2023-01-01
Le nomine nelle partecipate statali pesano per 300 miliardi
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Terminata la manovra inizia il gran ballo del rinnovo dei vertici delle società controllate o legate al Mef: sul tavolo la sostituzione o la conferma, tra gli altri, dei vertici Eni, Enel e Leonardo. Su quest'ultima poltrona incombono le inchieste giudiziarie che coinvolgono Alessandro Profumo. In totale gli incarichi sono 67. Intanto il Centro Studi Comar ha analizzato i bilanci di 34 di queste, confrontando i dati tra il 2020 e 2021: Il loro fatturato complessivo è stato di 279,6 miliardi in aumento di 86,9 miliardi di euro (+45,1%).Terminato il varo della manovra economica, il governo di Giorgia Meloni si troverà presto ad affrontare un dossier ancora più spinoso. E’ quello che riguarda il rinnovo delle società partecipate dal ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef). E’ il gran ballo delle nomine pubbliche, con sul tavolo la sostituzione o la conferma dei vertici di società strategiche come Eni, Enel e Leonardo. In totale le società partecipate con cariche in scadenza nel 2022 sono 67, di cui 17 di I livello (partecipate direttamente dal Mef) e 50 indirette. A tracciare una prima fotografia è stata Inrete, in un documento chiamato «Il domino delle nomine». Ma c’è chi ha fatto i conti in tasca alle stesse aziende, come il Centro Studi Comar che ne ha analizzate 34 controllate dal Mef, nella quarta edizione «Rapporto sui bilanci delle Società partecipate dallo Stato 2017-2021». Il loro fatturato complessivo è stato di 279,6 miliardi, cifra mai raggiunta, in aumento di 86,9 miliardi di euro (+45,1%) nel confronto tra fine 2021 e 2020,; gli utili si attestano su 11,4 miliardi, in miglioramento di 15,6 miliardi di euro considerando la perdita precedente durante la pandemia; i debiti ammontano a 182,8 miliardi, in crescita di 18,6 miliardi (+11,3%); i dipendenti sono 462.880 (+1,13%). Nell’aumento, si distinguono: Enav (+106%), Eni (+100%), Enel (+84%), Saipem (+46%); i minori incrementi, dal 10% in giù, sono di Snam, Italgas, Terna Leonardo e Poste. I numeri sono molto buoni. Le aziende statali dimostrano di aver superato il difficile periodo della pandemia e non sembrano risentire delle incertezze derivanti dalla crescita dei costi delle materie prime, da un’inflazione ai massimi, come dal rialzo dei tassi d’interesse o da una frenata dei consumi. Le società con il migliore rapporto “risultati su fatturato” sono Snam (+45,7%), Terna (+31,7%), Italgas (+28,6%), Infratel (+27,3%), Sport e Salute (+20,6%), Poste (+17,6%); le peggiori Itsart (-3.039,5%), Eur (-173,4%), Ita Airways (-164,3%), Open Fiber (-58,1%), Saipem (-35,8%). Nei prossimi mesi alcune di queste dovranno cambiare i loro vertici. Tra le società direttamente partecipate del Mef in scadenza c’è Amco dove a giocarsi il posto è Marina Natale, amministratore delegato che fu attaccata dal ministro della Difesa Guido Crosetto su twitter prima della nascita del governo Meloni. Il rinnovo è previsto entro il 30 aprile o il 30 giugno in occasione dell’assemblea di approvazione del bilancio.Lo stesso discorso vale per Monte dei Paschi di Siena: in scadenza ci sono Francesca Bettio, e Rita Laura d’Ecclesia (vicepresidenti) e l’amministratore delegato Luigi Lovaglio, insieme al resto del cda di 11 membri. Situazione complessa anche per Leonardo. A metà dicembre, a distanza di 6 anni, la procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di quattro persone tra cui gli ex vertici di Mps Alessandro Profumo e Fabrizio Viola (ex presidente e ex amministratore delegato) nell'ambito dell'indagine per false comunicazioni societarie, falso in prospetto e aggiotaggio sul