantaggi in termini di immunogenicità rispetto ai prodotti a mRna (che in base ai trial clinici non sembrano rilevanti), l’uso degli saRna negli esseri umani sani pone problemi di sicurezza ancora maggiori rispetto agli mRna e probabilmente di una portata senza precedenti. Purtroppo, malgrado non ci si trovi più in condizioni di emergenza, questi problemi sono stati trascurati. In particolare, nulla è stato studiato circa la possibile diffusione nell’organismo delle molecole di saRna, malgrado questa sia del tutto plausibile. Sulla base di risultati sperimentali già pubblicati ottenuti utilizzando genomi di Alphavirus (del tutto simili agli saRNA), l’accumulo intracellulare dei genomi di origine virale porta alla produzione e al rilascio di vescicole extracellulari di origine cellulare, ma che incorporano genomi virali completi. Queste vescicole hanno la possibilità di diffondere nell’intero organismo, dando origine a nuovi cicli replicativi e, di conseguenza, nel caso di Kostaive, espandendo a dismisura il numero e la tipologia di cellule che esprimono la Spike. L’associazione di Rna virale con le vescicole extracellulari non è in verità una novità nel campo della virologia e la trasmissione attraverso queste vescicole è stata descritta per diversi Alphavirus così come per l’Hiv, l’Hsv, i virus dell’epatite B e C e il virus Dengue.L’urgenza di un’indagine approfondita sulla possibile associazione di saRna con le vescicole extracellulari risalta ancora di più considerando che Kostaive esprime una proteina Spike biologicamente. Questo può esacerbare gli eventi avversi già descritti per i prodotti basati su mRna, nonché aumentare il numero di cellule che possono essere attaccate e uccise dalla risposta immunitaria anti-Spike indotta, generando così focolai di infiammazione tissutale non controllabili. Gli saRna associati con le vescicole extracellulari possono inoltre migrare efficientemente nei tessuti polmonari. Quantità ben rilevabili di vescicole extracellulari sono associate alle esalazioni polmonari, il che suggerisce la possibilità che non solo i fluidi corporei, bensì anche le esalazioni polmonari possano diffondere gli saRna nell’ambiente, con conseguenze imprevedibili. Infine, ma certo non per ultimo, le vescicole extracellulari non riconoscono barriere di specie, quindi penetrare cellule di specie differenti da quelle di origine. Per tutti questi motivi, la commercializzazione dell’immunogeno Kostaive basato sugli saRna che esprimono Spike pone con urgenza assoluta la necessità di preliminari indagini su rilevanti problemi di sicurezza. Di queste indagini dovrebbero farsi carico le istituzioni, anche attraverso programmi di finanziamento a sostegno di ricercatori qualificati e privi di conflitti di interessi.
Maria Elena Delia (Getty Images)