Il capo di Dxc Tecnology in Italia Lorenzo Greco sulla crisi dell'automotive: «Strada irreversibile: servirà sempre più riconversione delle figure».
Il capo di Dxc Tecnology in Italia Lorenzo Greco sulla crisi dell'automotive: «Strada irreversibile: servirà sempre più riconversione delle figure».Preoccupa il futuro del settore automotive, e proprio alla luce delle cattive notizia sull'occupazione che arrivano dalla Germania abbiamo chiesto a Lorenzo Greco, amministratore delegato Italia di Dxc Technology, azienda globale attiva in vari settori, dall'automotive all'aerospazio, che lavora sul mondo della guida autonoma e dell'integrazione nella strumentazione di bordo. Il loro sistema si chiama Robodrive e tra i clienti c'è Bmw, che sta collaudando la guida autonoma di livello 3, per intenderci quello che consentirà al guidatore di non badare in modo permanente a quanto accade in strada se sono soddisfatti determinati requisiti. Una tecnologia che Bmw desidera offrire ai suoi clienti già nel 2021.Dottor Greco, che cosa sta accadendo al settore automotive?«Stiamo vivendo un passaggio storico, come nel momento in cui dalla carrozza trainata dagli animali si passò ai mezzi motorizzati. La guida autonoma e la conversione energetica sono immense opportunità per la società e per l'industria. Servono auto intelligenti ma anche strade con sensori e reti di comunicazione, quindi si creano opportunità per tutti, dal muratore al tecnico per la posa dei cablaggi al programmatore del software e al creatore di algoritmi».Nonostante questa guerra al diesel si creeranno altrettanti posti di lavoro?«Non bisogna discutere sull'opportunità o meno dell'elettrico, ma accettare che oggi non c'è potenza elettrica disponibile per sostituire completamente gli idrocarburi. I due sistemi conviveranno per molto tempo. Non ci sarà più un modello prevalente di propulsione, non bisogna condannare o difendere testardamente il diesel, né essere per l'elettrico a tutti i costi. Invece la sfida che la politica deve cogliere è di sistema, cercando di capire su quali tecnologie sia necessario lavorare formando e trasformando le competenze. Se pensiamo a Bmw, casa celebre per la potenza dei motori e i cruscotti realizzati attorno al pilota, ha compreso che l'elettrico minava queste caratteristiche e ha anticipato i tempi assumendo 1.800 persone, rendendo ibridi i suoi prodotti e inventandone di nuovi».Quali segmenti dell'automotive vedranno più sviluppo nei prossimi dieci anni?«Si produrranno molti più algoritmi e molte meno pompe dell'olio, ma l'auto elettrica richiede anche competenze per realizzare la rete di ricarica, quindi ancora posti di lavoro a tutti i livelli, dalla progettazione all'installazione, dai programmatori ai commerciali».Come convertire in fretta le competenze attuali?«Avvicinando di più l'impresa alla scuola e anticipando le necessità delle imprese a chi fa formazione attraverso una collaborazione stretta sui territori. Le aziende sanno che cosa faranno tra tre anni, e gli istituti dovrebbero fornire gli specialisti richiesti. Servono politiche attive del lavoro, le aziende non vanno lasciate sole a riconvertire il personale, servono camere di compensazione per le persone, ove mandarle per prepararle e poi reinserirle nel ciclo produttivo».Se professioni che sembravano all'avanguardia pochi anni fa rischiano di sparire, su cosa formare le nuove generazioni?«Studiando sempre, la formazione continua deve essere una parte importante».
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