2022-08-23
No vax riabilitati dai mullah dei sieri
Fabrizio Pregliasco (Ansa)
Con la faccia tosta, Fabrizio Pregliasco loda il reintegro dei prof renitenti: «È pacificazione» Lui, Lopalco e Galli rinnegano il mantra della profilassi: «Rischia solo chi è scoperto».Se le virostar che affollano i salotti televisivi usassero le statistiche «come un ubriaco usa i lampioni, per supporto piuttosto che per illuminazione» (cit.) sarebbe già una premessa seria, rispetto all’assenza totale di evidenze scientifiche che caratterizza le ultime esternazioni dei soi-disant esperti. Quella più sconcertante giunge dall’ortopedico Fabrizio Pregliasco che ieri ha commentato così il ritorno a scuola, a partire da settembre, degli insegnanti sospesi perché non vaccinati: «In questa fase non vedo nessun rischio specifico, soprattutto in ottica di convivenza con il virus». E pensare che un anno fa, il 21 agosto 2021, quando i contagi erano solo 7.470 (contro i 19.470 di oggi) lo stesso Pregliasco si spingeva perfino a «non escludere» il divieto di accesso a scuola dei bambini non vaccinati, caldeggiando con insistenza l’obbligo vaccinale per il personale scolastico: «I docenti», spiegò, «sono a rischio in quanto la variante Delta infetta molto i giovani». Eccola, l’informazione scientifica somministrata 24/7 ai cittadini italiani e accettata silenziosamente dal ministero della Salute: quando i contagi sono relativamente bassi si invoca ferocemente l’obbligo, quando sono tre volte più alti si minimizza; se la variante è meno contagiosa (Delta) si inseguono i non vaccinati con i forconi, con la variante Omicron molto più contagiosa, si depongono le armi. «Vedo il rientro dei docenti a scuola», dichiara oggi Pregliasco, con notevole faccia di tolla, «come una pacificazione». L’ortopedico vuole «fare la pace» anche con i cittadini che, soltanto pochi mesi fa, si sono visti posticipare le cure da parte dell’Istituto Galeazzi - da lui diretto - in quanto non vaccinati. «Magari agli italiani che si sono vaccinati potrà fare effetto vedere questi “furbetti” della vaccinazione tornare a lavorare. Ma chi si è vaccinato ha dato un contributo importante per il bene della comunità». Pregliasco si riferisce a quella comunità che ha constatato sulla propria pelle che il vaccino anti Covid non blocca infezione e contagio, e include anche i non vaccinati, oggi retrocessi da criminali al rango di «furbetti». Nessuna cognizione, da parte dell’ortopedico del Galeazzi, che la vaccinazione, soprattutto di giovani e adulti sani, è atto personale e non incide sulla collettività, come ha rilevato ieri perfino il professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dello stesso partito di Roberto Speranza (Articolo Uno). «In questa fase della pandemia», ha dichiarato Lopalco, assessore alla Salute in Puglia, dove è candidato, «il fatto che una sparuta minoranza di insegnanti non sia vaccinata non rappresenta un problema di sanità pubblica. Con i livelli di copertura raggiunti», ha rilevato l’epidemiologo, promotore di una delle gestioni pandemiche più restrittive, «ormai la vaccinazione ha principalmente uno scopo di protezione individuale», dunque il rischio per i non vaccinati «riguarda loro stessi». Meglio tardi che mai, verrebbe da dire, se non fosse che qualche virostar nostrana insista, incartandosi in una tortuosa narrazione sulla quarta dose. L’epidemiologo assicura: «Continueremo a provare a convincerli a vaccinarsi per il loro stesso bene». Con buona pace dell’articolo 32 della Costituzione, che stabilisce che «la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo» laddove «l’interesse della collettività», sancito dalla stessa carta costituzionale, viene meno, come riconosciuto dallo stesso Lopalco. Si avvantaggia sui compiti, infine, il professor Massimo Galli, ex direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, oggi in pensione. Anche lui, dei prof no vax, dice: «Sono loro a rischiare». Ma aggiunge: «La campagna vaccinale in autunno dovrebbe essere una priorità assoluta in questa tornata elettorale». Un assist formidabile al ministro della salute uscente Speranza, che domenica ha vivacemente esortato a un impegno bipartisan sul tema: l’ultimo colpo di coda del vate che ha trasformato una discutibile profilassi individuale in religione di Stato.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)