caso della corretta contabilizzazione dei crediti deteriorati (Npl). Il filone di inchiesta sui crediti deteriorati non ha avuto vita facile. Dopo essere rimasto nei cassetti per anni, era stato riaperto nel 2021 dal gip Guido Salvini, che aveva rigettato la richiesta di archiviazione dei tre pm che si erano occupati all'inizio delle indagini. Giordano Baggio, Stefano Civardi e Mauro Clerici erano stati anche indagati per omissione di atti di ufficio a Brescia per aver chiesto l'archiviazione degli ex vertici della banca toscana: le loro posizioni sono state poi archiviate quest'anno. «Sono tranquillo. Ho operato correttamente, nel pieno rispetto del (mutevole) quadro normativo e sempre nell'ambito di un proficuo e condiviso confronto con le Autorità di controllo», ha spiegato Profumo, all'indomani della notizia. Resta il fatto che per come stanno così le cose oggi, si entrerà nel vivo della parte giudiziaria a marzo. proprio quando il dossier nomine sarà bollente.Spinoso è anche il capitolo Consap dove ci sono da scegliere i destini del presidente Mauro Masi e dell’amministratore delegato Vincenzo Federico Sanasi D’Arpe. Passano al rinnovo delle cariche anche Consip (presidente è Valeria Vaccaro e l’amministratore delegato Cristiano Cannarsa), l’Enav ( presidente Francesca Isgrò e l’amministratore delegato Paolo Simioni), Enel (presidente Michele Crisostomo, e l’amministratore delegato Francesco Starace), Eni (presidente Lucia Calvosa e l’amministratore delegato Claudio Descalzi).E ancora: Equitalia Giustizia ( il presidente Giuseppina Rubinetti e l’amministratore delegato Paolo Bernardini sono in scadenza), Istituto poligrafico e zecca dello Stato (lasciano 3 membri del cda, il presidente Antonio Palma, l’amministratore Francesca Reich), Poste Italiane ( amministratore delegato Matteo del Fante e il presidente Maria Bianca Farina). Sarà interessante anche seguire la situazione di Ita, un tempo Alitalia, Le sorti della ex compagnia di bandiera, prossima a un accordo con i tedeschi di Lufthansa, sono uno dei piatti forti della politica industriale italiana dei prossimi mesi. E anche da quello che accadrà si scoprirà in primavera il destino del presidente Alfredo Altavilla e dell’amministratore delegato Fabio Lazzerini.In scadenza c’è anche Sogesid (il presidente Carmelo Gallo e i 2 membri del Cda), Sport e Salute (con il presidente Vito Cozzoli) e Sogin dove però i commissari straordinari Fiamma Spena, Giuseppe Maresca e Angela Bracco dovrebbero restare in carica fino al 19 luglio 2023. Per quanto riguarda le società partecipate dai ministeri sono in scadenza i vertici di Difesa e Servizi (Difesa), le Ferrovie Appulo lucane (Mit), Acciaierie d’Italia, Cdp Venture Capital Srg, Infratel Italia, Medio Credito Centrale – Banca del Mezzogiorno (Inviatalia), Monte dei Paschi fiduciaria, Mpd Capital Service, Mps Leasing & Factoring (Monte dei Paschi), Techno Sky – Technologies For Air Traffic Management (Enav), Enel Italia (partecipata di Enel, in scadenza il presidente Nicola Lanzetta in un cda composto da 2 membri). Tra le partecipate di Eni sono invece in scadenza Agi, Eni Global Energy Markets (presidente Cristian Signoretto in un cda di 4 membri), Eni Plenitude, Eni Sustainable mobility, Eni, trade & biofules, EniMed.Per il gruppo Fs risultano invece in scadenza i membri di Ferservizi, Fs International, Grandi Stazioni immobiliare, Italcertifer, Rfi ( 3 membri del cda, il presidente Anna Masutti e l'amministratore delegato Vera Fiorani), Trenitalia (i 3 membri del cda, il presidente Michele Meta e l’amministratore delegato Luigi Corradi), Treno Alta velocità (l’amministratore unico Irenangela Smargiassi).
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