2020-06-12
Nella pandemia la Chiesa si è persa qualche cosa: purtroppo era Dio...
Gettata un'occasione storica per imporre i valori veri, troppo impegnata a scrivere il catechismo delle regole sanitarie. Santificato Ponzio Pilato con il suo comandamento: lavatevi le mani. E non è servito a incassare nulla.Se mi giro indietro a guardare gli ultimi tre mesi penso che noi cattolici abbiamo perso una grande occasione. La pandemia ha messo in discussione tutto: le nostre vite, i nostri valori, l'organizzazione sociale, l'organizzazione produttiva, le famiglie, i rapporti, il modo di stare insieme, i pilastri su cui è stato costruito questo mondo, lontano milioni di chilometri da ciò in cui crediamo. Eppure non siamo stati capaci di cogliere l'occasione per dire a questo mondo: ehi, avete capito che era tutto sbagliato? E avete capito che l'errore è stato dimenticare ciò che conta davvero? Siamo stati messi di fronte alla fragilità dell'esistenza, abbiamo provato l'angoscia della paura, ci siamo sentiti sperduti in una notte che sembrava non finire. E non siamo riusciti ad accendere la luce. Non siamo riusciti a dire con forza: noi sappiamo come si accende la luce. Così adesso ne usciamo più deboli, frastornati, un po' confusi. Incapaci di comprendere la lezione epocale che ci è stata impartita. E inginocchiati ancor di più di fronte all'unico altare cui si sono rivolti gli uomini in questi mesi: quello della Scienza onnipotente. E del Santo Virologo, suo sommo profeta.il paradiso di bill gates Pensateci: è come se ci fossimo trovati di fronte al diluvio universale. Abbiamo visto l'onda crescerci attorno. Abbiamo avuto paura di annegare. Ma quando abbiamo alzato gli occhi per trovare l'arca, l'arca non c'era. Puff, Sparita. Non l'abbiamo saputa costruire. Anziché Noè s'è fatto avanti Bill Gates, il patrono del vaccino, nuovo simbolo della liberazione, della felicità, promessa eterna di un paradiso farmaceutico. Proprio così: siamo all'attesa messianica della nuova medicina, agnello (anzi: pillola) di dio che toglierà il male del mondo. Gli occhi rivolti al cielo dei laboratori, in attesa del vangelo dei sacerdoti della scienza. La nostra unica speranza. E per l'amor del cielo: è ovvio che crediamo alla scienza, bisogna credere alla scienza, è cosa buona e giusto farlo. Ma quello che non siamo riusciti a far capire è che, per quanto il vaccino sia importante, la vera salvezza non arriverà da lì. La vera salvezza è un'altra cosa. E noi abbiamo perso un'occasione storica per farlo sapere al mondo. È colpa nostra, sia chiaro. Ne ho parlato, nelle ultime settimane, con diversi amici. Molti sentono lo stesso cruccio: com'è possibile essere stati così tiepidi dinanzi all'Apocalisse? Abbiamo visto il terrore negli occhi dei nostri vicini. E non siamo stati capaci di far loro capire che la ricerca medica è importantissima, ma la ricerca dell'eterno lo è perfino di più. Forse eravamo troppo impegnati a scrivere, anche in parrocchia, il catechismo delle regole sanitarie. Forse eravamo troppo impegnati a rispettare i divieti a cominciare dalla negazione della messa. Forse eravamo troppo impegnati a seguire i vescovi nella glorificazione delll'amuchina e nella santificazione di Ponzio Pilato, con il suo primo comandamento: lavatevi le mani. Forse abbiamo subito anche noi il fascino dei nuovi idoli della scienza e dei padri spirituali dell'igiene per accorgerci che c'è qualcosa di più importante persino della scienza (che pure è importantissima) e persino dell'igiene (che è fondamentale). Ci siamo persi qualcosa per strada. E purtroppo era Dio.CATTOLICI disorientati Ed è incredibile perché è successo quando ce n'era più bisogno. La pandemia, infatti, ha dimostrato tutto quello che noi sappiamo: la fragilità dell'uomo e la sua necessità di affidarsi a qualcosa di superiore. Siamo stati messi con le spalle al muro di fronte alla precarietà della nostra esistenza, alle domande essenziali della vita. E noi, che in teoria dovremmo avere la risposta giusta per queste domande, ebbene: la risposta non l'abbiamo data. Siamo rimasti zitti. Abbiamo lasciato che parlassero, fin troppo, i guru della scienza. Come se la scienza potesse sostituirsi a Dio. Come se la scienza potesse avere la verità. La scienza è importantissima, lo ripetiamo. Ma non possiede la verità. Anzi, procede per errori. In queste settimane lo abbiamo sperimentato come non mai. La verità è un'altra. E noi che ce l'abbiamo, rivelata e incarnata, non siamo stati capaci di annunciarla. Di farla conoscere a tutti. Anzi, siamo più timidi e tiepidi di prima.ci fosse stato wojtyla Ripensate a questi mesi: c'è solo un'immagine che ha la potenza comunicativa e simbolica in grado di imporsi al mondo bucando le tenebre, e cioè la preghiera del Papa in piazza San Pietro di fine marzo. È stato l'unico gesto veramente forte, l'unico messaggio capace di scuotere tutti. Per il resto solo annunci da vangelo di Brusaferro: rispettate le regole, lavatevi le mani, mantenete le distanze. Anche l'ultimo Angelus di Francesco sembrava scritto sulla base di un trattato di virologia più che del Vangelo. A volte mi è capitato di pensare a che cosa sarebbe stato se, durante la pandemia, fosse stato papa San Giovanni Paolo II. Come avrebbe usato quotidianamente il suo corpo, i simboli, le parole, che forza avrebbe dato alla sua voce, come ci avrebbe spronato a aprire le porte alla speranza, quella vera. Io penso che avremmo sentito tremare i muri delle nostre case. E, ancor più, quelli dei nostri cuori.colpevole ritardo Invece, niente. Siamo stati messi davanti alla prova e l'abbiamo trasformata in provetta. La scienza nei secoli dei secoli. Amen. Adesso sento che i vescovi si affannano, con colpevole ritardo, a dire no alla legge sull'omofobia e cercare di frenare l'assalto alle scuole paritarie. Mi fa sorridere. Quelle nuove leggi sbagliate, le tante altre in vigore da tempo (aborto) e quelle che arriveranno (eutanasia), non si fermano con la realpolitik, con la tattica di palazzo, con lo scambio da retrobottega. Non si ottiene nulla «facendo i buoni». Si ottiene qualcosa soltanto se si è in grado di affermare con forza i propri principi e i propri valori, dimostrando a tutti che essi non sono i principi e i valori di una parte, di un gruppo, ma sono cattolici, per l'appunto, cioè universali, capaci di rendere l'uomo un vero uomo, e l'umanità più umana. Il mondo sbanda quando calpesta questi valori. Questa è la verità, che ci è stata donata. Questa è la verità che dovremmo annunciare. E questa verità, per quanto strano possa sembrare oggi, vale persino più delle regole dell'Istituto superiore di sanità perché aiuta il mondo a essere più bello e più felice. Avevamo l'occasione storica per farlo capire a tutti. Ma temo che l'abbiamo persa.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)