
La Marvel crolla davanti ai diktat del politicamente corretto. «The Eternals», che uscirà nel 2020, ci regalerà il primo protagonista con poteri speciali dichiaratamente omosessuale. E anche il colosso dei fumetti Dc comics è pronto a disegnare un Superman gay.Se ieri il mondo veniva salvato da Iron man, Capitan america o Spiderman, supereroi eterosessuali con tanto di fidanzata a casa, molto presto toccherà a dei supereroi Lgbt. Ne è convinta la Marvel comics la cui nuova parola d'ordine, nonché fonte d'ispirazione, è «inclusività». Proprio questo va ripetendo, in ogni intervista, il suo presidente Kevin Feige, ottenendo tra l'altro una formidabile copertura pubblicitaria. È bastato infatti lasciar trapelare che The Eternals - film in arrivo nel 2020 con Angelina Jolie - sarà il primo con un supereroe Marvel dichiaratamente gay per creare una curiosità e un'attesa spasmodiche, nemmeno fosse un capolavoro della settima arte. Appena qualche accenno al personaggio e alla trama - «la storia di un uomo sposato, con figli, che scopre però di essere anche altro» - ha prodotto un'infinità di congetture e condivisioni sul web. Perciò Feige in questi giorni ha ripetuto il giochetto, annunciando che dopo The Eternals il pantheon Marvel si arricchirà presto anche di un protagonista transgender. Con un tono d'orgoglio Feige ha definito «storico» l'evento, aggiungendo che «il film è in lavorazione proprio ora». Perciò tra i fan si è subito scatenato un tototransgender per capire in quale pellicola apparirà e con quali caratteristiche (sì perché i più saputi scommettono che la sessualità di questo nuovo supereroe Lgbt avrà degli effetti anche sui suoi poteri). Intanto, a mo' di antipasto, il prossimo Thor 4 con Chris Hemsworth nelle sale nel 2021, presenterà un personaggio collaterale orgogliosamente Lgbt, ovvero Valchiria, figura già vista nel terzo capitolo della saga del dio norreno, senza però che venisse esplicitato il suo orientamento sessuale. La Marvel ha in cantiere anche il seguito di Black Panther (il cui primo capitolo ha solleticato l'orgoglio di tutti gli afroamericani, fruttando un miliardo di dollari al botteghino) e Shang-Chi pellicola che nel 2021 presenterà al mondo il primo supereroe asiatico-americano (in attesa di vedere rappresentate sullo schermo tutte le minoranze etniche Usa, dai messicani agli italoamericani, ognuna con il suo paladino ad hoc). Insomma la Marvel ha abbracciato programmaticamente il politically correct, intuendone i benefici sia in termini d'immagine che soprattutto d'incassi. Che poi i supereroi siano anche delle proiezioni superegoiche utili ai più piccoli per definire la loro personalità in formazione (meccanismo identificativo che questi nuovi paladini crossgender rendono problematico, se non dannoso o impossibile) non sembra preoccupare più di tanto la mecca del cinema. Ne è prova che l'altro colossale competitor dei fumetti - cioè la Dc comics - non sta ferma a guardare, avendo parimenti intuito le possibilità di questo nuovo trend creativo. Dopo una Wonder Woman amazzone in forte odore di lesbismo, per la Dc si vocifera di una Batwoman ebrea e lesbica, nonché - udite udite - del primo Superman gay. Ebbene sì, il supereroe per eccellenza, forse stufo di far la corte a Lois Lane nelle vesti del goffo e occhialuto Clark Kent, farà infine outing, deponendo il suo mantello d'acciaio per il boa di struzzo.Pertanto i genitori che in futuro porteranno tranquilli i loro figli al cinema, convinti di farli assistere a un'epica e ancora bambinesca battaglia tra il bene e il male, sono avvisati: anche nei personaggi dei fumetti, un tempo manichei e verecondi, sta soffiando la tramontana dell'ibridazione, della contaminazione, del gender esibito con iattanza da gay pride, insomma il nuovo diktat Lgbt. Non stupisce quindi che qualche tempo fa, il sindaco di Rio de Janeiro, Marcelo Crivela, abbia ordinato il ritiro di un fumetto della Marvel dal titolo Avengers: the children's crusade esposto nell'istituzionale cornice della Bienal internacional do livro per i suoi contenuti «non adatti ai minorenni» (nello specifico dei baci omoerotici tra minori). Benché il sindaco abbia dimostrato di avere operato in perfetta conformità della legge e in difesa della famiglia, è stato subito linciato via web come se avesse perpetrato chissà quale crimine. E meno male che il Superman Lgbt non era già in azione, sennò l'avrebbe incenerito coi suoi occhi laser.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast dell'11 novembre con Carlo Cambi
Da sinistra: Piero De Luca, segretario regionale pd della Campania, il leader del M5s Giuseppe Conte e l’economista Carlo Cottarelli (Ansa)
La gabella ideata da Schlein e Landini fa venire l’orticaria persino a compagni di partito e possibili alleati. Dopo la presa di distanza di Conte, il dem De Luca jr. smentisce che l’idea sia condivisa. Scettici anche Ruffini (ex capo dell’Agenzia delle entrate) e Cottarelli.
«Continuiamo così: facciamoci del male», diceva Nanni Moretti, e non è un caso che male fa rima con patrimoniale. L’incredibile ennesimo autogol politico e comunicativo della sinistra ormai targata Maurizio Landini è infatti il rilancio dell’idea di una tassa sui patrimoni degli italiani. I più ricchi, certo, ma anche quelli che hanno già pagato le tasse e le hanno pagate più degli altri.
Jannik Sinner (Ansa)
All’Inalpi Arena di Torino esordio positivo per l’altoatesino, che supera in due set Felix Auger-Aliassime confermando la sua solidità. Giornata amara invece per Lorenzo Musetti che paga le fatiche di Atene e l’emozione per l’esordio nel torneo. Il carrarino è stato battuto da un Taylor Fritz più incisivo nei momenti chiave.
Agostino Ghiglia e Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
Il premier risponde a Schlein e Conte che chiedono l’azzeramento dell’Autorità per la privacy dopo le ingerenze in un servizio di «Report»: «Membri eletti durante il governo giallorosso». Donzelli: «Favorevoli a sciogliere i collegi nominati dalla sinistra».
Il no della Rai alla richiesta del Garante della privacy di fermare il servizio di Report sull’istruttoria portata avanti dall’Autorità nei confronti di Meta, relativa agli smart glass, nel quale la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci punta il dito su un incontro, risalente a ottobre 2024, tra il componente del collegio del Garante Agostino Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni di euro, ha scatenato una tempesta politica con le opposizioni che chiedono l’azzeramento dell’intero collegio.






