2025-08-07
Netanyahu ignora le critiche interne su Gaza. Il gabinetto di guerra è pronto a occupare
Benjamin Netanyahu (Getty Images)
Il leader dell’opposizione si unisce al coro dei contrari ai nuovi piani per la Striscia. Oggi altra seduta per il via libera finale.Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha convocato per oggi alle 18.00 (le 17.00 ora italiana), presso il suo ufficio a Gerusalemme, una riunione del gabinetto di sicurezza con all’ordine del giorno l’approvazione della piena occupazione militare della Striscia di Gaza. La decisione arriva dopo un acceso vertice ristretto durato tre ore, nel quale il capo di stato maggiore delle Forze di Difesa israeliane (Idf), il tenente generale Eyal Zamir, ha presentato a Netanyahu le possibili opzioni operative. Ma proprio da Zamir e da altri alti ufficiali è giunto un forte monito: procedere con l’occupazione comporterebbe gravi rischi e pesanti perdite. Secondo quanto riportato dall’emittente pubblica israeliana Kan, fonti militari stimano che un’operazione di questo tipo potrebbe causare la morte di decine di soldati, numerosi feriti e persino la possibile uccisione degli ostaggi detenuti da Hamas, sia per mano dei loro carcerieri sia a causa delle operazioni militari stesse. Nel campo politico, l’opposizione non resta in silenzio. Il leader Yair Lapid ha dichiarato di aver avvertito Netanyahu, durante un briefing sulla sicurezza tenutosi ieri mattina, che una completa occupazione della Striscia sarebbe una «scelta disastrosa». «Non si può mandare il Paese in guerra senza il consenso della maggioranza degli israeliani, e oggi questo sostegno non c’è», ha affermato Lapid, che ha definito il piano del premier un peso insostenibile, sia in termini economici che umani. Lapid ha proposto un’alternativa: affidare ad alcuni Stati arabi il governo temporaneo dell’enclave, mentre Israele si concentrerebbe sull’eliminazione di Hamas. Tuttavia, questa ipotesi appare al momento poco concreta, poiché nessuna nazione araba ha manifestato disponibilità a farsi carico della gestione di Gaza. «L’Italia è contraria a qualsiasi insediamento israeliano in Cisgiordania, poiché comprometterebbe le fondamenta della soluzione “due popoli due Stati”, unica via per una pace duratura in Medio Oriente». Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani.Le critiche si allargano anche all’interno delle stesse forze armate. Secondo un’inchiesta dell’emittente Channel 12, tra i riservisti dell’Idf - considerati elemento centrale di qualsiasi operazione terrestre - serpeggiano confusione, rabbia e un senso crescente di frustrazione. Le lamentele riguardano soprattutto la carenza di personale, l’iniqua distribuzione dei compiti e la percezione di piani militari scollegati dalla realtà operativa sul campo. Inoltre, circa 550 ex ufficiali della sicurezza israeliana hanno messo in guardia contro una piena occupazione di Gaza, definendola un rischio per i soldati e un potenziale disastro per Israele sul piano politico, economico e sociale. Nel frattempo, il conflitto prosegue. Nella giornata di ieri si sono verificati intensi scontri a fuoco nei pressi della chiesa della Sacra Famiglia di Gaza, luogo già colpito in passato per errore da una scheggia di mortaio delle Idf. Il parroco, padre Gabriel Romanelli, ha pubblicato sui social un video in cui si avvertono forti esplosioni nel quartiere di El Zeytoun, non lontano dall’edificio parrocchiale. «Preghiamo per la pace», ha scritto il sacerdote, che nei giorni scorsi aveva diffuso altre testimonianze video della celebrazione della messa sotto il rumore costante dei bombardamenti. Intanto, un’inchiesta del quotidiano tedesco Bild solleva dubbi sull’operato del fotografo Anas Zayed Patia, noto per i suoi scatti dalla Striscia di Gaza. Secondo il quotidiano, Patia ha manipolato visivamente alcune scene per rafforzare la narrativa pro Hamas, mettendo in discussione l’obiettività delle sue immagini. Tra le foto incriminate, una che mostra civili apparentemente in attesa disperata di aiuti alimentari. Tuttavia, Bild rivela che gli aiuti sarebbero stati distribuiti poco dopo, sollevando interrogativi sull’intento comunicativo e sulla trasparenza della documentazione. Patia, legato all’agenzia di stampa turca Anadolu - nota per le sue posizioni filo-palestinesi - è accusato di contribuire a una propaganda visiva funzionale alla causa di Hamas. La sua presenza attiva sui social, dove ha diffuso contenuti con slogan come «Liberate la Palestina», ha spinto diverse agenzie internazionali a interrompere la collaborazione, invocando dubbi sull’autenticità delle sue fotografie. L’ex ministro israeliano Yoaz Hendel ha lanciato un duro attacco via social contro il Qatar, sollecitando Israele ad abbandonare ogni atteggiamento conciliatorio verso l’Emirato del Golfo, che che offre protezione ai vertici di Hamas, e a intraprendere una linea d’azione più decisa e diretta. «È arrivato il momento di smettere di considerare il Qatar un rifugio sicuro», ha scritto Hendel in un post su X. «I leader di Hamas all’estero devono essere eliminati» ha aggiunto. Infine, l’esercito israeliano ha comunicato che, nella serata di martedì, l’Aeronautica militare ha eliminato nella regione della Bekaa, in Libano, «il terrorista Hossam Qasem Ghorab, membro di Hezbollah». Il miliziano operava dal territorio libanese coordinando cellule terroristiche attive in Siria, impegnate nella pianificazione di attacchi missilistici contro le Alture del Golan.