2022-09-15
Volker accusa la Meloni e Salvini. Poi vede Urso e ritratta
Antony Blinken (Getty images)
Dagli Usa rimbalza la notizia: «Dal Cremlino 300 milioni a gruppi amici». La nostra intelligence: il Belpaese non c’entra. L’ambasciatore attacca Fdi, poi cambia idea.Martedì pomeriggio (sera per l’Italia) il reporter americano Nomaan Merchant, che dal 2021 si occupa di intelligence per conto di Associated Press, fa, come si dice in gergo, un take di agenzia. Il lancio è titolato così: «La Russia ha speso 300 milioni di dollari per influenzare la politica mondiale in modo occulto». Mosca - questo il senso della notizia - avrebbe trasferito segretamente dal 2014, anno dell’occupazione della Crimea, oltre 300 milioni di dollari a partiti politici, dirigenti e politici stranieri di oltre una ventina di Paesi per esercitare il suo soft power. E non sarebbero che «cifre minime» rispetto a quelle che probabilmente Mosca ha speso in questa attività, «mentre si prepara nei prossimi mesi ad affidarsi sempre di più ai suoi mezzi di influenza coperta per tentare di minare le sanzioni internazionali per la guerra in Ucraina». Si legge nel testo dell’agenzia che - aspetto molto importante - il tutto sarebbe frutto della rivelazione di un alto funzionario dell’amministrazione di Joe Biden nel corso di una conference call con vari giornalisti, mentre con una mossa inusuale il Dipartimento di Stato rendeva di fatto noto un cable inviato dal segretario di Stato, Antony Blinken, ad alcune ambasciate e consolati Usa all’estero, molti dei quali in Europa, Africa e Asia del Sud, manifestando le preoccupazioni della Casa Bianca. Il messaggio, contrassegnato come «sensibile» ma non «classificato», conterrebbe una serie di talking point che i diplomatici Usa dovranno sollevare con i governi che li ospitano in merito alla supposta interferenza russa. Il lancio di agenzia della Ap ed altri articoli svegliano subito la comunità internazionale. A stretto giro, l’Ansa riprende la notizia che entra nelle redazioni dei giornali italiani. Tanto basta per paginate e paginate sui rischi di infiltrazione russa in Italia. È l’esempio plastico di come la velina entri a gamba tesa nella campagna elettorale italiana. Così mentre le redazioni compongono i pezzi e si fa notte, chi si occupa di sicurezza nazionale si mette in moto. Adolfo Urso, presidente in carica del Copasir, mentre è in viaggio negli Usa si sente con Franco Gabrielli , sottosegretario con delega all’Intelligence. E la risposta, resa poi pubblica dallo stesso senatore di Fdi intervenuto ieri mattina ad Agorà, è spiazzante. «Al momento non esistono notizie che riguardino l’Italia. Così ci è stato detto. Peraltro oggi (ieri, ndr) sono a Washington e avrò altri incontri, fra l’altro proprio con il presidente della commissione Intelligence del Senato americano», ha detto intervenendo in trasmissione. Nel corso della giornata sono arrivate altre conferme e lo stesso Urso ha ribadito: «Mi sono doverosamente confrontato con Gabrielli perché è il governo ad avere eventualmente notizie attraverso i canali ufficiali che riguardano i rapporti tra le nostre agenzie d’intelligence e ci è stato detto che in questi dossier non ci sono notizie che riguardano l’Italia». A quel punto il presidente del Copasir ha avanzato richiesta al senatore del comitato intelligence Usa di far pervenire il report completo alle autorità delegate italiane. Intanto, la fumosità delle accuse ha consentito però ulteriori entrate a gamba tesa. La Repubblica, ad esempio, ha intervistato l’ex ambasciatore Nato Kurt Volker che pur ammettendo di non conoscere alcun dettaglio né avere prove ha puntato il dito contro i due partiti di centrodestra: Lega e Fratelli d’Italia. Una intervista surreale alla luce di una successiva coincidenza. Nella sua visita a Washington Urso s è imbattuto proprio in Volker che avrebbe minimizzato l’intervista e preso un po’ le distanze. Non solo: ha firmato un bigliettino (che mostriamo in pagina) nel quale si dice certo che Fdi sia al fianco della Nato, dell’Ucraina e a favore delle sanzioni a Mosca. Concludendo, «Dico che Fdi non ha alcun legame con la Russia». In inglese: «Fdi has zero ties to Russia». Paraculaggine? Mossa politica? Smentita a Repubblica? Forse non lo sapremo mai. Di certo c’è che il report sembra non essere ciò che qualcuno voleva far apparire. Così, smontato il sufflé giornalistico è però importante capire chi l’abbia redatto, che cosa contenga esattamente e quali Paesi interessi. A quanto risulta a La Verità non si tratterebbe di un documento redatto dalla Cia, ma di un file composto da altri uffici di intelligence e think tank mirato a tracciare i finanziamenti russi ai partiti di mezzo mondo. L’informativa, comunque, non indicherebbe specifici «target» russi e, tra l’altro, non è la prima volta che l’intelligence Usa denuncia una campagna di influenza a suon di finanziamenti sui partiti nazionalisti, anti europei e di estrema destra che rappresentano circa il 20% del Parlamento Ue. Negli ultimi 8 anni la Russia avrebbe concentrato le sue attenzioni soprattutto su Paesi come Francia, Ungheria, Bulgaria e nazioni balcaniche quali Kosovo e Macedonia. Sul lato francese sono noti i finanziamenti del 2014 al Rassemblement National di Marine Le Pen, proprio in concomitanza con l’inizio della crisi ucraina. Il partito ricevette 9 milioni di euro dalla First Czech Russian Bank, un istituto di credito che - stando al dissidente Aleksej Navalny - sarebbe «un noto ufficio di riciclaggio di denaro di Putin» a cui poi nel 2016 fu revocata la licenza bancaria da Elvira Nabiullina, governatrice della banca centrale russa.
Jose Mourinho (Getty Images)