2024-06-10
Nell’Ue è l’ora di Giorgia. Gli altri crollano, adesso cambiare si può
Unico premier promosso dai cittadini: il primo banco di prova sarà al G7 in Puglia. Scrivete Giorgia, ha chiesto. E ora dovranno scrivere Giorgia anche in Europa. Lo tsunami che attraversa il continente spazza via leader consolidati e partiti radicati, ma lascia in piedi, eccome, la premier italiana. In Francia Macron viene umiliato, in Germania Scholz viene scavalcato dall’estrema destra, in Spagna Sánchez si becca quello che alcuni definiscono «un plebiscito contro di lui». Giorgia Meloni, detta Giorgia, non solo conferma il dato delle politiche. Ma cresce, e in modo sensibile, al 28% stando alle proiezioni che abbiamo in mano al momento di andare in stampa. Praticamente unico partito al governo in Europa a guadagnare consensi anziché perderli. Se le elezioni dovevano essere il primo referendum sul suo anno e mezzo di governo, l’ha vinto. Scrivete Giorgia, ha chiesto. E ora dovranno scriverlo, sempre di più, anche in Europa. La premier, in base ai risultati che si profilano dalle prime proiezioni, può essere più che soddisfatta. Certo: c’è un’alta percentuale di astensioni. Certo: a un occhio attento non sfugge qualche segnale di stanchezza e di delusioni nell’elettorato del centrodestra. Ma se Fratelli d’Italia resta, come pare evidente, il primo partito, aumentando il dato già eclatante del settembre 2022; e se, nello stesso tempo Forza Italia (attorno al 10%, in crescita) e Lega (appena sotto al 9%, stabile) portano il centrodestra ben oltre quel 44% che era indicato come soglia del successo; beh allora si potrà dire che nell’Europa attraversata dal vento del centrodestra c’è una figura con cui non si potrà non fare i conti. Quella di Giorgia Meloni. Il suo peso politico aumenterà ancora di più. Ovviamente qui si apre una nuova partita. Giorgia Meloni («Scrivete Giorgia») si è impegnata in campagna elettorale a cambiare l’Europa. Ed è questa la sfida improba che dovrà affrontare da oggi. Già è difficilissimo, e ce ne siamo accorti tutti, lei per prima, cambiare l’Italia. Figurarsi cambiare l’Europa. Il tentativo di cambiare l’Italia si scontra ogni giorno con resistenze, intrecci di potere, interessi consolidati, che non sempre la premier riesce a vincere. Immaginate quel che succederà se davvero, come ha promesso, tenterà di cambiare l’Europa. Eppure il cambiamento è quello che i cittadini europei hanno chiesto con una chiarezza e una limpidezza impressionanti. E in questo processo di cambiamento Giorgia Meloni dovrà rivestire un ruolo ancora più importante. Da oggi aumenta il suo peso politico. E aumenta, di conseguenza, la sua responsabilità. E questo succederà in ogni caso, al di là delle maggioranze che si andranno a formare. Al di là delle formule politiche che saranno trovate. Al di là del presidente della Commissione che sarà scelto. Tutti temi di discussione importanti, nelle prossime ore. Ma quello che è fuori discussione è che Giorgia Meloni, nel nuovo scenario europeo, avrà un ruolo di primo piano. Quello che chiedeva. Quello che auspicava. E che ora fa concentrare ancora di più l’attenzione su di lei. Nella vecchia Europa in macerie, nella nuova Europa che deve ancora nascere (se mai nascerà), c’è una leader che da sempre non si riconosce nelle tradizionali politiche di Bruxelles. Che ha sempre avuto posizioni distanti dai leader che hanno finora guidato il continente. E che adesso resta in piedi in mezzo ai crolli altrui. Punto di riferimento certo in una situazione quanto mai confusa. Non sappiamo come Giorgia sfrutterà questa chance che la storia politica mette sul suo cammino. Ma quello che è certo, dalla giornata di ieri, è che la partita europea è tutta da giocare e lei non potrà sottrarsi al ruolo della protagonista. Certo: c’è anche lo scenario italiano. C’è Elly Schlein che porta il Pd a un buon risultato e conquista la leadership dell’opposizione, distaccando nettamente Giuseppe Conte (e anche questo è un dato che crediamo farà piacere alla premier). C’è il dato della Lega (nonostante Vannacci) che forse porterà qualche fibrillazione di assestamento nel centrodestra (anche se l’eventuale affievolirsi della leadership di Salvini sarebbe un altro punto a favore di Giorgia e della stabilità del governo). Ma c’è soprattutto un’Europa che ha disarcionato i suoi leader storici. Che ha scartato di lato. E che ora cerca una nuova direzione. Qualcuno che prenda le redini. Che farà Giorgia Meloni? Ce la immaginiamo al G7, tra pochi giorni, in Puglia, fra un Macron distrutto e uno Scholz scosso. Lei sarà l’unica a poter sorridere. E non solo perché è la padrona di casa. «Scrivete Giorgia», forse lo ripeterà ancora. Ma dopo quella scritta c’è una pagina bianca.