
Il vicepresidente della Camera e coordinatore azzurro: «Al Viminale farei meglio del leader del Carroccio. Prima però dobbiamo rifondare Forza Italia e la coalizione. Questo governo di incompetenti deve cadere».Presidente Carfagna, sta trattando con Luca Lotti per la fondazione di un nuovo partito?«È assolutamente ridicolo». Lotti, intercettato al telefono con Luca Palamara, nell'ambito dell'inchiesta sul mercato delle toghe, dice che sta interloquendo anche con lei in vista di una nuova formazione politica. «Come vicepresidente della Camera svolgo ogni giorno colloqui con i parlamentari d'ogni provenienza. Trasformare questi colloqui in trattative politiche, o addirittura complotti, ripeto, è assolutamente ridicolo».Allora Lotti è un millantatore?«Quell'inchiesta è molto complessa, e anche decisamente opaca. Evidentemente la persona in questione raccontava di rapporti che non corrispondono alla realtà. Comunque non ho nulla da nascondere. Pensare che io stia costruendo alternative non ha senso, considerando la battaglia che limpidamente sto portando avanti per rivitalizzare il mio partito». Oggi è uno dei due coordinatori di Forza Italia: crede ci sia in atto una manovra per indebolirla?«Ma no. Non penso che il mondo giri intorno a me. Molto semplicemente sono frasi emerse dal calderone di una serie di conversazioni. Spetta anche agli organi di stampa esercitare la professionalità necessaria per interpretare questo materiale nel modo corretto». Ha ricevuto o sta ricevendo offerte politiche dai renziani? «Mai ricevuto offerte. Colloqui tantissimi, ma con tutti: compresa la Lega e Fratelli d'Italia. Con Lotti mi è capitato di avere qualche chiacchierata, così come con gli altri. Ma niente più». Intanto Forza Italia è di nuovo sull'orlo della scissione. Il suo collega al coordinamento, il governatore Giovanni Toti, dice che la rivoluzione annunciata è già finita. «Il presidente Silvio Berlusconi ha avuto l'ennesima intuizione. Un percorso per arrivare a una fase nuova di un partito liberale, riformista e autonomo, attraverso un congresso o una tornata di primarie. Viviamo delle resistenze, come tutti i partiti che attraversano fasi delicate. Ma sono resistenze minoritarie e spero non prevarranno. Vincerà il senso di responsabilità».Chi lascia Forza Italia finirà come Gianfranco Fini?«Chi ha consumato scissioni in questi anni non ha mai avuto fortuna. Ma a ogni scissione Forza Italia si indebolisce, e a me interessa la salute del partito. Questo non significa che accetteremo ricatti. Ma dobbiamo comunque cercare una mediazione per tenere dentro l'area del dissenso, cioè coloro che in questi mesi hanno posto la necessità di un cambiamento, sia pure con toni sgarbati». Può esistere il partito senza Berlusconi al comando?«Pensarlo è da mitomani. Lui è il fondatore e leader indiscusso». Azzererete gli organi regionali?«Non è questione di azzerare, ma di affiancare al presidente Berlusconi una struttura dirigenziale più efficiente e partecipata». Ma la sovranità sul partito, cioè l'ultima parola, l'avrà sempre il Cavaliere?«Assolutamente. Per noi è sempre stato la Cassazione. Bisogna però evitare che sotto di lui regni il caos. O che ci siano persone non legittimate al suo fianco che prendano decisioni cruciali. Anche questo ha indebolito il partito».Entro il 6 luglio, come da ultimatum di Toti, avremo una data per le primarie?«Sono tra i primi sostenitori delle primarie, fin dal 2014. Comunque sia, vorrei prima ascoltare l'opinione di tutti coloro che sono pronti a dare un contributo. Occorre prima stabilire le regole, del resto il nostro partito si sta misurando con strumenti nuovi. Magari per quella data possiamo impostare le linee guida di questa fase di rinnovamento. L'importante è che le idee vengano prima delle persone. Se diventa un regolamento di conti interno, sarò la prima a ritirarmi dalla corsa». Che ne pensa del caso Sea Watch, con la capitana della nave agli arresti?«Intollerabile che si violino le nostre leggi con tanta facilità e che si metta in pericolo la vita dei nostri uomini in divisa. Siamo uno stato sovrano, chi non rispetta le nostre regole dev'essere assicurato alla giustizia. Detto questo, il governo si è fatto beffare».Perché?«Ha tirato in lungo questa storia per due settimane senza raggiungere alcun obiettivo. Io avrei fermato subito il comandante della nave, perquisito l'equipaggio, sequestrato l'imbarcazione. E soprattutto avrei evitato che i passeggeri a bordo divenissero ostaggi a favore di telecamere».È pronta a fare il ministro dell'Interno?«Perché no? Di un governo di centrodestra però. Sono pronta ad assumermi ogni responsabilità al servizio del Paese. Sicuramente da ministro avrei partecipato ai consessi europei più che alle tribune televisive. Chiederei regole ancora più stringenti per le Ong, una riforma del trattato di Dublino, e sanzioni per il gruppo di Visegrad, che si rifiuta di accogliere i profughi». Carfagna al Viminale sarebbe un ministro sovranista?«La difesa dei confini è sicuramente una priorità. Chi ha diritto di restare nel nostro Paese poi deve accettare i nostri valori e le nostre leggi. Ma non c'è solo questo. Mi occuperei della sicurezza nelle periferie, combatterei contro il racket della droga e della prostituzione, contrasterei gli sbarchi, ma non dimenticherei i traffici illeciti nelle grandi città». Intanto il ministro Luigi Di Maio dice che Atlantia è un'azienda decotta.«Di Maio è un pericolo per il Paese. Non mi capacito di come Matteo Salvini possa consentire a questi incompetenti di governare. È passato un anno: non può ancora permettere ai 5 stelle di sfasciare il Paese. Ma del resto, si sono divisi i compiti». Cioè?«Alla Lega la sicurezza, ai 5 stelle l'economia. Il risultato è che l'italia si impoverisce. I soldi bruciati nell'assistenzialismo potevano servire ad abbassare la pressione fiscale di famiglie e imprese». Quanto dura il governo?«Spero il meno possibile. Se si va alle elezioni, siamo pronti. Forza Italia va rafforzata anche per questo, nell'ambito di un centrodestra unito». Guardando anche al centro, ai cattolici, ai renziani, a Carlo Calenda?«A Calenda e al Pd sicuramente no. Dalla riforma costituzionale al Jobs act, siamo in disaccordo su tutto. Hanno sprecato il denaro degli italiani con la politica dei bonus: dagli 80 euro al bonus per i diciottenni». Meglio Giancarlo Giorgetti commissario europeo o Mario Draghi presidente della Commissione?«Vorrei che l'Italia non si rendesse ridicola in Europa come nell'ultimo anno. Detto questo, stimo Giorgetti e l'ipotesi Draghi non mi dispiacerebbe, anzi. È un grande italiano che in anni difficili ha tenuto la barra dritta».
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.