2019-03-14
Nori molla, Tridico invece si crede già insediato. Inps ancora senza vertici
Manca il decreto di nomina, però il grillino va in sede e pranza con i dirigenti Stallo pure su Ivass e Bankitalia. E arriva il turno del Ragioniere dello Stato.Il giorno in cui l'Inps fornisce un'interessante relazione sulle dinamiche del salario minimo è anche il trentesimo giorno in cui si trova senza vertici. Pasquale Tridico indicato dal governo come commissario, non è stato nominato da alcun decreto interministeriale. Quello che sarebbe dovuto essere il sub commissario, Francesco Verbaro, due settimane fa ha dato la sua indisponibilità. Così come Mauro Nori: il supertecnico ieri ha detto la sua. «Ringrazio tutte le persone che mi hanno manifestato la loro fiducia, ma non sono disponibile ad assumere alcun incarico all'Inps», ha detto Nori, aggiungendo: «Auguro che l'istituto riesca a superare brillantemente un periodo particolarmente difficile della sua lunga storia». I sindacati lo scorso 8 marzo hanno di nuovo ribadito i loro timori. Hanno ringraziato il direttore generale, Gabriella Di Michele, per lo sforzo profuso. Ma ci sono adempimenti che solo il presidente può portare avanti. E qui torniamo al mese di impasse. Il Mef non vuole stanziare fondi aggiuntivi, perché i 5 stelle (e per essere più precisi Stefano Buffagni) hanno formalmente sostenuto una governance equilibrata da un cda. Nei fatti vorrebbero tutte le deleghe nelle mani di dirigenti inseribili nel proprio perimetro. Il cda è per sua natura un elemento di bilanciamento, snaturarlo può portare danni. E qui sta il busillis.«Sollecitiamo la nomina del nuovo presidente. Questo protratto ritardo rischia di creare serie difficoltà alla gestione ordinaria dell'istituto in un momento di straordinario impegno», avevano sottolineato Cgil, Cisl e Uil nel corso dell'audizione sul decreto legge Rdc e quota 100. Secondo i sindacati occorre, inoltre, «rafforzare il ruolo dei comitati di indirizzo e vigilanza dotandoli di reali ed esigibili poteri di indirizzo e controllo». In caso contrario le strutture create da Tito Boeri continueranno a sopravanzare le decisioni collegiali. L'impasse è chiaramente frutto del ritardo, ma il perimetro trova origine anche nelle ultime mosse dell'ex presidente. Come la Verità ha già spiegato, il capo della segreteria unica ha ricevuto un'iniezione di superpoteri. Da un interpello datato 22 febbraio e segnalato dal sindacato Usb si evince che il capo della direzione centrale della segreteria unica, Luciano Busacca, cura la convocazione dei dirigenti, elabora i documenti di analisi e di studio anche comparativo avvalendosi delle altre strutture centrali e territoriali e assicura le funzioni di osservatorio legislativo anche in merito alla produzione normativa a livello europeo e internazionale. Nel dettaglio, tra le prerogative dell'ufficio c'è il compito di «coordinare le attività connesse alle funzioni del presidente, curando in particolare la predisposizione dell'ordine del giorno». Un particolare non da poco. In pratica, il prescelto da Boeri potrà esercitare i poteri del numero uno e coordinare tutti i direttori centrali.Per tutti questi motivi non si riesce a trovare un numero due a Pasquale Tridico. E di conseguenza non si finalizzano le nomine da parte del Mef. Il ruolo di Buffagni non è stato irrilevante. L'uomo delle nomine grilline ha optato per una filosofia di continuità rispetto alla direzione Boeri e ciò ha creato ulteriori frizioni dentro l'ente. Se Pasquale Tridico «non partirà da questi temi segnando discontinuità con il passato, vorrà dire che il fantasma di Boeri», concludeva la nota di Usb, «continuerà ad aleggiare sull'istituto». A oggi nulla è cambiato salvo il fatto che si moltiplicano le segnalazioni della presenza dell'inventore del reddito di cittadinanza negli uffici dell'Inps. In molti si chiedono a che titolo. Il collegio dei sindaci titolare della legittimità di ogni atto valuterà l'attività svolta da Tridico in questi giorni? Ben venga la dedizione, ma senza incarico ufficiale a quale titolo interviene? Recentemente a pranzo con Vincenzo Caridi, responsabile degli acquisti, e con Giorgio Fiorino, degli archivi, di che avrà discusso? Insomma, il tempo stringe e l'Inps non può aspettare. Come Bankitalia e Ivass, che ancora attendono le nomine o le conferme dei consiglieri andati in scadenza. Non sappiamo se sia la tecnica spesso applicata dal Colle per poter portare a termine la propria moral suasion o se il metodo Buffagni stia inceppando un po' gli ingranaggi, ma fra poco tocca alla nomina più importante, quella del Ragioniere di Stato deputato a bollinare la manovra.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 settembre con Carlo Cambi
iStock
Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
Continua a leggereRiduci