
Tra le ideologie dell’omosessualismo e quella dell’estremismo islamico, malgrado il trattamento che i gay subiscono nei regimi musulmani, ci sono alcuni paradossali punti di contatto. Uno di questi è la negazione del valore della vita.L’ideologia omosessualista è cultura di morte. Il movimento Lgbt è cultura di morte. Equiparare un atto sodomitico al vero rapporto sessuale tra uomo e donna, che genera la vita, vuol dire negare il valore della vita. Gli intellettuali gay Mario Mieli e Leo Bersani spiegano con chiarezza la pulsione di morte. Gli appartenenti al movimento Lgbt sono tutti entusiasticamente favorevoli a qualsiasi aborto, anche al nono mese. Pasolini era contrario, ma lui si limitava a essere omoerotico, non ne aveva fatto una bandiera. Sempre più patetici, i Pride riprendono colore con le bandiere di Hamas e degli ayatollah, dove c’è una teorica condanna a morte per il comportamento omoerotico. Molti commentatori ritengono che le bandiere di Hamas ai Pride e alle manifestazioni femministe siano fuori luogo. Al contrario: sono perfette. Hamas è cultura di morte, l’Iran con gli impiccati ai semafori è cultura di morte, l’amore incondizionato per l’aborto e l’ideologia omosessualista sono cultura di morte. Lo riconosce, tra gli altri, Lorenzo Bernini in Apocalisse queer. Elementi di critica antisociale, dove il contagio tra zombi, morti che creano altri morti, è ritenuto la metafora perfetta della ideologia omosessualista. In una società decente ognuno deve poter vivere il suo erotismo come vuole e sono affari suoi, ma fare un Pride per l’orgoglio di un erotismo sterile che nega la vita e che è basato sull’infliggere dolore, e sull’inversione del senso del piacere e del dolore, è sbagliato. Le culture di morte si riconoscono e si amano. Ai Pride e a sempre più manifestazioni femministe sono cacciate le persone di origine israeliana o ebraica. Il deputati Schlein e Zan che sculettano felici ai Pride permettono serenamente che ebrei e israeliani siano cacciati. Hanno ragione loro. L’errore non sono le bandiere di Hamas ai Pride: quelle bandiere sono al punto giusto. L’errore è il Pride che profana Gerusalemme, che umilia Mosè e Davide, che umilia Cristo e tutti coloro che sulle soglie delle camere a gas hanno per l’ultima volta pronunciato le parole: «L’anno prossimo a Gerusalemme». L’ebraismo e il cristianesimo sono culture di vita, per questo gli ebrei sono cacciati dai Pride dove Cristo e la Madonna sono irrisi in maniera atroce. Il nazismo è cultura di morte ed è fondamentalmente omosessuale. Io sto con Israele. Questo non vuol dire che io ritenga gli israeliani, tutti, dei geni e dei santi. Amo l’Italia: in Italia facciamo un mucchio di fesserie. Anche gli israeliani hanno fatto parecchie fesserie. Una di queste è stata la campagna vaccinale per il Covid, paragonabile per follia a quella italiana. Una seconda mostruosa fesseria è stata profanare la città santa di Gerusalemme col Pride. Gli spaventosi stupri su uomini compiuti il 7 ottobre dimostrano che, come in tutte le società fortemente misogine, il rapporto tra maschi è fortemente presente in Hamas. Il 7 ottobre sono stati stuprati cadaveri: Mario Mieli parla della bellezza della necrofilia. I gay uccisi sono una maniera per saldare i conti a dissidenti e soprattutto a chi si sottrae alla struttura di ipermacho violento. Gli israeliani affermano che la terra di Israele appartenga a loro perché sono il popolo della Bibbia, e questo è indubbiamente vero. Oppure no? Sono il popolo della Bibbia, sì o no? Re Davide e Mosè sono loro antenati o non c’entrano niente? Bene, se Mosè vedesse il loro Pride, lo abbatterebbe a sassate, se re Davide vedesse il loro Pride lo abbatterebbe a colpi di spada. Una società libera deve consentire a chiunque il comportamento erotico che vuole, ma una cosa è tollerare, un’altra è permettere manifestazioni di orgoglio di un comportamento antifisiologico. Questo affetto degli israeliani per l’ideologia delle persone che