2019-10-23
Nella scuola cattolica piacciono più le idee di Greta che quelle del Papa
All’istituto Marymount di Roma molti eventi green, ma poco spazio alla «Laudato si’»Il culto della natura e della Madre terra sta sostituendo davvero il culto di Dio e dei santi, anche nelle istituzioni cattoliche, così per seguire la nuova era di Greta Thunberg e dell’ecologismo radicale?Parrebbe di sì, navigando sul sito del celebre istituto Marymount di Roma, sito sulla via Nomentana, a pochi passi dall’antica basilica di santa Agnese. La fondatrice, la statunitense madre Butler aprì la scuola nel 1930, con l’approvazione del regime fascista, oltre che del papa regnante Pio XI, il quale da pochissimo aveva concluso il Concordato e la Conciliazione tra la Chiesa e l’Italia (1929).L’istituto, che si presente apertamente come una «scuola cattolica paritaria», e che ha la particolarità di caratterizzarsi per il bilinguismo proposto agli studenti, pare oggi dare più spazio e valore all’ecologia che alla formazione propriamente religiosa degli alunni. Sul sito, infatti, tra altre lodevoli iniziative, è promosso il «Plastic free world», «un impegno verde e costante del nostro Istituto», in cui i giovani vengono incoraggiati a «dare il loro contributo». In ogni caso, a scuola intervengono membri del Wwf, «paladini dell’ambiente» come Licia Colò e militanti del movimento #fridaysforfuture, come Martina D’Arco. Chissà se queste associazione storicamente piuttosto laiche, danno del rispetto della natura la stessa valenza che ha proposto papa Francesco nell’enciclica ecologica Laudato si’ (2015). Il quale, per esempio, chiama il mondo «il Creato», stabilendo una chiara dipendenza tra creature e Creatore.Addirittura la scuola ha proposto in occasione della manifestazione green dello scorso 20 settembre a Roma, la vendita di magliette verdi con il celebre slogan della Thunberg, in cui esplicitamente si invita il giovane a boicottare la scuola ogni venerdì. E con la lingua del progresso e del McWorld, si afferma, in stampatello maiuscolo: “Future against climate change!!!». Ma se per caso un ragazzo non fosse d’accordo con i timori di «collasso ecologico» a breve scadenza e credesse, non all’apocalisse prossima ventura annunciata da Greta all’Onu, ma ai 500 scienziati che in una petizione criticano l’allarmismo alla moda? Probabilmente sarebbe malvisto e discriminato.Che si celebrino, almeno da ciò che appare sul sito in tutta evidenza, non le tradizionali festività cattoliche, ma lo Yom Kippur (9 ottobre) e la giornata della Nonviolenza (2 ottobre), pare in fondo secondario. La nuova religione della natura sembra ormai il nuovo culto obbligato di giovani e adulti, cui tanti ambienti cattolici si associano in modo volontario, sentito e partecipato.Papa Francesco è quindi usato per giustificare qualunque ambientalismo, mentre invece non sembra aver parlato in favore di vegani, vegetariani e adoratori della dea terra. Nella Laudato si’, unisce per esempio la lotta per la difesa della creazione di Dio, in cui molti ecologisti non credono, alla critica del sempreverde «mito del progresso» (n. 60), dell’attuale «sistema mondiale» (n. 61), al «paradigma tecnocratico dominante» (n. 101), e alla stessa tecnologia che «legata alla finanza, pretende di essere l’unica soluzione dei problemi» (n. 20), concludendo in modo perentorio: «Se riconosciamo il valore e la fragilità della natura, e allo stesso tempo la capacità che il Creatore ci ha dato, questo ci permette oggi di porre fine al mito moderno del progresso materiale illimitato» (n. 78).Nelle scuole e nelle istituzioni cattoliche, come il Marymount e tante altre, si fa ecologia perché fa tendenza, piace al governo Conte e al ministro Lorenzo Fioramonti, e lo detta l’Onu, o perché si vuole combattere la tecnocrazia invasiva e il mito del progresso illimitato? Sarebbe interessante scoprirlo.
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)