2020-08-17
Gianluigi Paragone: «Neutralizzano il Parlamento e il Colle continua a tacere»
Gianluigi Paragone (Ansa)
Il leader di Italexit: «Se passa il referendum avremo due Camere svuotate e un governo che continuerà a colpi di Dpcm. I 5 stelle si sono ridotti a cagnolini ammaestrati del Pd».Dopo l'espulsione dal Movimento 5 stelle, il senatore Gianluigi Paragone, giornalista, sta rodando il suo nuovo partito. Nel nome c'è tutto: «Italexit». Il primo punto del programma è anche la ragione di vita: «Uscire dall'Europa per davvero, e senza nemmeno salutare». Un sovranismo al cubo, dichiaratamente antisistema e anticasta: la storia dei furbetti dei 600 euro è pane per i suoi denti. «La cosa che mi fa rabbia è che a chiedere il sussidio erano quelli che attaccavano, per esempio, i percettori del reddito di cittadinanza. Prima di puntare l'indice avrebbero dovuto farsi un esame di coscienza. Insomma, è la falsità che mi infastidisce. Pensiamo a Di Maio».Che c'entra Di Maio? È stato il primo a indignarsi. «Vuole il taglio dei parlamentari per ridurre i costi della politica, ma è a capo di un ministero che costa l'ira di Dio. Prima di fare il moralizzatore, faccia chiarezza sulle poltrone date agli amici di Pomigliano». L'Inps come la Stasi: maneggia con disinvoltura dati sensibili?«C'è stata un'evidente forzatura. Non capisco perché si sia attivato un organismo antifrode, quando non c'è la frode. E poi, se avessero pubblicato subito anche nomi e cognomi, questa storia si sarebbe chiusa in cinque minuti». Una tempesta sopravvalutata?«Quando finirà questa camurrìa, parleremo di soldi veri. E chiederò che venga tolto il segreto dall'accordo governo/Fiat sulla garanzia pubblica. E in quel caso stiamo parlando di 6 miliardi». L'operazione «600 euro» è un disegno politico per conquistare le pagine dei giornali e tirare la volata al referendum? «Il referendum non appassionerà gli italiani. Io ho votato per il taglio, ma mi chiedo: siamo sicuri che il problema sia il numero dei parlamentari, e non un Parlamento svuotato dei suoi poteri? Il primo a farsi queste domande dovrebbe essere il capo dello Stato».Perché?«È il primo complice della neutralizzazione del Parlamento. Penso all'abuso della decretazione d'urgenza e al ricorso ai Dpcm. La sua assenza pesa. Forse anche lui è implicato nel nuovo paradigma della democrazia bonapartista che svuota di senso le assemblee popolari».Intanto Giuseppe Conte è stato indagato per la gestione dell'epidemia. «Finirà a tarallucci e vino, lo sappiamo tutti. Adesso trovo più grave il business sulla salute dei cittadini». Si riferisce a Matteo Renzi che caldeggia il vaccino obbligatorio? «Non voglio essere sottoposto obbligatoriamente alla sperimentazione sul vaccino. Vedo troppa leggerezza su questo argomento». La stessa leggerezza con cui Mario Monti è stato collocato a capo della commissione Oms sulla salute? «Monti sarà al servizio delle multinazionali del farmaco, e la sua nomina non è casuale. Dovremmo fare come Donald Trump».Cioè?«Fosse per me, l'Italia non verserebbe un euro a quel carrozzone corrotto che è l'Organizzazione mondiale della sanità». Quello che lei definisce regime bonapartesco è ancora sostenuto dai 5 stelle. I suoi ex amici. «Mi fanno sorridere. Sono passati da Rousseau a Napoleone, senza conoscere né l'uno nell'altro. Erano una forza spettinata e antisistema: oggi sono degli scappati di casa che con il sistema stringono accordi. L'intero movimento è un fake, un imbroglio politico». Ma Beppe Grillo sembra ancora sulla tolda di comando. O no?«Semplicemente, non fa più ridere». Alessandro Di Battista è con lei oppure no? «Vive nel suo mondo onirico, e continuo a volergli bene. È innamorato di un'idea di movimento che non esiste più. Lo rispetto, ma sta buttando al vento energia e sangue». Dunque, i 5 stelle si sono consegnati definitivamente all'area di centrosinistra? «Sono il cagnolino ammaestrato del Pd. Appena hanno visto l'autoblù hanno perso la testa. Magari si fossero venduti per il potere: li fanno scodinzolare con due crocchette». Dopo l'annunciata ricandidatura di Virginia Raggi, il suo nuovo movimento correrà in solitaria per il Campidoglio? «Candidiamo Monica Lozzi, cioè la persona che ha disposto l'abbattimento delle case dei Casamonica. L'unico atto positivo della giunta Raggi non è farina del sacco della Raggi». L'istituto Piepoli colloca Italexit addirittura intorno al 4%. Più di