con il loro comportamento violano in maniera tragica i dettami biblici, oltre che quelli cristiani, nasce dalla discutibile idea che le persone gay fossero i loro compagni nei campi di sterminio. La persecuzione delle persone a comportamento omoerotico fu assolutamente marginale e si trattò di nuovo, come per Hamas, di un attacco a dissidenti. L’omosessualismo all’interno del nazismo è una struttura portante, basato sul disprezzo della donna e del più debole. I pochi gay nei campi di sterminio (pochissimi, Primo Levi non ne nomina nessuno in tutto Se questo è un uomo, Imre Kertész non ne nomina nessuno nella sua dolente autobiografia Essere senza destino) erano semplicemente oppositori politici spediti in lager con questa scusa. Il nazismo è cultura di morte e aveva strutture portanti omosessuali. Furono l’esempio per le SA, il primo corpo d’assalto nazista, che si riuniva all’inizio nei locali omosessuali di Monaco. Röhm, il comandante delle Sa, era di un’omosessualità sbandierata. La base ideologica di tutto questo era la concezione del filosofo Blüher, che vedeva nella donna la negazione della creatività che appartiene all’uomo e che zampilla solo dove le società siano maschili, fatte da maschi legati eroticamente tra loro. Blüher ebbe grande importanza per il concetto di Volk, un’anima collettiva. Ne parla nel suo libro Die Deutsche Wandervogelbewegung als erotisches Phänomen (Il movimento del Wandervogel come fenomeno erotico), pubblicato nel 1912: il Wandervogel era il movimento giovanile che ebbe un’importanza enorme nella genesi del nazismo. Le spinte omosessuali generano secondo lui potenza, coesione e creatività. Omosessuale è meglio, così si arriva al Männerbund, la società di soli uomini. L’uomo deve essere legato eroticamente agli altri maschi e spiritualmente con un cordone ombelicale alla natura e al Volk, il popolo, ma in senso etnico. Nel cristianesimo come nell’ebraismo, l’uomo è una carne sola con la donna, nel nazismo col Volk. Come ricorda George Mosse, ne Le origini culturali del Terzo Reich, «né Gide né Proust né Oscar Wilde pensarono mai di servirsi dell’omosessualità o della sublimazione del sesso per farne il fondamento di una teoria cosmica, da cui dedurre alternative alla presente situazione sociale e politica. Blüher invece vuole rifondare la società». Mosse ricorda anche Otto Weininger, che nel libro Geschlecht und Charakter (Sesso e carattere) pubblicato nel 1904, paragona gli ebrei alle donne, Georg Lomer, propagandista del culto solare germanico, che voleva il maschio ariano simboleggiato dall’astro del giorno, mentre l’ebreo, al pari della femmina, era come la luna, la cui luce è solo riflessa. A formulare la teoria fu Lothar Helbing il quale, nel suo Der dritte Humanismus (Il terzo umanesimo), dato alle stampe nel 1928, affermò che il genuino Eros dello Stato dipendeva in primo luogo dalla purezza del retaggio del sangue e dal rapporto tra maschi. Lo storico Heinz Höhne nel suo The Order of the Death’s Head riferisce come le Camicie Brune, le Sa di Röhm, reclutassero gli adolescenti dalle scuole secondarie, di come l’adolescente fosse il preferito nel reclutamento, e di come gli incontri avvenissero in un locale di Monaco, il Bratwurstglockl, definito nei giornali dell’epoca per omosessuali, di proprietà di Karl Zehenter, a sua volta, sempre secondo i giornali dell’epoca, omosessuale. Ne parla il saggista di origine ebraica Igra Samuel nel saggio Germans national vice, in cui attribuisce una parte non indifferente dell’antisemitismo germanico come odio contro il popolo della Bibbia, testo che condanna i rapporti tra uomini ipotizzando anche una pioggia di fuoco su Sodoma e cita il Libro Bianco britannico sullo sterminio degli ebrei ad opera di Robert Smallbones edito nel 1945. In parecchi siti porno gay ci sono le svastiche, ora sostituite dalle bandiere di Hamas. Anche le Ss come gesto di sfregio estremo stupravano cadaveri.
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