2023-02-23
Alla gente non piace l’auto elettrica. Flop degli incentivi per acquistarla
Il bonus di 5.000 euro è troppo esiguo rispetto al costo, stratosferico, della vettura. E per questo motivo nel 2022 le vendite di macchine «alla spina» sono precipitate: 49.000 rispetto alle oltre 67.000 del 2021.Gli incentivi per le auto elettriche sono un flop. Il motivo? Non sono sufficienti a rendere interessante l’acquisto di una vettura alimentata a batteria (l’importo dell’incentivo è di 5.000 euro), che risulta ancora molto cara agli occhi della maggior parte degli automobilisti. Senza considerare gli evidenti disagi a livello infrastrutturale come le lunghe attese per la ricarica, la mancanza di colonnine e il prezzo per Kwh che negli ultimi mesi è salito alle stelle.Lo si capisce dalla richiesta di accesso ai fondi messi a disposizione dei consumatori a partire dal 10 gennaio scorso. «In Italia le previsioni per le auto elettriche restano improntate al pessimismo anche perché gli incentivi prenotabili dal 10 gennaio sulla piattaforma del ministero dei Trasporti sono molto poco richiesti», spiega il presidente del centro studi Promotor, Gian Primo Quagliano. «Alla data di ieri (20 febbraio, ndr)», ha ricordato l’esperto, «è ancora disponibile il 95,2% dello stanziamento per incentivi all’acquisto di auto con emissioni di CO2 da 0 a 20 grammi per chilometro e il 96,3% per quello di auto con emissioni di CO2 da 21 a 60 grammi per chilometro, mentre lo stanziamento per incentivi per auto con emissioni di CO2 da 61 a 135 grammi al chilometro si è esaurito il 7 febbraio».Non è un caso, insomma, se quello italiano è l’unico tra i grandi mercati europei ad avere le immatricolazioni di auto elettriche in calo tra il 2022 e il 2021. Nell’anno appena concluso, infatti, le auto elettriche immatricolate sono state 49.536 (fonte Unrae), decisamente meno rispetto alle 67.542 del 2021. «Siamo l’unico tra i grandi Paesi europei a registrare nel 2022 un calo delle vendite di auto a emissioni zero e questo non può non innescare qualche riflessione», sottolinea Motus-E, l’associazione italiana degli operatori della filiera della mobilità elettrica.Sul tema è intervenuto anche l’amministratore delegato di Stellantis, Carlo Tavares, secondo cui «senza incentivi, le auto elettriche sono ancora troppo costose per la classe media», ha detto commentando i conti 2022 del gruppo e dopo aver ricordato che in Germania, non appena sono stati sospesi gli incentivi, il mercato è crollato. «Siamo soddisfatti delle nostre vendite di auto elettriche e non abbiamo ancora iniziato l’offensiva negli Stati Uniti. Siamo l’azienda con il più alto tasso di crescita di vendita di Bev (veicoli a batteria, ndr), abbiamo buoni modelli, la nostra tecnologia è apprezzata», ha aggiunto.Con queste premesse, il divieto di vendita di auto a motore termico a partire dal 2035 in Europa sembra lontanissimo in Italia. Nel momento del suo massimo splendore, nel 2021, il mercato delle auto a batteria rappresentava il 4,6% del totale delle nuove immatricolazioni, quota poi scesa nel 2022 al 3,7%.Per fare un paragone, nei primi undici mesi del 2022, la quota di mercato delle auto elettriche è stata del 13% in Francia, del 15,7% in Germania e del 15,1% nel Regno Unito. Solo la Spagna ha mostrato una situazione analoga alla nostra, con poche immatricolazioni di auto elettriche anche se, tra il 2021 e il 2022, si è comunque registrata una crescita di oltre un punto percentuale. In Italia, invece, il numero di immatricolazioni è crollato in maniera importante.Il problema è che l’andamento del mercato italiano della auto elettriche continua a essere in crisi anche nel 2023, con gli incentivi che non stanno funzionando a dovere. «A gennaio 2023 non si osserva alcuna inversione di tendenza rispetto al 2022», continuano da Motus-E. «Anzi, appare sempre più chiaro che la carenza di veicoli da immatricolare (in particolare nei segmenti A e B) e il quadro geopolitico, ma anche le attuali caratteristiche degli incentivi per le auto a zero emissioni, non siano di supporto alla crescita delle immatricolazioni di auto Bev. Queste dinamiche in parte impattano anche sul mercato totale, in crescita del 19% (gennaio 2023 contro gennaio 2022), con il progresso guidato principalmente dalle immatricolazioni del settore del noleggio a lungo termine (+65%), mentre gli altri segmenti crescono molto poco e mantengono il mercato totale ancora a livelli lontani da quelli del 2019».Il problema è ben noto a questo governo. Il ministro del made in Italy, Adolfo Urso, aveva detto che «gli incentivi sono rimasti in gran parte inutilizzati perché le macchine elettriche costano troppo per i salariati italiani e sono oggi, sostanzialmente, ad appannaggio dei ricchi… Noi, però, non possiamo fare una strategia per i ricchi, dobbiamo fare una strategia che riguardi tutti».Tra 12 anni, insomma, in Italia dovremmo vedere solo auto nuove a batteria. Viene da chiedersi se questo sarà possibile perché, a oggi, il costo della tecnologia non permettere una diffusione capillare dell’elettrico. Oltre al problema del prezzo, esiste un ostacolo infrastrutturale perché non ci sarà nulla di più inquinante che produrre l’energia necessaria a servire tutte le auto elettriche. Senza considerare che ci sarà da capire cosa fare di centinaia di migliaia di batterie quando saranno esauste.
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