Italia Viva. «Siamo nella fase fanciullesca. Ma questi numeri sono destinati ad aumentare». Per ora siete confinati al Gruppo misto del Senato. «Sì, peccato che i finanziamenti se li cucca tutti Leu, che in pratica regna sul Misto. È una mangiatoia: così non posso fare politica. Il presidente Casellati non ha nulla da dire?».Comunque sia: fondare un partito anti Europa nel momento in cui proprio dall'Europa dovrebbero arrivare più di 200 miliardi è una bella sfida. «Posso promettere a mio figlio tutte le mancette del mondo, ma se poi i soldi non arrivano…».E non arriveranno? «Non arriveranno perché non esistono. Non atterreranno mai sull'economia reale. A fine anno i soldi dell'Europa serviranno a riparare i danni delle banche, sommerse dai crediti deteriorati».Che cosa vi distingue dal sovranismo di Lega e Fdi? «Il fatto che il nostro primo obiettivo sia quello di uscire dall'Unione europea e monetaria senza se e senza ma». Perché considerate l'Europa irriformabile?«A noi di correggere l'Europa non ce ne frega niente. Non si può recuperare la maionese impazzita. Se un palazzo è costruito male non puoi farci nulla: è destinato a cadere. Non esiste l'Unione europea: esiste l'Unione germanica che ha sostituito il marco con l'euro, affamando i Paesi del Mediterraneo». Quindi il suo modello per l'Italia è il Regno Unito? «Il modello è italiano. Restiamo un superlativo assoluto nel mondo. Una delle più grandi economie del pianeta. Dobbiamo riabituarci all'eccellenza di cui siamo padroni». Sì, ma nel concreto: di uscire dall'euro non parla davvero più nessuno. È un salto nel buio. «È da piccoli che si ha paura del buio: ma poi si cresce. Ci continuano a raccontare che uscendo dall'Europa arriveranno i mostri: lo spread, la svalutazione. Balle». Alle elezioni politiche correrà da solo o si può immaginare un'alleanza con il centrodestra? «Possiamo fare alleanze: ma non se il centrodestra candida Mario Draghi al Quirinale. Non se continuano a orbitare intorno al Partito popolare europeo. Non se continuano a dire che vogliono più mercato e meno Stato». Siete socialisti?«Macché: lo Stato è forte anche negli Usa. In Gran Bretagna le infrastrutture nevralgiche sono pubbliche. Mica le privatizzano a cavolo, come stiamo facendo noi». Il premier Conte, su più fronti, sembra favorevole a un maggior intervento statale. «Conte statalizza senza Stato. Se attivi la Cassa depositi e prestiti senza avere una politica industriale, è soltanto una partita di giro. Svendono l'Italia ad Angela Merkel. Possibilmente con lo strozzinaggio legalizzato del Mes». È statalista anche sul piano fiscale?«Al contrario. Continuo a dire che se vai al ristorante devi pagare in contanti e senza ricevuta». Non è un bel messaggio, mentre si cerca di combattere l'evasione. «L'abolizione del contante è una cazzata. Se lo Stato e le banche si dimenticano la cassa integrazione, l'evasione di sopravvivenza diventa ossigeno vitale. Del resto, l'Unione Europea fa evadere a norma di legge 1.000 miliardi all'anno: pensare che il nero dei ristoranti sia il dramma del Paese, è roba da fuori di testa. Anzi, senza il nero, la piazza sarebbe già esplosa». Più che un programma economico, sembra una rifondazione. «Sogno una banca centrale italiana, una politica del lavoro che combatta lo sfruttamento, dia incentivi alle piccole imprese senza regali alle multinazionali. E non mi va bene neanche la digitalizzazione sfrenata».Sta parlando del 5G?«Un'arma che diamo in mano ai cinesi. Possiamo vivere tranquillamente senza. Piuttosto, preferisco difendere il diritto all'acqua pubblica». Insomma, vuol farci morire di debito pubblico. «Non mi interessa. Abbiamo riparato il debito meglio di tutti gli altri Paesi dell'eurozona. Non è servito». Come garantiamo le pensioni, se lo Stato non riesce a finanziarsi sui mercati? «Voglio guardare in faccia chi avrà davvero il coraggio di mandare l'Italia in default». Detto così, sembra una partita di poker. «Andiamo a vederli, questi imbroglioni dei mercati. Ci facciano vedere se hanno davvero il coraggio di farci saltare. E poi vediamo cosa succede nel mondo».Come finirebbe la sfida? «Ci sono precisi equilibri tra gli Stati, e per questo, ad esempio, la Cina non smetterà mai di comprare debito americano. Se perdiamo di vista gli Stati e ci arrendiamo ai meta-Stati, ecco che le dinamiche speculative prendono il sopravvento. Ma le nazioni, comunque sia, non moriranno».