2021-03-07
Ai nonni il 61% dei bonus baby sitter
I dati dell'Inps sugli aiuti erogati fra marzo e agosto 2020: «Su 556.348 persone assunte con il libretto famiglia, 339.252 sono over 60 che presumibilmente curavano i nipoti».Non c'è miglior tata di un nonno. Deve essere il pensiero della maggior parte degli italiani visto che, stando ai dati diffusi dall'Inps, nella maggior parte dei casi il bonus baby sitter offerto dal governo Conte bis è finito proprio nelle loro tasche. A dirlo è un approfondimento dell'Inps sui servizi a sostegno della famiglia per fronteggiare la chiusura delle scuole a causa della pandemia: secondo lo studio, su 556.348 baby sitter pagati con il libretto famiglia attraverso il bonus, 339.252 hanno oltre 60 anni. Pallottoliere alla mano, questo significa che nel 60,97% dei casi il sussidio è stato richiesto per ultrasessantenni.Come spiega l'Istituto nazionale di previdenza, «c'è un'evidenza sorprendente: i baby sitter sono in maggioranza anziani. Infatti, il 61% ha almeno 60 anni, il che significa che presumibilmente si tratta di nonni». Stando ai dati diffusi dall'istituto, l'Inps ha ricevuto oltre 1,3 milioni di domande per il bonus baby sitter e la partecipazione a centri estivi tra marzo e agosto 2020 e ne ha accolte oltre un milione (1.078.173) per più di 815 milioni di euro. Dallo studio, che cade proprio a un anno esatto dalla chiusura delle scuole per la pandemia, emerge che sono state accolte 772.010 domande (621.654 in arrivo dal settore privato o autonomo), per il bonus baby sitter per un valore totale di 722,1 milioni e 306.163 per centri estivi per 93,3 milioni di euro. L'Inps segnala, inoltre, che nel periodo sono state accolte 310.142 richieste di congedo parentale con causale Covid per la grande maggioranza arrivate da donne (243.358), mentre gli uomini che hanno chiesto di astenersi dal lavoro per prendersi cura dei figli sono stati 66.784. Le mamme hanno rappresentato il 78% del bacino di cittadini che ha fatto domanda per il congedo Covid, ma anche il 70% dei richiedenti il bonus nel settore privato e autonomo e il 61% nel pubblico.Poi, è facile ipotizzare che in molti casi il bonus baby sitter sia di fatto rimasto alle coppie in difficoltà, con i nonni che hanno fatto da baby sitter gratuitamente. Intanto, con buona parte dell'Italia che si appresta (se non lo è già) a diventare zona rossa, l'Inps ha fatto sapere che intende prorogare al 30 aprile la data per l'inserimento delle prestazioni (e quindi per l'effettivo pagamento del bonus) nel libretto di famiglia. La norma vale per tutti i genitori che hanno richiesto l'agevolazione prevista dai decreti Cura Italia, Rilancio e Ristori bis (in questo caso solo per le zone rosse). Prima della comunicazione numero 950 dell'Inps, infatti, era stato previsto un unico termine al 28 febbraio per tutti i contributi, indipendentemente dal periodo di riferimento e dal provvedimento. Ora però l'istituto ha deciso di concedere due mesi in più. Del resto, ci sono ancora diverse domande da accogliere: le ultime richieste arriveranno il 14 aprile. Più in dettaglio, la proroga del bonus baby sitter riguarda chi ne ha fatto richiesta nell'ambito del dl Cura Italia tra il 5 marzo e il 31 agosto 2020 e tra il 9 novembre e il 3 dicembre 2020 nel caso del dl Ristori bis. Va ricordato che il contributo arriva fino a un massimo di 2.000 euro a seconda della categoria di appartenenza del singolo lavoratore e si può utilizzare solo per finanziare i professionisti che accudiscono i figli nei periodi di sospensione delle attività didattiche. Ora, con la recente nuova ondata di chiusure delle scuole, la speranza è che prima o poi arrivi un nuovo bonus baby sitter che copra almeno in parte i sacrifici dei tanti genitori che da un giorno all'altro si sono trovati costretti a organizzare una nuova quotidianità per i loro figli.